Banche, dazi e produzione | Lo scenario di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia

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L’Assiom Forex in corso a Torino si è trasformato in un’importante occasione di dibattito per analizzare la situazione economica italiana ed europea, con un’attenzione particolare agli sviluppi politici e alle scelte economiche che stanno modellando il futuro della zona euro.

Nel cuore della discussione, la crisi dei dazi imposti dagli Stati Uniti, la normalizzazione della politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE), e il crescente risiko bancario in Italia, con la Banca d’Italia in prima linea nella vigilanza.

A dominare il discorso del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, è stata la preoccupazione per gli effetti che la politica economica di Donald Trump potrebbe avere sull’Italia.

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Con l’introduzione dei nuovi dazi americani, Panetta ha messo in guardia sull’impatto negativo per il nostro Paese e la Germania, che risulteranno tra i più colpiti.

Tuttavia, ha anche precisato che il danno complessivo per l’Europa sarà meno grave rispetto a quello che subirebbero gli Stati Uniti e la Cina, con un impatto stimato pari a una contrazione del PIL europeo dello 0,5%.

Il quadro delineato da Panetta non è certo rassicurante: la crescita dell’area euro è già moderata, e l’introduzione di politiche protezionistiche rischia di aggravare la situazione.

L’Europa, secondo il governatore, deve fare di più per ridurre la sua dipendenza dalla domanda estera, per migliorare la competitività attraverso iniziative congiunte come l’emissione di titoli comuni di debito e investimenti coordinati. La posizione strategica dell’Italia, in particolare, rischia di rivelarsi vulnerabile se non saranno adottate misure adeguate.

“Le merci cinesi, con il mercato Usa bloccato, punteranno ancora di più su quello europeo”, ha avvertito Panetta, sottolineando che la zona euro deve affrontare una sfida non solo economica, ma geopolitica.

Eppure, Panetta ha anche espresso ottimismo, sottolineando che l’Italia ha dimostrato di saper reagire alle crisi e che nonostante le difficoltà, ci sono segnali di resilienza.

Questo messaggio di prudente ottimismo è stato condiviso dal presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, che ha riconosciuto come l’Italia possa essere inizialmente più colpita da queste dinamiche internazionali, ma ha anche evidenziato la capacità del Paese di riorientare le proprie esportazioni in risposta ai cambiamenti nei mercati globali.

Un tema su cui è intervenuto anche Angelo Camilli, vicepresidente di Confindustria per il credito, che ha invitato ad aprire un dialogo fermo e compatto per affrontare le difficoltà derivanti dai dazi, sperando in una risposta unitaria dell’Europa.

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Sulla questione dell’inflazione, Panetta ha precisato che l’effetto dei dazi di Trump sarà praticamente nullo, con una stima che non porterà ad alcun impatto significativo. Una considerazione che rafforza la necessità per la BCE di proseguire sulla strada della “normalizzazione della politica monetaria”, sebbene la Banca d’Italia sia considerata una delle “colombe” più esplicite del board di Francoforte.

Le dichiarazioni di Panetta si inseriscono in un contesto in cui l’Europa deve fare i conti con una crescita debole e con la necessità di rafforzare la propria autonomia monetaria. Un altro punto caldo del discorso di Panetta è stato il crescente risiko bancario che ha caratterizzato il panorama italiano negli ultimi mesi.

Il governatore ha affrontato la questione con fermezza, rispondendo agli attacchi di alcuni politici ed economisti che lo avevano accusato di non aver preso una posizione decisa.

Panetta ha ribadito che la Banca d’Italia non ha dimenticato le fusioni bancarie, ma ha anche sottolineato che non è suo compito commentare queste operazioni come se fosse un talk show. “Parleremo di queste operazioni attraverso le analisi e le decisioni che verranno effettuate a tempo debito”, ha puntualizzato Panetta.

In questa prospettiva, il governatore ha voluto rimarcare l’importanza di un approccio equilibrato, con la Banca d’Italia che, pur vigilando sulle operazioni bancarie, lascia alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti il compito di determinare l’esito finale delle operazioni.

Un intervento che ha ricevuto l’apprezzamento di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, che ha sottolineato l’importanza di un mercato regolato, con il supporto delle autorità competenti. Panetta ha poi posto l’accento su un aspetto che potrebbe risultare cruciale per il futuro del sistema bancario europeo: l’eventuale riduzione del divario dimensionale tra i principali gruppi bancari italiani e quelli europei.

Se, da un lato, le fusioni bancarie possono portare vantaggi in termini di sinergie e economie di scala, dall’altro, le grandi dimensioni comportano anche alcune criticità. Queste operazioni devono essere viste in un’ottica di integrazione del mercato europeo, in cui il consolidamento può essere visto come una risposta alle sfide di un mercato sempre più competitivo.

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