Venture capital italiano, il 2024 chiude a quota 2 miliardi. Ma mancano i mega deal

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In Italia investimenti per 1,2 miliardi. Operazioni in calo, ma sale l’ammontare. Aumentano gli investitori stranieri. L’Osservatorio VeM di Aifi e Università Liuc

Trecento operazioni per un totale di 1,9 miliardi investiti. Si chiude con queste cifre il 2024 del venture capital italiano, che registra una diminuzione del 9% del numero dei deal, dai 330 dell’anno prima, ma un aumento dell’ammontare complessivo rispetto ai 1,4 miliardi dei dodici mesi precedenti. A tirare le somme è il Venture Capital Monitor (VeM) di Aifi e Università Liuc, che segnala ancora una volta l’assenza di mega deal e la centralità del settore ICT.

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L’intera filiera supera quota 2 miliardi con 406 operazioni

Secondo il rapporto realizzato con il contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Kpmg, Cdp Venture Capital e Iban, l’ammontare investito lo scorso anno sia da operatori domestici che esteri su realtà italiane si è attestato a 1,2 miliardi di euro, distribuiti su 270 round. Un valore superiore rispetto al 2023, archiviato a quota 1,1 miliardi, sebbene il numero di operazioni sia in calo dalle precedenti 302. Protagonisti restano gli investitori domestici (53%), ma quelli stranieri registrano un incremento (47%). Quanto alle realtà estere fondate da imprenditori italiani, l’ammontare investito è salito oltre 700 milioni di euro distribuiti su 30 operazioni, in netto aumento rispetto ai 300 milioni in 28 round del 2023. Sommando queste due componenti, il totale complessivo si attesta appunto a 1,9 miliardi di euro, ma considerando anche l’attività dei business angel, sale a 2 miliardi (1,4 mld nel 2023) per 406 round (da 405). 

“Il venture capital in Italia ha ormai consolidato la fase iniziata nella seconda metà del 2020 ed è pronto per entrare in quella successiva”, commenta il direttore Osservatorio VeM, Giovanni Fusaro. Per l’esperto saranno quindi cruciali i prossimi anni “per rendere l’investimento in innovazione un asse portante dello sviluppo del nostro Paese e colmare il gap con i mercati europei più virtuosi”. Per Luca Pagetti, head of Finanziamento Crescita Startup di Intesa Sanpaolo Innovation Center, la diminuzione del numero dei round di raccolta conferma una maggiore selezione sulle operazioni, “tendenza confermata dal record di investimenti successivi (follow-on) su società già investite in altri round”.

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Più nel dettaglio, il totale degli investimenti in TT (Technology Transfer) è stato pari a 223 milioni di euro su 119 operazioni, risultato che combina da una parte il fisiologico rallentamento dovuto alla fine del periodo di investimento dei fondi finanziati dalla piattaforma ITAtech, dall’altra la spinta data dalla piena operatività dei fondi supportati dal FoF di Tech Transfer di Cdp Venture Capital Sgr e dei poli nazionali. Quanto all’attività di corporate venture capital, si conferma la notevole presenza di imprese nei round. In particolare, è stata registrata la partecipazione delle corporate negli investimenti a supporto delle realtà imprenditoriali nascenti o nella fase di primo sviluppo in circa il 26% delle operazioni, in aumento rispetto al 2023. Relativamente alle sole startup con sede in Italia, venture capital e corporate venture capital hanno investito 592 milioni di euro su 182 round, le attività di sindacato tra venture capital, corporate venture capital e business angel hanno fatto registrare invece investimenti pari a 610 milioni di euro su 88 operazioni e i soli business angel hanno investito 47 milioni in 102 round.

ICT protagonista, Lombardia in testa

A livello di investimenti initial, la Lombardia resta la Regione in cui si concentra il maggior numero di società target, pari a 70, coprendo il 36% del mercato (era il 46% nel 2023, con 113 società). Seguono Piemonte (15%) e Lazio (9%). Dal punto di vista settoriale, l’ICT monopolizza l’interesse degli investitori, con una quota del 38% delle società target. Questa è costituita per il 28% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 72% su società con focus su enterprise technologies. A seguire, il 9% delle target oggetto di investimenti initial è stato diretto verso le biotecnologie, l’8% verso il fintech. Energia e ambiente ed healthcare, invece, si sono fermate al 7%.

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