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Le truffe digitali non smettono mai di reinventarsi e ora puntano dritto al portafoglio con una nuova operazione di phishing mascherata da comunicazione ufficiale dell’Inps. La solita vecchia tattica, ma con un tocco in più di cinismo: email perfettamente confezionate che parlano di rimborsi fiscali inesistenti, pronte a svuotare i conti di chiunque abbocchi. La diffusione è stata rapida, con migliaia di cittadini presi di mira attraverso messaggi studiati per sembrare affidabili e autorevoli.
Truffa Inps, le email ingannevoli
Il 2025 è appena iniziato e già il web è infestato da nuove esche digitali. Tra le truffe più spudorate c’è quella che sfrutta il logo dell’Inps per far abboccare gli utenti meno sospettosi. La tecnica è vecchia (e abbiamo visto tantissimi esempi di phishing e di smishing), ma il packaging è nuovo di zecca: email costruite con precisione chirurgica, tono rassicurante e la promessa di un rimborso fiscale che non arriverà mai.
Le segnalazioni si moltiplicano: caselle di posta invase da comunicazioni fasulle, tutte spedite da un falso indirizzo Inps. Il tranello è sempre lo stesso: un link da cliccare per confermare l’identità o aggiornare dati bancari. Una finta burocrazia che maschera il vero intento dei truffatori: svuotare conti correnti con l’abilità di un prestigiatore.
La truffa del falso rimborso da 715 euro
Le email truffaldine riproducono lo stile istituzionale con una fedeltà quasi inquietante. Messaggi ben scritti, nessun errore di battitura, linguaggio impeccabile: tutto studiato per convincere le vittime a fidarsi. Una volta cliccato sul link-trappola, l’utente finisce su un sito che replica perfettamente l’originale dell’Inps. Qui viene invitato a inserire dati personali e finanziari, spalancando la porta ai truffatori.
Uno degli esempi più diffusi riguarda un falso avviso sull’assegno unico. Il testo è subdolo e accattivante: “Gentile cliente, la informiamo che il nostro sistema automatico Inps ci ha indicato che lei soddisfa tutti i requisiti e le condizioni per recuperare l’importo di 715 euro sulle tasse o contributi pagati nell’anno 2022. Tuttavia abbiamo provato a effettuare il pagamento tramite bonifico bancario ma l’operazione non è andata a buon fine perché i suoi dati bancari risultano inesatti”. Segue il classico invito a cliccare su un link fraudolento per “risolvere il problema”.
L’Inps ha già confermato l’ondata di email ingannevoli che girano sfruttando il richiamo dei 715 euro. Una cifra calcolata ad arte per sembrare verosimile e spingere le persone a cliccare senza pensarci due volte. Il trucco è sempre lo stesso: minacciare un pagamento fallito e offrire una soluzione apparentemente semplice. Dietro le quinte, però, si muove la solita rete di criminali digitali pronti a svuotare conti e appropriarsi di identità altrui.
Le conseguenze del phishing
Cadere nella rete dei truffatori digitali non significa solo perdere qualche euro, ma spalancare le porte a un furto d’identità che può trasformarsi in un incubo finanziario. Nome, codice fiscale, indirizzo email e – peggio ancora – coordinate bancarie finiscono nelle mani sbagliate. I criminali possono usare queste informazioni per svuotare conti, attivare prestiti o vendere i dati nel mercato nero del web. A complicare le cose, il sito-trappola potrebbe anche nascondere malware pronti a infettare dispositivi personali, rendendo la situazione ancora più grave.
Sul sito Inps ufficiale (quello vero) Gli esperti di sicurezza insistono su alcune regole base per non finire nel mirino:
- cestinare senza esitazioni e-mail sospette che parlano di rimborsi, bonus o altre promesse improbabili;
- verificare sempre il mittente, perché basta un dettaglio fuori posto nell’indirizzo per smascherare la truffa;
- non inserire mai informazioni personali o bancarie in siti raggiunti tramite link ricevuti via email;
- segnalare i tentativi di truffa alla Polizia Postale e all’INPS per evitare che altri cadano nella stessa trappola.
L’Inps ha ribadito più volte che non comunica mai rimborsi via email. Chi riceve messaggi di questo tipo dovrebbe chiudere subito la pagina e non pensarci due volte prima di segnalare il tentativo di frode.
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