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Irpef, Giunta inSisti su errori; e la minoranza ricorda la Costituzione | Video, consigliera Dottarelli fa i conti al Sindaco “4€ non 400”
È stata una giornata difficile quella di ieri per la maggioranza di centrosinistra di Spoleto chiamata, tra le altre pratiche, a dibattere sull’addizionale Irpef che non ha mancato ancora una volta di registrare errori e gaffe. Ma andiamo con ordine.
In apertura di lavori del Consiglio comunale, il Presidente Trippetti, su richiesta del Segretario generale ovvero degli uffici comunali, dichiara di dover rinviare, per motivi tecnici, ad altra data la pratica di “riesame della osservazione presentata con prot. 18684 del 25.03.2019 alla variante al piano regolatore generale parte strutturale adottato con deliberazione di C.C. n. 1 del 04/02/2019 a seguito della sentenza TAR 08.10.2024”. Una pratica su cui il Consiglio comunale dell’epoca non si era espresso (astenendosi) e che aveva visto il privato impugnare la “non decisione” al Tar che ha imposto all’attuale assemblea di votare. E arriva la prima stilettata del consigliere Cintioli che bacchetta board e uffici perché “non si può accettare che un cittadino, chiunque esso sia e qualunque sarà la decisione dell’assemblea, dopo cinque anni non abbia ancora una risposta a legittime richieste”.
Variante geomorfologica Prg, via libera
Va solo un po’ meglio per la seconda pratica, quella della “adozione variante geomorfologica al PRG parte strutturale ai sensi dell’art. 32 co. 3 e 4 L.R. 1 del 21/01/2015 a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, 27 luglio 2023”. È ancora Cintioli a intervenire chiedendo una sospensione e una riunione urgente della capigruppo motivando che tale pratica nasconde delle eventuali, pesanti ripercussioni per i proprietari. L’esempio è di chi avendo una ampia proprietà, magari anche condivisa con altre o con lo stesso Municipio, si ritrovi a fare indagini geologiche su tutta l’area e non sulla parcella destinata ad essere edificata. “Ad un cittadino è stato chiesto un preventivo per studio geologico di oltre 200mila euro, quindi o il Municipio magari con proprie risorse mette a disposizione studi già fatti o la Regione venga incontro all’amministrazione ovvero ai cittadini”.
Capigruppo e sindaco hanno concordato di predisporre un Odg sulla questione, come confermerà di lì a poco il capogruppo Pd Lucentini che confermerà che gli eventuali studi sulle macroaree andranno in carico al Comune.
Il consigliere Dottarelli ha ricordato come lo stesso sindaco Sisti nel 2022 aveva promesso che si sarebbe dovuto ripartire da un Prg nuovo. “Il Prg approvato nel 2008 immaginava una città megagalattica da 50mila abitanti” ha ricordato Profili “intanto il mondo cambiava e di fatto nel 2014, alla prima approvazione della parte strutturale, la città era diversa”. E più il tempo passava più l’interesse per le aree edificabili diminuiva.
Il consigliere Profili poi affonda richiamando l’emendamento sulle agevolazioni Imu che era stata presentata a dicembre 2024 e bocciata dalla giunta.
“Ora con questa variante da una parte si sistemano delle cose, dall’altra sappiamo che restano invariate le tariffe con le agevolazioni che, se non approvate prima, al massimo partiranno dal 2026”.
Il consigliere Catanossi, approfitta dalla discussione, per criticare l’assessora Protasi: “ho scoperto che domani sera c’è un incontro a San Martino per i lavori delle fogne, sarebbe stato carino che i vari organi pubblicizzassero la cosa. Con gli organi che ci sono bisognava darne comunicazione non fosse per trasparenza che è uno dei doveri che abbiamo come amministratori”.
Critico anche il consigliere Grifoni sulla lentezza dei lavori: “Il sindaco si trincera dietro l’Ufficio del piano (regolatore, n.d.r.), chiamiamolo Ufficio della velocità, così ci stimola a fare di più e velocemente”.
La variante geomorfologica al Prg comunque all’unanimità dei presenti (22 voti favorevoli, 0 astenuti, 0 contrari).
Non c’è nulla da vendere, ma la pratica va votata
Alla presidente Maso illustrare la terza pratica, “l’individuazione della quantità e qualità di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie e determinazione del prezzo di cessione per l’anno 2025” che non ha portato a individuare beni da cedere. Sarcastico il consigliere di opposizione Gianmarco Profili: “Il voto non può che non essere favorevole in quanto gli uffici hanno certificato che non abbiamo aree da vendere”. 21 favorevoli su 21 votanti.
IRPeF, tra errori e gaffe: ma chi fa di conto?
E si arriva alla parte tragicomica della seduta, quella per l’approvazione delle aliquote della “addizionale comunale all’irpef” e soglie di esenzione. Tuttoggi aveva già anticipato la decisione della maggioranza che, incalzata da un emendamento dell’opposizione a rifare i conti (quelli presentati erano su base 2021, l’anno del covid, ovvero del record delle minore entrate, anziché sulla più recente 2023), aveva deciso di innalzare da 10mila a 13mila euro la soglia di esenzione e ad abbassare l’aliquota dell’addizionale dallo 0,8% allo 0,78. Ancora alla presidente Maso (Civici umbri) illustrare la pratica varata dalla commissione bilancio dopo la decisione della Giunta. Non senza enfasi la Maso ha parlato delle importanti novità messe in campo dalla amministrazione. E fin qui può far parte del gioco delle parti. Il brivido lungo la schiena arriva quando la Maso dichiara che “…il beneficio per tutti i contribuenti della riduzione dell’addizionale comunale Irpef, insieme alla previsione di ingenti investimenti nei prossimi anni può contribuire a indurre gli imprenditori a stabilire la sede dell’attività nel nostro territorio…”.
A metterci il carico a briscola è il primo cittadino. Per la verità Andrea Sisti in apertura ha ringraziato l’opposizione per “averci aperto gli occhi e anche la maggioranza per aver ritirato la pratica sull’irpef, approfondire i dati e fare una stima che registra un aumento del 10% dei redditi nel 2023 rispetto al 2022 e anche una differenziazione dei livelli di contribuzione nelle diverse fasce di reddito dei cittadini, delle imprese…”. Già ammettere la cantonata, anche degli uffici, deve essere stato un duro colpo. Dal quale Sisti si riprende velocemente ricordando di aver “azzerato il disavanzo tecnico, io lo chiamo sempre “buco”, la terminologia si evolve, e lo abbiamo azzerato in tre anni”.
E qui un secondo brivido deve essere scorso tra i banchi del centrosinistra che del famoso “buco” di bilancio – formato dal “disavanzo di amministrazione” che non ha trovato colpevoli per la giustizia penale e contabile e dal “disavanzo tecnico” per ulteriori 15 milioni (a seguito dei nuovi parametri imposti dalla legge contabile che comportò per l’amministrazione Cardarelli il ripiano attraverso Cassa deposito e prestiti per 30 anni a tasso zero) – non vogliono più sentire parlare.
Che poi, con l’avanzo di gestione determinatosi negli ultimi anni anche per aver mantenuto al massimo le tasse e imposte, Sisti abbia azzerato il ripiano, può essere anche un merito: bisognerà vedere a quale tasso prenderà, pressoché ridotta la liquidità, quei mutui per gli “ingenti investimenti” a cui forse si riferiva la Maso, con quale istituto di credito, per quanti anni, etc. Ma questo probabilmente lo si scoprirà con il prossimo Bilancio, atteso a breve sui banchi del Consiglio.
Tornando al consiglio di ieri, è a questo punto che comincia la serie di errori madornali. Afferma Sisti: “abbiamo deciso non solo di aumentare la soglia di esenzione Irpef ma di dare un piccolo ma significativo segnale, credo che siano 15 anni che l’aliquota è sempre massima e oggi l’abbassiamo a 0,78%..abbiamo provato a vederla per le tre fasce di reddito ma ci incide in maniera strutturale che non ci possiamo permettere per garantire i servizi”.
Le 3 fasce di reddito rappresentano tre fasce di vita, oggi con questo 0,02 diamo 400 euro in più a chi produce 20mila euro di reddito e 1.000 euro a chi ne produce 50mila, che in un anno li aiuta… Esentiamo 833 lavoratori e 699 pensionati, santo Dio! diamo una risposta a tante persone che possono avere qualcosa in più e diamo una risposta a una città che reclama attenzione, il nostro indirizzo e quello di stare vicino alle persone”.
Ora, basterebbe saper far di conto, almeno per quello che insegnano già alle primarie, per sapere che lo 0,02% di 20mila fa 4 (quattro) euro e non 400. E così 10 euro (e non 1.000) per 50mila euro. Chi abbia passato i calcoli a Sisti e Maso, probabilmente distratti dal vortice dei numeri, non è dato sapere.
Ci ha pensato non senza fatica la consigliera di Alleanza civica Alessandra Dottarelli a spiegarlo a governance e colleghi della maggioranza: “signor sindaco le volevo dire che 0,78% su 20mila euro, lo 0,02% sono 4 euro…”, il Sindaco ribatte e la Dottarelli controreplica “sono 4 euro, è in percentuale sindaco, non è lo 0,2 assoluto…piuttosto che dare 4 euro per 20mila, 6 euro per 30mila…evitiamo questa cosa e aumentiamo la percentuale di esenzione.
Quando poi mi viene a dire che ciò sarà di slancio per l’economia e per le imprese che qui impianteranno le sedi, io trasecolo. Questo è una manovra populista. Dai dati che ci fornite si evince che su 28mila contribuenti, il 41% guadagna meno di 15mila euro… è un tessuto sociale scarno. Su questo vanno fatte delle valutazioni”.
La Dottarelli, come pure prima Cintioli, ritorna sulla necessità di adeguare, come vorrebbe l’articolo 53 della Costituzione sulla necessità di “concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, imposte e tasse proprio sui redditi, andando incontro a chi meno ha.
È vero che dal 2012 Spoleto ha varato una sola aliquota, ma da dicembre scorso, ovvero dall’emendamento dell’opposizione (che a Spoleto va ricordato è bipartisan fra liste e partiti di centrodestra e di centrosinistra), la Giunta a trazione Pd-M5s-Civici umbri aveva il tempo per provare a riformare la norma sull’aliquota Irpef.
Insomma verrebbe da dire che a vestire i panni del Che Guevara sia più l’opposizione che i partiti di maggioranza.
A togliere le castagne dal fuoco ci pensa qualche alleato della giunta il quale, vuoi forse per l’ora ormai prandiale (erano da poco passate le 13), vuoi per evitare di rispondere all’intervento della Dottarelli, abbandona quatto quatto l’aula. Grifoni chiede la verifica dei presenti. 11 in tutto.
Il Consiglio è rinviato a giovedì 20 alle 15.30. Si ripartirà dall’Irpef, chissà se stavolta con l’ausilio delle calcolatrici.
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