Giornata dell’Asperger: «Ognuno ha il proprio ruolo nel mondo»

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di Stefania Supino

Martedì 18 febbraio è la giornata mondiale della sindrome di Asperger, in ricordo del medico austriaco Hans Asperger. Questo disturbo dello spettro autistico limita le capacità di comunicazione e di socializzazione dell’individuo. Può manifestarsi nell’infanzia ma essere diagnosticato anche in età adulta. In Italia colpisce circa 1 persona su 100, ma i dati non sono certi. In Umbria, oltre ai servizi dell’Asl, associazioni come AltrEmenti offrono supporto alle famiglie e ai ragazzi.

Cos’è l’Asperger Nella cinematografia ci sono decine e decine di film inspirati all’autismo. Impossibile non ricordare l’iconico Dustin Hoffman e il giovanissimo Tom Cruise in Rain man del 1988. Oggi, però, parlare di sindrome di Asperger non è corretto perché la diagnosi rientra sotto quella di disturbo dello spettro autistico. Le prime manifestazioni compaiono nell’età evolutiva ma non è sempre facile ricevere una diagnosi, infatti, talvolta il disturbo può essere scoperto anche in età adulta. Chi ne è affetto può avere difficoltà sociali, disturbi sensoriali, movimenti ripetitivi, schemi di pensiero ricorrenti e interessi assorbenti. Spesso la diagnosi arriva tardi, perché i sintomi possono sembrare solo timidezza o eccentricità. Nel nostro Paese si stima che 1 persona su 100 sia affetta da un disturbo dello spettro autistico, ciononostante non esistono numeri certi sulle diagnosi di autismo.

AltrEmenti L’associazione AltrEmenti nasce nel 2017 per offrire supporto ai bambini e ai giovani adulti, insieme alle loro famiglie, che affrontano direttamente il disturbo dello spettro autistico. La presenza sul territorio di associazioni che si occupano di questi disturbi svolge un importante ruolo, specialmente nel fronteggiare la mancanza di servizi da parte della sanità pubblica locale: «Purtroppo le Asl non ce la fanno a fornire tutti i servizi necessari perché i numeri stanno crescendo in maniera importante e noi come associazione vogliamo colmare queste mancanze» racconta Chiara Bacci, direttrice dell’associazione. AltrEmenti ha due sedi operative, una a Corciano e l’altra a Città della Pieve, oltre 40 famiglie iscritte e bambini e ragazzi con un’età compresa fra i 3 e i 20 anni. «Abbiamo un gruppo di specialisti che lavorano per noi. Un team formato da psicologhe, logopediste e una neuropsicomotricista, che realizzano terapie specifiche per questi ragazzi – afferma Chiara e prosegue – facciamo corsi di formazione, organizziamo centri estivi, laboratori di socializzazione, parent- training».

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Sensibilizzare «Cerchiamo di creare dei progetti volti a educare la società e dare la possibilità a questi ragazzi ‘speciali’ di trovare il proprio posto nel mondo – spiega Chiara – inoltre vorremo fare in modo che vengano riconosciuti i diritti delle persone autistiche così che possano avere pari opportunità lavorative nella società e curarli dalla solitudine che li caratterizza». Chiara chiarisce che la condizione di questi ragazzi è una realtà, non una malattia, e non potrà mai essere curata; è fondamentale sottolinearlo. Lontano dagli stereotipi comuni, le persone affette da Asperger esprimono in modi differenti l’affettività verso gli altri. «L’autismo presenta molte forme, sfaccettature e colori – racconta Chiara – purtroppo, la scuola e la società non sono ancora pronte ad accoglierli e a riconoscere la diversità, che è ciò che realmente rappresentano, rendendo difficile accettare tutto ciò che esula dai confini della normalità».

Ispirazione Il coraggio di Chiara e suo marito Daniele nel dedicare il loro tempo in un progetto così lodevole è inspirato da Francesco, il loro primogenito. Dalle vendita di cento copie del libro di Chiara, Amo solo te e i dinosauri, hanno reinvestito i guadagni nell’associazione. Nel libro l’autrice racconta la storia di Francesco rivolgendosi a lui, dai primi mesi di vita fino alla scoperta della diagnosi. «Oggi Francesco ha 16 anni e abbiamo ricevuto la diagnosi di autismo quando ne aveva circa quattro. Ci siamo resi conto che qualcosa non andava quando, all’asilo, mostrava difficoltà nello stare in gruppo e tendeva spesso a isolarsi. Da quel momento, abbiamo compreso che aveva delle caratteristiche un po’ particolari», confida Chiara. Ragazzi come Francesco hanno doti speciali, sono estremamente intelligenti e hanno interessi ristretti e inusuali rispetto a quelli dei loro coetanei.

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