Giganti nel Silenzio, Lajatico: maxi progetto per sette pale eoliche alle spalle del teatro di Bocelli

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LAJATICO. Quando la marcia verso la sostenibilità ambientale rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang e la smania di fare business attraverso le cosiddette “energie rinnovabili”, a cui si continua a dare ossigeno in nome del Pnrr, può diventare un incubo per tutti coloro che ritengono prioritaria la tutela del paesaggio.

Siamo in uno dei comuni toscani che negli ultimi anni hanno fatto proprio della bellezza paesaggistica e della lontananza da ogni tipo di contaminazione la propria bandiera, grazie alla quale sono ormai certificati i vantaggi sotto il profilo del ritorno turistico e, di conseguenza, economico e sociale. Stiamo parlando di Lajatico. Sulla patria del tenore più famoso al mondo, Andrea Bocelli, pende da tempo la spada di Damocle di un maxi parco eolico sul crinale a ridosso della frazione di Orciatico. Un progetto indiscutibilmente – e gravemente, si potrebbe aggiungere – impattante, che causerebbe la cancellazione di uno degli skyline naturalistici più gettonati, fotografati e apprezzati della Toscana, anche perché ogni anno quel panorama fa il giro del mondo essendo lo scenario naturale entro cui è incastonato il Teatro del Silenzio dello stesso Bocelli.

Eppure, sin dal gennaio 2022 c’è qualcuno che punta ad espropriare un’intera collina, destinata ad ospitare una fila di ben sette pale eoliche di oltre duecento metri di altezza e con un basamento in cemento armato di venti metri di diametro e quattro di altezza. Il tutto in un’area interamente boscata e vincolata a ridosso del paese di Orciatico e di due beni culturali di valore indiscusso come la chiesa di San Michele, costruita nel Cinquecento al posto della più antica pieve del XIII secolo, con all’interno il soffitto a unica navata abbellito con le pitture dei Quattro Evangelisti, un organo Tronci e un crocifisso in legno del Settecento, e la Rocca di Pietracassia, che rappresenta un formidabile esempio di architettura alto-medievale, tra le prime fortificazioni longobarde realizzate in Toscana. Qui, secondo la società “Parco Eolico Riparbella srl”, che ha tra i propri soci la “Agsm Aim spa” interamente di proprietà dei Comuni di Verona, al 62%, e di Vicenza, al 38%, sette pale eoliche pronte a impadronirsi del panorama e del cielo ci starebbero proprio bene. Tant’è che l’avvio della procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (la cosiddetta Via) presso l’allora Mite e oggi Mase (ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) c’è già stato. Negli ultimi mesi sono stati decine e decine (oltre cento) i pareri contrari e le osservazioni di semplici cittadini, comitati, associazioni ambientaliste di rilevanza nazionale ed enti locali, tra cui le amministrazioni comunali di Lajatico e Volterra, a cui si sono poi aggiunte le molteplici integrazioni al progetto richieste dalla giunta regionale e dalla Soprintendenza Speciale per il Pnrr.

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Ma a Lajatico non si fidano. È soprattutto il Comitato di difesa del territorio di Lajatico a non fidarsi. I loro componenti – tra cui il presidente Simone Iacorossi (geometra), l’avvocata Serena Baldi e il dirigente aziendale Sergio Nunziati – hanno ben presente che la procedura per la realizzazione dell’opera è tuttora pendente nella sua fase istruttoria al Mase e che da un momento all’altro potrebbe sbloccarsi, anche perché ad oggi non esistono conferme circa il fatto che il ministero abbia trasmesso al promotore del progetto le numerose richieste di integrazioni e modifiche progettuali. «Qualora il progetto venisse realizzato – sostengono dal Comitato – il Teatro del Silenzio non avrebbe più come sfondo le colline tipiche del paesaggio circostante, bensì le enormi sette pale eoliche, venendo così irrimediabilmente deturpato. A ciò si devono aggiungere altre rilevanti controindicazioni: la presenza del vicino osservatorio astronomico che viene utilizzato per fare ricerca anche da importanti università europee; la sproporzione tra l’altezza massima delle pale e la naturale configurazione del territorio circostante; l’impatto acustico sulla popolazione di Orciatico; il transito nella zona di convogli eccezionali per il trasporto delle torri; le tonnellate e tonnellate di cemento armato che dovrebbero finire nei basamenti a sostegno delle torri; la cantierizzazione e realizzazione di chilometri di strade ex novo nella vegetazione con il disboscamento di un’area di 134mila metri quadrati».

A Lajatico e in tutta la Valdera, quindi, resta la paura per la possibile nascita di un ecomostro. Sbandierato come “green” ma pur sempre un ecomostro. Ora si spera in un intervento risolutore della Regione. Al presidente Eugenio Giani, la scorsa estate in occasione del Teatro del Silenzio, i rischi legati al progetto sono stati spiegati tutti. Un aiuto per far dormire sonni tranquilli potrebbe arrivare dal disegno di legge sulle aree idonee agli impianti Fer (acronimo di Fonte di Energie Rinnovabili) che sta preparando la stessa Regione. «Abbiamo avuto contatti con l’assessora Monia Monni – concludono dal Comitato – affinché si arrivi ad inserire il comune di Lajatico tra le aree non idonee».

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