farmacie
19 Febbraio 2025
Aumenta il numero di farmacisti che operano come liberi professionisti con partita Iva, secondo i consulenti commercialisti, va fatta una valutazione dei costi, soprattutto alla luce della crescente carenza di personale. A proporre una prima analisi è lo Studio Bacigalupo Lucidi
di Simona Zazzetta
Negli ultimi anni, il panorama occupazionale delle farmacie italiane ha visto un aumento del numero di farmacisti che operano come liberi professionisti con partita Iva. Questa tendenza impone, secondo i consulenti, un’attenta valutazione dei costi, soprattutto alla luce della crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. A proporre una prima analisi è lo Studio Bacigalupo Lucidi.
Costi del farmacista dipendente: calcolo omnicomprensivo
L’analisi, in primo luogo, prende in considerazione il costo aziendale omnicomprensivo di un farmacista collaboratore assunto a tempo pieno con contratto da dipendente (1° livello) che si aggira generalmente tra i 40 e i 45 mila euro l’anno. Poi scompone questa cifra sulle 46 settimane effettive di lavoro, considerando ferie, permessi, festività e malattia, si ottiene un costo settimanale di circa 913 euro, che equivale a 183 euro giornalieri e, con una giornata lavorativa di otto ore, a 23 euro orari.
“È però anche vero – fa notare Roberto Santori il commercialista dello studio che propone l’analisi – che la carenza, ormai diventata quasi cronica, di farmacisti collaboratori in questi ultimi anni ha comportato nei fatti un aumento del loro “potere contrattuale”, con l’effetto nel concreto di indurre la farmacia datrice di lavoro a incentivare in vari modi e sotto vari profili l’avvio e/o la conservazione del rapporto di lavoro dipendente, riconoscendo cioè, tanto per esemplificare, premi di produzione e/o fringe benefit di diversa natura con inevitabile crescita del costo orario dai predetti € 23 a un valore che certo non di rado può diventare pari a € 25/26, se non talvolta di più”.
Farmacisti liberi professionisti: i costi da considerare
Dal canto loro i farmacisti liberi professionisti “quindi con partita iva, che fatalmente si rivelano dunque sempre più numerosi”, chiedono tariffe orarie variabili, con una forbice che va dai 30 ai 50-60 euro nei giorni festivi o negli orari notturni. Sebbene il ricorso a questa tipologia di lavoratori “può in alcuni casi diventare inevitabile, soprattutto in momenti emergenziali”, è necessario valutare la sostenibilità economica di tali costi rispetto a quelli di un dipendente.
Considerando i minori vincoli contrattuali legati al rapporto di lavoro autonomo, uno standard equo e sostenibile per il compenso orario di un farmacista a partita IVA nei giorni feriali dovrebbe essere compreso tra 30 e 35 euro.
Se si prende come riferimento il costo orario di 35 euro e si considera la marginalità media della farmacia pari al 32%, il farmacista libero professionista deve generare un fatturato orario di almeno 109 euro. A questo valore si aggiunge l’IVA, calcolata con un’aliquota media del 12%, portando il totale delle vendite necessarie a coprire il solo costo del professionista a 122 euro all’ora. Su una giornata lavorativa di otto ore, il fatturato minimo richiesto per garantire la sostenibilità di questa forma contrattuale raggiunge i 976 euro.
Questo importo, come spiega l’esperto, serve esclusivamente a coprire il costo del farmacista, senza contribuire alle spese generali della farmacia (canone di locazione, utenze, ecc.) o alla formazione dell’utile aziendale, un aspetto “troppo spesso sottovalutato” nelle valutazioni di convenienza.
Questa analisi evidenzia come il ricorso ai farmacisti a partita IVA debba essere attentamente valutato, bilanciando esigenze di flessibilità con la sostenibilità economica della farmacia. Se da un lato la contrattualizzazione con partita IVA offre maggiore elasticità, dall’altro i costi possono rapidamente diventare difficili da sostenere senza un adeguato volume di vendite. In un contesto in cui la carenza di personale qualificato spinge verso soluzioni alternative, le farmacie devono considerare attentamente il rapporto costi-benefici tra dipendenti e liberi professionisti per garantire un equilibrio economico ottimale.
Fonte:
https://www.piazzapitagora.it/
TAG: FARMACISTI DIPENDENTI, PARTITA IVA, BILANCIO D’ESERCIZIO, FARMACIE
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