Energia e Casa comune. Arcidiocesi di Torino: nasce la Fondazione per le comunità energetiche

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La diocesi di Torino ha promosso la Fondazione Energie di Comunità Ets per sviluppare comunità energetiche rinnovabili. Il progetto, sostenuto dal Politecnico di Torino, coinvolge già 150 soci tra parrocchie e famiglie e punta a contrastare la povertà energetica attraverso un modello di condivisione solidale

(Foto La Voce e il Tempo)

L’attenzione della Chiesa per la transizione ecologica si è sviluppata a livello nazionale a seguito dell’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’, del 24 maggio 2015. Un momento chiave del processo di sensibilizzazione verso le tematiche ambientali è da attribuire alla 49ª Settimana sociale di Taranto, svoltasi nell’ottobre 2021, che ha esortato le comunità cristiane a promuovere la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili. Da quel momento, anche la diocesi di Torino si è mobilitata per avviare un processo di transizione ecologica. “Subito dopo Taranto abbiamo avviato i lavori – spiega Alessandro Svaluto Ferro, direttore dell’area carità e azione sociale dell’arcidiocesi di Torino e referente della pastorale sociale e del lavoro – anche se l’operatività è datata 2022, quando abbiamo istituito un gruppo di lavoro dedicato. Nel tempo, il gruppo si è arricchito, diventando una realtà tecnica e multidisciplinare. In particolare, nell’ultima fase, quando si è deciso di fondare un ente promosso dalla diocesi, abbiamo potuto contare sul contributo di giuristi, commercialisti, tecnici e ricercatori”.

Nel novembre 2024, l’arcidiocesi di Torino ha promosso la creazione della Fondazione di partecipazione Energie di Comunità Ets, un ente giuridico finalizzato allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili sul territorio diocesano.

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La Fondazione non si limita a Torino: il suo obiettivo è supportare anche le diocesi del Piemonte che vogliono intraprendere lo stesso percorso. La presentazione ufficiale della fondazione si è svolta il 1° febbraio 2025, segnando una svolta decisiva verso la concretizzazione del progetto che, come spiega Svaluto Ferro, “si basa su un modello federale che lascia autonomia alle singole configurazioni territoriali, pur garantendo un coordinamento centrale attraverso la fondazione”. La diocesi di Torino ha potuto contare sin dal principio sul supporto del Politecnico di Torino, che è immediatamente diventato partner fondamentale del progetto, fornendo studi di prefattibilità per valutare i bisogni energetici delle configurazioni territoriali e analizzando i consumi per ottimizzare la produzione energetica. “L’obiettivo è installare impianti fotovoltaici e, in alcuni casi, eolici – spiega Svaluto Ferro – che superino il fabbisogno delle parrocchie, mettendo a disposizione l’energia prodotta per l’intera comunità”.

Così entra in gioco l’elemento cardine del progetto promosso da Torino: la dimensione comunitaria.

“Le parrocchie entreranno prevalentemente come prosumer all’interno di ogni configurazione, investendo nella realizzazione di impianti fotovoltaici non solo per coprire il proprio fabbisogno energetico, ma anche per sostenere la comunità – prosegue Svaluto Ferro –. Il concetto di comunità è centrale: vogliamo costruire legami a partire dalla conversione ecologica. La tariffa incentivante sarà gestita con priorità solidali e sociali, per favorire il benessere collettivo”. Per tutto questo, il Politecnico di Torino ha sviluppato una start-up grazie alla quale i cittadini interessati possono registrarsi come prosumer o semplici consumatori. Il sistema è concepito per distribuire i benefici economici in modo equo e solidale: una parte dei proventi sosterrà le parrocchie che hanno investito nel progetto, un’altra sarà destinata a contrastare la povertà energetica e il resto verrà redistribuito tra produttori e consumatori virtuosi.

A oggi, circa 150 soci tra parrocchie, famiglie e altre realtà locali hanno già aderito alle quattro configurazioni territoriali attive.

Inoltre, diverse diocesi piemontesi hanno manifestato interesse a unirsi al progetto e, a livello nazionale, vi sono contatti con le diocesi di Cremona e Treviso, già attive nella costituzione di comunità energetiche. Un altro elemento centrale del progetto è la divulgazione. “A partire da maggio 2025 – afferma Svaluto Ferro – prenderà il via un programma formativo per animatori di comunità energetiche rinnovabili, promosso dall’arcidiocesi di Torino in collaborazione con scuole e università. L’idea è di inserire dentro le varie configurazioni territoriali queste figure che vadano a promuovere una cultura della sostenibilità anche e soprattutto in termini di cambiamenti negli stili di vita, sia nella logica della riduzione, sia dell’efficientamento”. Il card. Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino, ha avuto un ruolo determinante in questo progetto. “Il suo appoggio è stato fondamentale – conclude Svaluto Ferro – la fondazione nasce infatti per volontà dell’arcidiocesi di Torino e la sua figura è stata decisiva in qualità di fondatore e promotore”.





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