Elezioni in Germania, come si vota domenica 23 febbraio 2025

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Elezioni in Germania, il paese si prepara a rinnovare il parlamento. Il 23 febbraio i cittadini tedeschi eleggeranno i deputati del Bundestag, la camera principale che ha il potere di fare le leggi e di eleggere il cancelliere (l’equivalente del nostro presidente del Consiglio). Il sistema parlamentare tedesco prevede anche una seconda camera, il Bundesrat, dove siedono i rappresentanti dei 16 stati federali (Länder), ma questi ultimi non vengono eletti direttamente dai cittadini bensì nominati dai governi regionali. L’appuntamento elettorale arriva in anticipo rispetto alla scadenza naturale di settembre 2025, dopo che il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha perso la fiducia del parlamento alla fine del 2024. Sarà anche il primo test della riforma elettorale del 2023, che ha ridisegnato le regole per l’elezione dei deputati del Bundestag.

Come si vota in Germania

I tedeschi hanno costruito il loro sistema elettorale dopo la Seconda guerra mondiale con un obiettivo preciso: evitare che un solo partito possa conquistare troppo potere. Per questo hanno ideato un complicato meccanismo che combina elementi proporzionali e maggioritari il quale favorisce la creazione di coalizioni ma al contempo garantisce che il parlamento rispecchi il più possibile la volontà degli elettori. Il risultato è uno dei sistemi più stabili d’Europa, tanto che dal dopoguerra a oggi la Germania ha avuto solo nove cancellieri.

Ma come funziona concretamente questo sistema basato sulle coalizioni? Il meccanismo chiave è il doppio voto: ogni elettore ha diritto a due voti sulla stessa scheda. Con il primo voto (Erststimme) sceglie direttamente la persona che vorrebbe come deputato nel proprio collegio elettorale. Il candidato che prende più voti nel collegio viene eletto direttamente al Bundestag. Con il secondo voto (Zweitstimme), invece, l’elettore sceglie un partito. È questo il voto più importante perché determina quanti seggi avrà ciascun partito in parlamento. I partiti presentano liste diverse in ognuno dei 16 stati federali (Länder) e, per entrare in parlamento, devono superare la soglia del 5% dei voti a livello nazionale.

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Proprio questo meccanismo del doppio voto creava in passato un problema: poteva succedere che un partito ottenesse più seggi diretti nei collegi di quanti ne avrebbe dovuti avere in base alla percentuale del secondo voto. Per non penalizzare nessuno, si assegnavano seggi aggiuntivi di compensazione agli altri partiti. Il risultato? Nelle elezioni del 2021 il parlamento era arrivato a ospitare ben 736 deputati, diventando uno dei più numerosi al mondo. Per questo una riforma del 2023 ha fissato un tetto massimo di 630 parlamentari, introducendo un limite fisso come quello che esiste in Italia.

Chi sono i candidati e cosa potrebbe succedere

In testa ai sondaggi con il 30% c’è la Cdu/Csu, il partito che per sedici anni ha espresso la cancelliera Angela Merkel. Oggi è guidato da Friedrich Merz, che ha impresso una svolta più conservatrice al partito, soprattutto sul tema dell’immigrazione. La Cdu/Csu è l’equivalente tedesco di quello che in Italia era la Democrazia Cristiana: un grande partito di centro che guarda a destra. La vera sorpresa di queste elezioni potrebbe essere Alternative für Deutschland (AfD), un partito di estrema destra nato nel 2013. Secondo l’ultimo sondaggio di Politico del 12 febbraio, l’AfD raggiungerebbe il 22% dei consensi, diventando il secondo partito del paese. La sua leader Alice Weidel ha ricevuto l’appoggio di figure internazionali come Elon Musk e il primo ministro ungherese Viktor Orbán, contribuendo a rendere più accettabile un partito che fino a poco tempo fa era considerato tabù nella politica tedesca.

I socialdemocratici della Spd, il partito dell’ex cancelliere Scholz sfiduciato alla fine del 2024, sono crollati al terzo posto con il 16%. È un dato storico per quello che è stato uno dei due grandi partiti tedeschi del dopoguerra. Seguono i Verdi con il 13%, mentre i tre partiti più piccoli – i liberali dell’Fdp, la sinistra radicale Die Linke e il nuovo movimento Bsw nato da una scissione a sinistra – rischiano di non superare la soglia del 5% necessaria per entrare in parlamento.

Ma cosa succederà dopo il voto? Anche se la Cdu/Csu dovesse vincere come previsto, formare un governo non sarà facile. Merz ha già detto che non si alleerà mai con l’AfD, nonostante abbiano votato insieme alcune leggi sull’immigrazione in parlamento. Vorrebbe fare un governo a due, o con i Verdi o con la Spd, evitando coalizioni più ampie che in passato hanno creato molti problemi. Ma i numeri potrebbero costringerlo proprio a cercare un’alleanza a tre, se i partiti più piccoli dovessero entrare in parlamento. Sarebbe uno scenario complicato con tanti partiti diversi costretti a mettersi d’accordo per governare.



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