De Castro: l’Ue vuole un’agricoltura più forte? La Pac va semplificata

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«Una vittoria su più fronti per l’agricoltura italiana»: raggiunto da ItaliaOggi, l’ex europarlamentare e due volte ministro dell’agricoltura, Paolo De Castro, definisce così il paper che il neocommissario Ue all’agricoltura, Christophe Hansen, ha redatto per il futuro dell’agroalimentare in Europa. A distanza di cento giorni dal mandato affidatogli dalla presidente Ursula von der Leyen, Hansen presenterà domani, 19 febbraio, la sua vision al collegio dei commissari. Poi, assieme al collega Raffaele Fitto, responsabile per le politiche di coesione, lo illustrerà all’opinione pubblica.

Domanda. Il documento Hansen cambia l’approccio di Bruxelles verso l’agricoltura: c’è il riconoscimento della specificità agricola nell’approccio ambientale. Se fino ad oggi il primario era visto come grande inquinatore, ora potrà contribuire alla transizione ecologica. Cambia tutto?

Risposta. È una discontinuità importante: la dimensione economica e sociale diventa prioritaria rispetto a quella ambientale. Tornano temi come la competitività del settore; il rafforzamento delle filiere per non far perdere valore agli agricoltori rispetto ad attori più grandi; l’etichettatura per rendere i consumatori consapevoli dell’origine delle materie prime; una Pac più competitiva e meno burocratica; la promozione sui nuovi mercati che si voleva eliminare per carni e vini. L’agricoltura non è più sul banco degli imputati, torna protagonista.

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D. Prossimi passi?

R. Il commissario ha in mente di presentare in aprile un regolamento omnibus di semplificazione della Pac. Tra “Gaec”, ecoschemi, super condizionalità e condizionalità, diversi agricoltori non hanno fatto più domanda perché la Pac è troppo complessa. È successo pure in Germania. Hansen ha anticipato anche il varo a marzo di un nuovo regolamento sul vino, che si sommerà ad altri due provvedimenti: uno sull’Ocm e uno sulle pratiche sleali. In tutto, saranno quattro.

D. A proposito di vino, il commissario Ue ha fatto riferimento al report di Bruxelles che vorrebbe reintrodurre etichette allarmistiche sulle bottiglie e inasprire le accise?
R.
Quello è solo uno staff document della commissione. La commissaria Ue alla salute, Stella Kyriakides, ha detto che non c’è alcuna urgenza e che in agenda non c’è nulla. Certo, il tema della sensibilità salutistica resta sul tavolo, come il Nutriscore. Tornerà nel dibattito, magari con una visione più europea.

D. Il commissario Hansen apre a nuovi meccanismi di remunerazione delle pratiche virtuose. La logica delle penalità viene sostituita dagli incentivi?

R. Sì ed è interessante. L’agricoltore fa il suo mestiere di imprenditore: cerca di fare profitto e ridurre i costi. Se gli chiedi di fare di più, devi dargli un incentivo. L’amministrazione Biden negli Usa lo aveva già fatto, introducendo un pacchetto di sostegno alla sostenibilità per i farmers da 20 miliardi di dollari.

D. Prevede nuovi regolamenti sulle norme ambientali?

R. Adattamenti ci vorranno. Lo vedremo nelle proposte e negli atti regolamentari dei prossimi mesi. Immagino che un cambiamento di rotta non potrà non trasformarsi in correzioni in ambito ambientale e non solo agricolo. Ma, a monte, c’è il tema delle risorse finanziarie che preoccupa. Von der Leyen ha anticipato lo scorporo delle spese in difesa dal patto di stabilità; va accompagnato dall’emissione di eurobond. O dalla disponibilità degli stati Ue di mettere mano al portafogli. Altrimenti, tutto si tradurrà in un taglio netto alla Pac.

D. C’è una frase nel report che sostiene che non si possono vietare principi attivi pericolosi nella difesa delle colture senza l’offerta di alternative credibili.

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R. È una vittoria. Nessuno vuole interrompere il percorso di cancellazione dei principi attivi pericolosi, ma gli agricoltori chiudono e non producono più se non ci sono soluzioni adeguate a sostituirli. Dunque, chiediamo: perché le Tea, che non sono ogm, non sono in vigore, nonostante a luglio 2023 la commissione abbia prodotto un documento sul tema? Perché non c’è un programma sulle nuove innovazioni meccaniche volte a rendere efficiente l’uso della chimica?

D. Nel report c’è però un richiamo alla reciprocità con i partner commerciali.
R.
Il nodo sono i prodotti che entrano nell’Ue, per cui i controlli sono demandati agli stati membri. Possono i Paesi Bassi, da soli, controllare la quantità travolgente di merci che entrano nel porto di Rotterdam? C’è un tema di rispetto delle regole. Se la carne avicola argentina importata non deve contenere antibiotici, dev’essere verificabile. Idem per la reciprocità su benessere animale e lavoro minorile, imposte negli accordi commerciali tra Ue e stati partner.

D. Da ultimo, i consumatori finalmente sapranno da dove vengono i prodotti agricoli alla base del cibo che consumano.

R. Questa è una vittoria del sistema Italia che da sempre combatte per il principio di trasparenza. I consumatori devono essere sicuri dell’origine della materia prima prevalente utilizzata. Poi, il gioco si fa sul prezzo. Non occorre indicarla per l’intero elenco delle materie prime utilizzate, ma l’ingrediente caratterizzante deve essere trasparente.

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