Atrani, il Comune chiarisce la propria posizione sul Piano di Zona e contesta la ricostruzione fatta dalla stampa

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E’ di stamani il comunicato stampa dell’Ufficio Stampa del Comune di Atrani con cui viene chiarita la  posizione del comune rivierasco in merito ad un articolo pubblicato su un quotidiano provinciale lo scorso il 15 febbraio, dal titolo “Piano di Zona, via libera al rafforzamento”, e successivamente ripreso da alcune testate on line.

“E’ doveroso fornire una serie di chiarimenti -si legge nel comunicato del Comune di Atrani- per garantire a chi legge un’informazione completa e veritiera. L’articolo, ribadiamo datato 15 febbraio 2025, fa riferimento alla riunione del 28 gennaio, avvenuta ben 18 giorni prima ma  descritta come un evento accaduto “nei giorni scorsi”. Già questa tempistica, alquanto tardiva, solleva dubbi sul reale scopo della pubblicazione. La narrazione dei fatti fornita nel testo, inoltre, sembra confermare la volontà di non dare al lettore le informazioni necessarie per poter elaborare un’idea chiara di quanto accaduto”.

“L’astensione del Comune di Atrani -spiega il Comune di Atrani- non è stata una decisione improvvisata o priva di fondamento: è il risultato di precise motivazioni, istituzionali e tecniche. In particolare, all’ordine del giorno della riunione non era stata allegata alcuna documentazione esplicativa riguardante il programma proposto, ma solo un generico titolo dell’argomento da discutere, per cui non si è ritenuto opportuno esprimere un voto su una questione di tale rilevanza senza avere accesso alle informazioni necessarie per una valutazione ponderata. Sarebbe stato un atto superficiale ed irresponsabile. Per questo motivo, il Comune di Atrani ha formalizzato la propria posizione con una nota ufficiale protocollata (Prot. 0000737 del 28-01-2025), nella quale si sottolinea che: 

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  • L’assenza di documentazione dettagliata impedisce ai rappresentanti comunali di comprendere appieno i contenuti del piano e le ricadute sui servizi socio-sanitari locali.
  • Non sono state fornite informazioni circa le funzioni di responsabilità (UOS) che si intendono assegnare né il suo ambito operativo.
  • Non risultavano disponibili dettagli sull’entità e sull’utilità del lavoro straordinario oggetto della discussione, né l’impatto economico né quello funzionale sull’ufficio di piano”.

“Di fronte all’assenza di queste informazioni -prosegue il comunicato- il Comune di Atrani non ha ritenuto corretto esprimersi: votare “sì” o “no” senza conoscere nei dettagli le implicazioni della scelta sarebbe stato un atto superficiale e non rispettoso nei confronti dei cittadini”.

“Altro elemento che desta parecchie perplessità -denuncia il Comune di Atrani- è il fatto che nell’articolo siano riportati dettagli sulle votazioni, incluso il dato dell’astensione, quando i Comuni coinvolti non hanno ancora ricevuto il verbale ufficiale della riunione. Questo significa che il giornalista in questione è entrato in possesso di informazioni che gli enti locali stessi non hanno ricevuto. Chi ha fornito questi dettagli alla stampa? E perché si è scelto di evidenziare l’astensione di Atrani e degli altri due comuni senza spiegare i motivi che l’hanno determinata? Un’informazione seria e corretta dovrebbe basarsi su dati oggettivi, che non lascino spazio a interpretazioni o possibili strumentalizzazioni”.

“L’astensione di Atrani non è un rifiuto del Piano di Zona -si legge ancora- ma una richiesta di chiarezza, trasparenza  e responsabilità che ad oggi, nonostante numerose sollecitazioni, non sembra trovare ancora un riscontro. Ogni scelta amministrativa deve essere basata su dati certi, e non su atti formali privi di contenuto che non sono funzionali allo scopo per cui il Comune di Atrani intende continuare a lavorare: garantire servizi efficienti frutto di decisioni responsabili e ben ponderate, nell’esclusivo interesse delle comunità”.

“Infine, ma non meno importante, ci chiediamo: perché il rafforzamento del Piano di Zona -conclude il comunicato stampa del Comune di Atrani- viene proposto solo ora, nel momento del passaggio delle attività alla nuova Azienda Consortile? Ricordiamo che dal 2018 ad oggi risultano non spesi circa 5 milioni di euro del solo Fondo di Povertà destinati ai servizi socio-sanitari. Perché queste risorse non sono state utilizzate negli anni precedenti per garantire un miglioramento costante ed efficace? A nostro avviso questi interrogativi sulla reale gestione delle risorse e sulle motivazioni dietro l’attuale accelerazione del processo meriterebbero di trovare risposte celeri ed esaustive”.



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