Dalla Sala Tatarella della Camera dei Deputati, nel tardo pomeriggio del lunedì è andato in scena un evento organizzato dal Lazio Club Montecitorio per celebrare il 125° anniversario della Società Sportiva Lazio. Nell’anno giubilare, come già anticipato dal Presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni, le iniziative prolifereranno anche nei prossimi mesi. Poco prima delle ore 20, il Presidente della Lazio Claudio Lotito è intervenuto davanti ai presenti. Al suo fianco anche i calciatori Nicolò Rovella e Gustav Isaksen. «Mi fa piacere vedere che i colori della Lazio uniscano. Sono inclusivi. Vedo i rappresentanti di varie posizioni politiche. Significa che ci accomunano dei sentimenti autentici, un modo di essere, un modo di vivere, un assetto valoriale da mettere in campo. Noi puntiamo su risultati che siano frutto del merito. Contro il Napoli avremmo meritato di vincere, ma il pallone è rotondo e quella carambola ci ha condannati: un rimbalzo clamoroso, quello che ha colpito Marusic e si è tramutato nel gol del 2-1 partenopeo. Noi siamo qui per diffondere l’orgoglio dell’appartenenza, siamo nati nel 1900. Siamo stati eletti a Ente Morale, perché un mio predecessore durante la guerra donò il campo per gli orti di guerra, per dare la possibilità alla gente di sfamarsi», ha evidenziato il patron biancoceleste.
COMPORTAMENTI – Lotito ha proseguito sottolineando quanto i comportamenti dei calciatori siano praticamente inappuntabili sul terreno di gioco. «L’arbitro del weekend mi ha detto che la nostra squadra non si fa mai rimproverare per i comportamenti sul rettangolo verde. Noi siamo persone per bene e ci vogliamo distinguere dagli altri». Subito dopo, una menzione per l’adesivo che raffigura la stella di David accanto allo stemma della S.S. Lazio e alla scritta “Peggior nemico”, apparso allo stadio Tardini nel corso di Parma-Roma. «Oggi avete visto lo striscione apparso a Parma. Se lo avessero fatto i laziali sarebbe successo un cataclisma. Quando ho prelevato questa società, veniva attaccata come antisemita, razzista, sessista.
Oggi noi abbiamo un Presidente, il sottoscritto, che è il capogruppo della Commissione Segre, un consigliere che è il presidente della Fondazione Shoah e un consigliere alla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza. Noi vogliamo tenere atteggiamenti di un certo tipo in campo. A volte dagli spalti sento la gente ribellarsi, qualcuno vorrebbe comportamenti meno esemplari di quelli che siamo soliti tenere in campo. Noi dobbiamo allenare fisico e mente, ma anche lo spirito. A Formello stiamo costruendo l’Academy con altri 7 campi, uno studentato, la scuola, un albergo e la chiesa, presto vedrete tutto», ha affermato.
MERCATO E STADIO – A questo punto, il Presidente Lotito è tornato sulle scelte del mercato estivo, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. «Tutti parlano dei risultati dei miei predecessori, ma noi abbiamo portato una società forte e anche dei risultati. Ricordo che a luglio mi dicevano di aver preso un allenatore scarso, calciatori scarsi. Mi ricordo che facevo le battute su Ricci, dicevo che con i ricci io mangiavo gli spaghetti, poi ho preso Rovella che vale 100 volte tanto. Avete visto Isaksen? Io lo chiamo simpaticamente “Il salmone”, ora ha cominciato a capire come si gioca qui, vi darà grandi soddisfazioni. Ha capito che bisogna combattere, perché il nostro motto è “non mollare mai”». C’è tempo per tornare sul pareggio di sabato pomeriggio col Napoli. «Se la partita fosse durata altri 5 minuti la avremmo vinta, ho visto Conte che non vedeva l’ora che finisse, si sbracciava chiedendo il fischio finale». Poi, il progetto del nuovo Stadio Flaminio. «Noi siamo qui per rimarcare l’orgoglio dell’appartenenza, vogliamo fare calcio e sport in modo diverso dagli altri. Spero di costruire lo stadio, ci sto lavorando, abbiamo presentato un progetto ad un’amministrazione comunale molto disponibile, nonostante il sindaco sia romanista. Si è compiaciuto per il progetto, questo dimostra che noi facciamo le cose serie per la città, i cittadini, la gente. Siamo convinti che faremo ulteriori proseliti».
LA VICENDA DEL FALCONIERE – «Perché è stato tolto il falconiere? Perché non aveva più i nostri valori, quelli del rispetto dell’essere umano, della serietà e della formazione. Il falconiere che andava nella scuole dopo quello che aveva fatto e detto, quale esempio poteva dare? Da padre di famiglia ho ritenuto – in base alla clausola che consentiva la rescissione immediata per violazione del codice etico – di rescindere il contratto». Ma non finisce qui: Lotito si dice al lavoro per un nuovo falconiere e un nuovo rapace. «Ora troveremo chi andrà a rappresentare in modo diverso e adeguato il nostro simbolo. Sedici anni fa nessuno sapeva cosa potesse comportare la presenza dell’aquila dal punto di vista emotivo. Capisco che oggi ho privato i bambini dell’emozione di vedere l’aquila, ma la riporterò. La nostra aquila diventerà il simbolo a cui tutti dovranno attenersi». Infine, l’annuncio e il ringraziamento alla platea gremita: «Non disperate: noi ci siamo, ci saremo e combatteremo fino alla fine per trasformare questa forza del credere e del combattere grazie alle prestazioni sul campo. Grazie a tutti a voi che credete in questi valori!».
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