Le serre sono essenziali per la coltivazione di ortaggi e piante ornamentali tutto l’anno, ma la loro struttura le rende vulnerabili all’eccessivo accumulo di calore durante i mesi estivi. Per evitare danni come lo stress termico delle piante e la “scottatura” di foglie e frutti, talvolta si ricorre all’impiego di vernici ombreggianti, applicate sulla copertura delle serre (sia in plastica che in vetro) per ridurre la quantità di luce che penetra al loro interno.
Queste vernici ombreggianti sono diluite con acqua e applicate a mano, attraverso l’uso di lance. La copertura ombreggiante crea un microclima più fresco e una minore incidenza della luce solare, garantendo condizioni ottimali per lo sviluppo delle piante e migliorando quindi la produzione.
Solitamente, l’applicazione delle vernici ombreggianti avviene manualmente, utilizzando lance o pompe a pressione. Tuttavia, questa pratica presenta numerosi problemi. Prima di tutto a livello di sicurezza, visto che gli operai devono salire sulle strutture alte diversi metri, con il rischio di cadute o incidenti.
Inoltre l’applicazione a mano comporta tempi elevati: per coprire 1 ettaro, una squadra di due-tre persone impiega circa tre giorni di lavoro. Infine c’è un problema di uniformità, visto che l’applicazione manuale, spesso eseguita da posizioni precarie, può risultare irregolare, influendo sull’efficacia della schermatura.
Droni: l’alternativa tecnologica e sicura
L’utilizzo dei droni per applicare le vernici ombreggianti ha rivoluzionato questa operazione, migliorandone la sicurezza, l’efficienza e la precisione. Roberto Buoli, contoterzista di Gussola (Cremona), ci racconta come la sua azienda abbia adottato questa tecnologia, ottenendo risultati sorprendenti.
“Con il drone, 1 ettaro può essere completato in tre-quattro ore, contro i tre giorni richiesti dall’applicazione manuale”, spiega Buoli, che gestisce l’azienda insieme al fratello Rossano. “Inoltre, l’uso del drone elimina il rischio per gli operatori, che non devono più salire fisicamente sulle serre”.
Il T30 utilizzato per le applicazioni
(Fonte Foto: Roberto Buoli, contoterzista)
Come avviene l’applicazione tramite drone
Per effettuare questo genere di operazioni serve rivolgersi a contoterzisti specializzati, che hanno l’attrezzatura, la formazione e i permessi necessari per operare. Come ci racconta Roberto, che utilizza droni DJI forniti dalla ditta Aermatica3D, i lavori di ombreggiamento delle serre nel 2024 sono stati svolti con un drone DJI Agras T30, dotato di un serbatoio da 30 litri per la soluzione ombreggiante e ugelli per l’applicazione.
Il cantiere di lavoro si svolge in quattro fasi.
Preparazione del prodotto
La vernice viene diluita con acqua (360 litri per ettaro) per garantire il grado di copertura ideale. “Non tutte le vernici vanno bene per l’applicazione tramite drone, devono infatti possedere le giuste caratteristiche di viscosità, come abbiamo avuto modo di scoprire sulla nostra pelle”, sottolinea Roberto Buoli.
Programmazione del volo
Il pilota del drone definisce dei percorsi di volo preimpostati, in modo da offrire una copertura uniforme, senza fallanze.
Il volo del drone visto real time dal telecomando del pilota
(Fonte foto: Roberto Buoli, contoterzista)
Operazione
Ogni volo dura circa cinque-otto minuti e consente di applicare 30 litri di soluzione. Per 1 ettaro, sono necessari circa dodici voli (360 litri ad ettaro). Il drone, dopo aver irrorato la soluzione, torna alla base, dove viene cambiata la batteria e riempito il serbatoio. “Alla base station ci sono sempre due batterie sotto carica, in modo che ce ne sia sempre una disponibile per far decollare il drone”.
Due passaggi
Per una copertura ottimale si effettuano due applicazioni a distanza di circa un’ora. In questo modo si raggiunge un livello di ombreggiamento ottimale per molte colture, anche se per altre, più delicate, servirebbero tre o più passaggi.
Vantaggi dei droni nell’ombreggiamento delle serre
L’utilizzo dei droni per applicare le vernici ombreggianti porta con sé numerosi vantaggi, a partire dalla maggiore sicurezza per gli operatori. Grazie alla gestione a distanza, non è più necessario salire fisicamente sulle strutture delle serre, eliminando così il rischio di cadute o incidenti. Questa innovazione consente agli agricoltori di svolgere le operazioni in modo sicuro ed efficace, riducendo al minimo i pericoli legati al lavoro in altezza.
Un altro aspetto fondamentale è l’efficienza: i droni permettono di coprire ampie superfici in tempi molto più brevi rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, garantiscono una distribuzione uniforme del prodotto, regolabile in base al tipo di vernice e alle specifiche esigenze delle colture. La loro versatilità li rende utilizzabili sia su serre in vetro che in plastica, adattandosi così a una vasta gamma di strutture agricole e situazioni climatiche.
“Se con il DJI T30 riuscivamo a lavorare circa 3 ettari di serre al giorno, con il nuovo DJI T50 la produttività sarà ancora più alta, visto che il serbatoio più ampio permette un payload maggiore e quindi un numero minore di soste per cambiare batterie e riempire il tank”, ci spiega Buoli, che insieme al fratello è stato tra i primi in Italia ad utilizzare i droni in agricoltura, offrendo ad esempio il servizio di lancio di insetti utili.
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