Bisogna anticipare il Piano asilo e immigrazione previsto nel 2026 e sperare che la Corte di Giustizia Ue scongiuri la fragile argomentazione di qualche toga che ostacola le politiche di rimpatrio Ue. Davanti a questori e prefetti il premier Giorgia Meloni manda un messaggio preciso alla magistratura italiana che con la sua giurisprudenza creativa in materia di «Paesi sicuri» e rimpatri accelerati ostacola il Protocollo Italia-Albania, nel giorno in cui il commissario Ue all’Interno Marcus Brenner loda il modello degli hotspot extra Ue previsto dall’accordo tra Roma e Tirana e invoca una cornice giuridica europea sui rimpatri accelerati.
La direttiva Ue del 2008 sul tema rimpatri è ormai superata, sostiene il premier, che invoca l’entrata in vigore anticipata del «Patto di immigrazione e asilo sulla definizione di Paesi sicuri», anche «per fare un po’ di chiarezza su un tema molto controverso e oggetto di provvedimenti giudiziari che appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano». Il messaggio alle toghe più ideologiche è chiaro: «Anche l’argomentazione della supremazia della normativa europea rispetto alla normativa italiana, in base alla quale si giustificherebbe la disapplicazione della norma italiana sui “Paesi sicuri”, se posso dire appare fragile, atteso che per esempio il più grande paese europeo, la Germania, rimpatria migranti in Afghanistan senza che questo sia reputato dai giudici tedeschi in contrasto con la normativa europea. Chiaramente sarà importante su questo fare chiarezza e l’auspicio è che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio non solo dell’Italia ma di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea», ha sottolineato la Meloni.
Il calo degli sbarchi del 60% ribadito dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi fa il palio con la diminuizione dei morti in mare, passati a circa 1.600 del 2024 dai 2.200 del 2023: «Diminuire le partenze, stroncare il business dei trafficanti, è l’unico modo di ridurre il numero delle persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e la Ue. Non c’è niente di più importante che salvare una vita umana», sottolinea il primo ministro, che ribadisce il contributo dell’Italia nel cambiare l’approccio europeo sulle migrazioni. «Se oggi – ha sottolineato la Meloni – la priorità sono i partenariati paritari con i Paesi di origine e transito e non più la distribuzione all’interno dei confini europei di un flusso migratorio che non si può gestire, se la priorità non è più questa ma la difesa dei confini e se si parla di rafforzamento della politica dei rimpatri, che è la prossima sfida, se le nostre soluzioni innovative, a dispetto di quel che alcuni pensavano, sono guardate con interesse e attenzione, penso che si debba al lavoro fatto fin qui».
Ma qual è il modello che l’Italia vuole esportare? “Si sviluppa – ha spiegato il premier – su quattro direttrici: lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, costruzione di un nuovo modello di cooperazione e sviluppo con i paesi di partenza e di transito dei migranti, promozione di percorsi di migrazione legale concordata e conseguentemente più integrabile, soluzioni innovative per ridisegnare il governo dei flussi migratori». «Sono quattro direttrici che ci hanno consentito di registrare la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale e con questo la diminuzione delle morti in mare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia e anche la riduzione complessiva degli ingressi irregolari in Ue su altre rotte come quella balcanica».
Anche di questo si discuterà domani all’incontro con il commissario Ue Brunner, in Italia per incontrare la Meloni, Piantedosi ma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e la titolare del Lavoro Marina Elvira Calderone.
Sul tavolo, «oltre alla prossima strategia per la sicurezza interna ci sarà – dicono fonti Ue – il nuovo approccio comune sui rimpatri, la cooperazione con i Paesi partner nella gestione della migrazione e l’attuazione del Patto su migrazione e asilo». Nell’agenda di Brunner è inoltre prevista una visita all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
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