carnevale in Basilicata , Storia , tradizione e mistero nascosto in una maschera

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Dopo il Festival di Sanremo ecco un altro appuntamento a cui gli italiani non fanno mancare la loro partecipazione, soprattutto al Sud. Il Carnevale, infatti, deve avere inizio sempre 70 giorni prima della domenica di Pasqua, che quest’anno cade il 20 aprile. Proprio da oggi 16 febbraio, detta Settuagesima (tempo di carnevale- terza domenica precedente la quaresima) inizia il cammino per portarci fino al 4 marzo (il cinque sono le ceneri). In tutto questo periodo fervono preparativi e soprattutto vengono programmate iniziative nei vari paesi. In Lucania il Carnevale è un evento molto sentito dalle popolazioni locali perché è nella storia diventato un fortissimo patrimonio identitario e culturale. Le maschere di Carnevale tipiche della Lucania hanno origini molto antiche e sono legate a tradizioni arcaiche e contadine. Sono figure allegoriche spesso dall’aspetto anche molto grottesco. Nei cento trentuno borghi lucani il carnevale non si fa aspettare, da tempo sono stati inseriti in calendario tanti e diversi appuntamenti per celebrare degnamente questo appuntamento come si dice: ”Dove ogni scherzo vale: oppure a carnevale si conosce chi ha la gallina grassa”. In tutti i paesi lucani tipicità e storie identitarie affollano i rituali ma in alcuni si racconta meglio il rito del carnevale. Da Aliano, Montescaglioso, Stigliano, Lavello Satriano di Lucania. San Mauro Forte e di Tricarico. In particolare, il carnevale di Satriano è un’antica festa popolare che si svolge il sabato e la domenica prima del martedì grasso. E’ ritenuto il più  suggestivo della Basilicata. L’unicità di questo rito carnevalesco è data dalla presenza di tre maschere tipiche che sfilano per le vie del paese: Rumita, Urs e Quaresima. Alcune pagine di storia, raccontano che nel XX secolo le maschere richiamavano il tema dell’emigrazione e del ritorno alla terra natia. A partire dagli anni 2000 e ancor di più dal 2013,  la figura del romita è stata accostata quella dell’uomo-albero che si fa portatore di valori ecologici e naturalistici. A Tricarico si parla di carnevale come transumanza. La domenica che precede il martedì grasso si svolge una sfilata simile a quella in onore di Sant’Antonio Abate. Dopo il pranzo di gruppo e la sfilata pomeridiana accompagnata da carri, l’enorme fantoccio di carnevale viene bruciato mentre Quaremma piange la sua morte. A Montescaglioso, c’è il carnevalone con una serie di cortei carnascialeschi. Ad Aliano ci sono le maschere cornute. Maschere che rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai coloratissimi cappelloni che ne decorano il capo. Le maschere sono protagoniste di una commedia improvvisata, detta “Fras”. A Stigliano, paese del pistacchio, le origini del carnevale risalgono all’antica tradizione dei maestri cartapestai di Lecce. La tradizione nasce nel 1985 quando alcuni insegnanti della scuola elementare hanno creato i primi carri allegorici, protagonisti indiscussi della manifestazione. A Lavello, la maschera principale è il “Domino”. Si tratta di una lunga tunica di colore rosso con un cappuccio sul capo. Chi la indossa ha il volto coperto da una maschera. Sono i domini i protagonisti dei cosiddetti “festini”, delle feste danzanti improvvisate che si svolgono in alcuni punti del paese. I domini prendono per mano i visitatori e li invitano a ballare, offrendo loro caramelle o dolci. A San Mauro Forte, in provincia di Matera, ci sono i campanacci: il Campanaccio è un’originalissima e antichissima manifestazione popolare. Ha origini legate ai riti pagani propiziatori, in particolare, quelli del culto della terra e della transumanza. Introduce la festa del Carnevale, divenendo una delle manifestazioni carnevalesche tra le più popolari in Basilicata. Carnevali minori e non tanto. A Viggianello ci sono i carri allegorici con Pagliarino la maschera tipica. A Teana il carnevale si caratterizza per la particolare maschera dell’Orso, dove natura, tradizione e scaramanzia si uniscono. A Satriano di Lucania c’è quello con la maschera tradizione du Rumit (eremita) : Un uomo vegetale completamente ricoperto da foglie di edera. Maschera silente  che l’ultima domenica prima del martedì grasso gira le strade del paese strusciando il fruscio ( un bastone  con un ramo di pungitopo) sulle porte delle case). Chi riceve la visita du Rumit rispetta il suo silenzio e in cambio di un buon auspicio dona qualcosa. Insomma il Carnevale lucano richiama alla luce ogni anno antiche tradizioni popolari riuscendo a coinvolgendo gran parte della popolazione. Un’occasione per condividere la cultura e l’amore per le proprie origini.

Oreste Roberto Lanza

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Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all’intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.





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