Bologna, dopo l’aumento dei biglietti dei bus ora si tratta: rispunta l’eco-ticket. Ma si muove il fronte anti Lepore

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di
Daniela Corneo

Coalizione civica vuole eliminare la scadenza dal biglietto green. Pressing sul servizio di Tper. E a sinistra si coagula una grande alleanza contro il sindaco

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La giunta a Palazzo d’Accursio sta lavorando a una serie di correttivi alla tanto contestata manovra che prevede il rincaro dei biglietti del bus che passeranno, per la corsa singola, da 1,50 a 2,30 euro. Sul tavolo del sindaco è arrivata, attraverso Coalizione civica, la proposta molto concreta, messa nero su bianco anche da un documento ufficiale della seconda forza di maggioranza, di apportare delle migliorie al titolo di viaggio «eco-ticket», di fatto dimenticato e poco comunicato negli ultimi anni. Una proposta che piace, che è già stata testata in passato e che quindi nei prossimi giorni potrebbe entrare tra i correttivi immaginati dall’amministrazione per venire incontro a quelle categorie che, nonostante l’abbonamento al bus abbia subito un rincaro solo del 3%, fanno comunque fatica a sostenere questa spesa mensile o annuale.

Come funziona l’eco-ticket

Coalizione nel suo documento inquadra con chiarezza queste categorie: «Lavoratori precari e intermittenti o disoccupati che, nonostante gli abbonamenti calmierati, non possono affrontarne l’acquisto, perché superiore alle loro capacità di spesa, già fortemente compromessa e indebolita dal rialzo degli affitti, dall’inflazione e dal folle aumento di luce e gas». L’«eco-ticket» era stato pensato anni fa per i periodi di stop alla circolazione di alcuni veicoli inquinanti durante il periodo invernale e prevede attualmente una scadenza a sei mesi. Il costo attuale è di 45 euro, passerà a 65 euro. Ma garantisce viaggi illimitati per 20 giornate: come fare 20 abbonamenti giornalieri a 3,25 euro, un innegabile vantaggio, considerando che il giornaliero dall’1 marzo passerà da 6 a 9 euro. Coalizione ha chiesto di fatto di togliere l’eco-ticket dalla soffitta e di eliminare la scadenza a sei mesi, il che lo renderebbe utilizzabile sempre, una volta sostenuta la spesa.




















































La qualità del servizio 

Poi certo, oltre al tema dei correttivi, quello che (non certo da ieri) si sta ponendo con forza al sindaco e a Tper è il tema della qualità del servizio. Perché un conto sono i rincari su un servizio che garantisce certi standard, un altro sono i rincari su un servizio che ha molti punti deboli. Li segnalano gli utenti a più riprese. Li mette nero su bianco Coalizione nel suo documento: «Nell’ultimo anno e mezzo per il sommarsi di vari fattori esogeni, dalla Garisenda alla mancanza cronica di personale dell’azienda Tper e di autisti in tutta Italia, sono state moltissime le corse saltate e quindi chilometri di servizio non erogati. Qualunque utente del Tpl quest’anno ha vissuto l’esperienza di aspettare anche 50 minuti corse che dovrebbero avere una frequenza di 10 minuti: chiediamo che vengano puntualmente applicate all’azienda le penali previste dal contratto, in estrema trasparenza».

Le proteste a sinistra di Coalizione civica

Certo è che il malcontento in città cresce e il rincaro dei bus è riuscito a compattare un ampio fronte, ancora più a sinistra di Coalizione, anzi in aperto contrasto con Coalizione da quando è entrata a far parte del governo della città. A guidare l’«onda» del malcontento c’è il comitato Besta che l’altra sera ha mobilitato associazioni eco, sindacati di base, associazioni studentesche, collettivi, comitati di vario genere, partiti di estrema sinistra e che si è dato un ruolo di «collante» nelle battaglie che uniscono il fronte sociale e quello ambientale. Il sit-in dell’altra sera era solo un «assaggio», fanno sapere gli attivisti che nelle prossime settimane organizzeranno la grande manifestazione dell’1 marzo, giorno in cui entreranno in vigore i rincari. E avvisano: «Oltre a lavorare perché il fronte del dissenso sia ampissimo, faremo un’iniziativa creativa sui bus, ci faremo sentire e vedere».

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