Ciò che mancava ad Adam Silver. Adesso anche Wemby. Ed è impossibile combattere contro la forza del mare.
Mentre il Commissario improvvisa cambiamenti su cambiamenti per cercare di restituire dignità al fine settimana delle star, queste, le star, sono impegnate in altro.
Ad alcune persone non importa di niente – né del pubblico, né delle persone nell’arena, né del sudore dell’organizzazione – tranne di godersi qualche pomeriggio di risate in mezzo a un programma così estenuante. E non c’è altra scelta che accettarlo.
Un nuovo gnomo è apparso nel giardino dell’All-Star Weekend, complicando ulteriormente le cose per l’unica categoria che prima era sfuggita all’imbarazzo. Il concorso di abilità. Un format ripetitivo e obsoleto, che non mette nemmeno alla prova l’abilità (a vedere il mulino robotico dei ‘punti’) e che ieri sera, per miracolo, non ha smesso di essere una gara.
Dalla legge la trappola, e dalla trappola la legge. L’NBA è sfuggita per un pelo alla grottesca discesa di aver permesso a Chris Paul e Victor Wembanyama di raggiungere la finale.
Una regolamentazione imprecisa e interpretabile
Nella gara di abilità ci sono due tipi di ostacoli: passaggio e tiro. E il criterio principale per qualificarsi non è quanto bene si fa, ma il momento in cui lo fai.
Tuttavia, per superare ciascuno di essi, ciò che serve è diverso. I passaggi devono essere fatti passare attraverso il canestro a prescindere, essendo il punto principale di stagnazione e ciò che tende a determinare il vincitore. Ma non con le iniezioni. Poiché il regolamento recita quanto segue:
«Il giocatore completa i tiri da tre posizioni nel seguente ordine, avanzando in ogni posizione quando effettua un tiro o dopo tre tentativi di tiro validi.»
Nemmeno i tiri liberi di Shaquille
La guardia e (il centro?) degli Spurs hanno letto il volantino, hanno individuato il varco e hanno provato ad attraversarlo.
I lanci non avrebbero dovuto essere effettuati. Basta toglierli di mezzo. Ed è esattamente ciò che fecero.
Sia Wemby che Paul si limitarono a togliere le palline dal carrello senza la minima vergogna, come se stessero svuotando un cesto della biancheria. E quindi: uno, due, tre. E poi.
CP3 e Wemby sono stati SQUALIFICATI dopo aver tentato di hackerare la NBA Skills Challenge 😭 foto.twitter.com/lXoyha5IQ4
– Rapporto Bleacher (@BleacherReport) 16 Febbraio 2025
Il duo degli Spurs ha cercato di superare in astuzia tutti, mentre il Chase Center si riempiva di fischi mentre li vedevano mettere in atto il loro sporco trucco. L’organizzazione cominciò a tremare, temendo il peggio se avesse dato il suo “ok” a quello che sembrava un precedente terribile e, come i giocatori di San Antonio, anche loro fecero ricorso alle regole, dove trovarono la salvezza.
«Colpi validi».
Si resero presto conto che raccogliere le palline e lanciarle ovunque non rientrava nel concetto di “tiro valido” e certamente non rispondeva allo spirito della competizione. Frode alle normative e squalifica immediata.
“Hanno giocato per vincere (…), ma hanno decisamente barato”, ha detto con un sorriso Donovan Mitchell, incoronato campione della gara insieme al suo compagno di squadra ai Cavaliers, Evan Mobley.
Idea di Wembanyama
Il giocatore del secondo anno degli Spurs si è sempre distinto per la sua capacità di bilanciare la sua eccessiva pubblicità con un carattere piuttosto discreto, sia dentro che fuori dal campo. Ma ieri sera ha infranto le sue stesse regole e non ha esitato ad ammettere chi aveva architettato l’inganno, trascinando dentro un veterano come Chris Paul.
“Era roba mia. E non me ne pento. “Penso che sia stata una buona idea”, ha detto il francese dopo la squalifica.
Ha funzionato, in senso stretto, in termini di tempo. Wembanyama e Paul hanno concluso con il miglior tempo del primo round, con un cronometro di 47,9 secondi. “Avevamo il miglior record. “I numeri parlano da soli”, ha affermato Wemby, per nulla sconcertato.
Il mantello di Draymond Green
Draymond Green, l’altro finalista dell’evento insieme a Moses Moody in rappresentanza dei Golden State, ha in parte giustificato il piano del giocatore francese. “Non mi è piaciuto vederlo lanciare la palla in quel modo. Ma è vero che Wemby ha trascorso un bel po’ di tempo in campo chiedendo a tutti: “Devi segnare un gol o ne bastano tre?”. Chiaramente non lo ha chiesto alle persone giuste, ma a sua discolpa dirò che almeno lo ha chiesto a molte persone.
DRAYMOND GREEN ALLA SFIDA DI ABILITÀ. 😭🔥 foto.twitter.com/fHbaLshMGZ
— NBACentel (@TheNBACentel) 16 Febbraio 2025
“Se non fossero stati squalificati, penso che avremmo finito tutti per fare la stessa cosa loro. “Giocate per vincere”, ha riconosciuto Mitchell, dimostrando, in un certo senso, che la NBA ha fatto bene a squalificarli per evitare che il danno si estendesse a tutti i partecipanti.
“Abbiamo provato qualcosa che pensavamo ci avrebbe permesso di vincere”, ha affermato Chris Paul, complice, autore e collaboratore necessario. “L’idea era di ottenere il miglior tempo… è stato divertente.”
Il trofeo va a Cleveland
Con un tempo in finale di un minuto esatto, Mobley e Mitchell hanno battuto Green e Moody che, dopo un buon turno di qualificazione, hanno visto come Green avesse difficoltà con alcuni ostacoli, in particolare il passaggio del petto anteriore, superando il suo tempo e rendendo così il Sfida delle competenze 2025 era diretto a Cleveland.
I CAVS (MOBLEY E MITCHELL) SONO I 2025 #KiaSkills CAMPIONI 🏆 foto.twitter.com/blkOMl2v5G
– NBA (@NBA) 16 Febbraio 2025
È la seconda volta in tre anni che i Cavs vincono questa competizione, con Evan Mobley come loro talismano. Nel 2022, la franchigia dell’Ohio ha già vinto il campionato con il suo tridente formato da Darius Garland, Jarrett Allen e lo stesso Mobley.
L’altra squadra che ha partecipato questa prova e caduto al primo turno, era composto da due esordienti provenienti da franchigie diverse. La prima e la seconda scelta del Draft 1, Zaccharie Risacher (Atlanta Hawks) e Alex Sarr (Washington Wizards).
(Foto di copertina Kyle Terada-Imagn Images)
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