TRENTO. “Contratto di filiera Trentingrana: il sapore
della qualità e della sostenibilità”. È il titolo del progetto presentato durante
il convegno ospitato alla sala riunioni della Federazione Provinciale
Allevatori a Trento alla presenza, tra gli altri, del presidente di
Trentingrana-Concast Stefano Albasini e del presidente della Federazione
Trentina Allevatori Giacomo Broch.
L’iniziativa si colloca nell’ambito dei contratti di filiera
agroalimentare, strumenti di sostegno agli investimenti nel settore previsti
dal del MIPAAF (selezionato nell’Avviso pubblico n. 182458 del 22 aprile 2022,
posizionandosi all’8° posto su 318 domande di accesso alle agevolazioni).
Il progetto, promosso dal Consorzio dei Caseifici Sociali
Trentini (Concast) e coordinato dal Ciheam Bari, prevede il coinvolgimento di
quattro enti di ricerca nazionali: il Dipartimento di Medicina Veterinaria
dell’Università di Bari Aldo Moro, il Dipartimento di Scienze Mediche
Veterinarie dell’Università di Bologna, il Dipartimento di Agronomia, Animali,
Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente dell’Università di Padova e la Fondazione
Edmund Mach di San Michele all’Adige.
L’iniziativa si concentra su tutte le fasi della produzione
del Trentingrana, con interventi mirati allo sviluppo di tecniche di
alimentazione di precisione per migliorare il benessere animale e la qualità
del latte, all’applicazione dell’economia circolare nella gestione dei
sottoprodotti della filiera, al miglioramento della genetica bovina per una
maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e allo sviluppo di indicatori di
biodiversità per la valorizzazione dei pascoli montani.
Il progetto coinvolge 25 soggetti beneficiari, tra cui 18
imprese agricole attive nella produzione primaria tra Trentino-Alto Adige,
Lombardia e Puglia, 5 imprese di trasformazione e commercializzazione dei
prodotti localizzate in Trentino-Alto Adige e Lombardia, 1 impresa di
stagionatura, confezionamento e commercializzazione in Trentino-Alto Adige e
i 5 enti di ricerca. Gli investimenti ammissibili ammontano a 43.803.088,91
euro, di cui 34.162.838,60 destinati al Trentino-Alto Adige (pari al
77,99%), 6.640.250,31 alla Lombardia (pari al 15,16%) e 3.000.000 alla
Puglia (pari al 6,85%).
“Si tratta di un progetto pionieristico che valorizza
l’intera filiera trentina, dagli allevamenti alla trasformazione fino alla
commercializzazione” ha dichiarato Stefano Albasini.
“L’obiettivo è migliorare la sostenibilità e la resilienza
degli allevamenti in alta montagna, applicando soluzioni innovative per la
gestione della filiera” ha aggiunto Vincenzo Verrastro, coordinatore del
progetto per il Ciheam Bari.
Con questa iniziativa si punta a garantire la sostenibilità
dell’intera filiera, in coerenza con i sei obiettivi ambientali previsti dal
Regolamento (UE) n. 852/2020, che comprendono la mitigazione dei cambiamenti
climatici, l’uso sostenibile delle risorse idriche e la transizione verso
un’economia circolare. Tutte le aziende aderenti dispongono della
Certificazione di Filiera UNI EN ISO 22005 e della certificazione di
sostenibilità UNI EN ISO 14067:2018 relativa all’impronta climatica dei
prodotti.
Il progetto di ricerca si svilupperà nell’arco di trentasei
mesi. La conclusione è prevista entro il 2027 e si concentrerà su tutte le fasi
di produzione del formaggio Trentingrana. Nel corso del convegno è stato dato
inoltre spazio alla valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione, al
ruolo delle specie microbiche nei sieroinnesti e agli indicatori di
biodiversità ed ecosistemi nei prati-pascoli. In chiusura, sono stati
illustrati i risultati attesi, con benefici per la qualità del Trentingrana, la
sostenibilità della filiera e la competitività del settore.
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