Un appello per il futuro dell’Italia: sostenere la ricerca scientifica

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La ricerca scientifica rappresenta un elemento strategico per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Tuttavia, la ricerca pubblica in Italia continua a soffrire di risorse limitate e spesso non gestite in modo trasparente.

I numerosi appelli lanciati per decenni dalle più prestigiose istituzioni italiane sulle condizioni in cui versano i finanziamenti alla ricerca scientifica non hanno trovato la dovuta attenzione da parte dei decisori politici. La disillusione conduce sempre più spesso i giovani ricercatori a trovare altre destinazioni dove veder valorizzato il rigoroso lavoro svolto, creando uno spaventoso esodo a senso unico di tante eccellenze italiane verso istituzioni di ricerca straniere. Conosciamo quello che si perde ogni anno nel non alimentare le passioni di chi vuole studiare, capire, ricercare in ogni angolo del paese, in ogni centro di ricerca, in ogni disciplina.

La senatrice a vita Elena Cattaneo ha lanciato un accorato appello al Senato affinché si ponga rimedio a questa situazione. Con la mozione illustrata il 12 febbraio 2025, la senatrice Cattaneo chiede interventi concreti per garantire il finanziamento stabile alla ricerca pubblica, la creazione di bandi con tempistiche certe e la costituzione di un’agenzia indipendente che gestisca la valutazione di progetti, in linea con quanto avviene in pressoché tutti i Paesi europei.

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Oggi, in Italia, come ribadito dalla senatrice Cattaneo, non esiste un ricercatore che, nonostante anni di studio e lavoro ricchi di risultati, possa contare su opportunità di finanziamento che garantiscano una concreta prospettiva di prosecuzione e sviluppo in ambiti internazionalmente competitivi. I programmi di finanziamento, come i PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale), sono stati intermittenti, di entità variabile e quasi sempre modesta, caratterizzati da bandi pubblicati con ritardi insostenibili, graduatorie che slittano continuamente e criteri di selezione assai spesso poco trasparenti.

Sono stati da poco comunicati i risultati del bando FIS 2 (Fondo italiano per la scienza) una tipologia di finanziamento che si dovrebbe ispirare all’ERC (European Research Council), il più prestigioso programma dedicato alla ricerca nella comunità europea; tuttavia, nonostante il nobile principio ispiratore, i FIS presentano diverse criticità rispetto ai progetti ERC.

Secondo i dati ministeriali, il FIS 1 ha avuto uno stanziamento di 50 milioni di euro con 1.912 proposte presentate, delle quali 47 ammesse a finanziamento. Il Mur sul bando FIS 2 ha stanziato 338 milioni di euro, ha ricevuto 2.289 proposte e ha finanziato 106 progetti. Per il FIS 3 il MUR ha messo una dotazione di 475 milioni di euro e vedremo quante proposte arriveranno.

Rimane, quindi, significativo il divario tra l’Italia e le principali economie europee e mondiali in termini di investimenti in R&S. I dati OCSE 2022 indicano che l’investimento in ricerca, sommando componente pubblica e privata, in Italia è stato del 1,3% del PIL, rispetto al 2,3% della Francia, al 3,1% della Germania e molto al di sotto della media europea pari a 2,2%.

Da qui i ripetuti appelli della comunità scientifica ai decisori politici di implementare e garantire risorse strutturali per la ricerca scientifica in modo da raggiungere almeno lo 0,75% del PIL (rispetto all’attuale 0,50%), portando l’investimento al livello dei grandi Paesi europei.

Tuttavia, non è solo questione di denaro, ma di metodo nella distribuzione delle risorse e di tempistiche nel dare risposte ragionevoli a chi presenta un progetto innovativo, ma che potrebbe diventare obsoleto per i tempi “incerti” della valutazione. Infatti, la valutazione degli ultimi bandi PRIN e FIS ha subito ritardi, con una media di 14 mesi dalla sottomissione delle varie proposte alla comunicazione degli esiti. È importante e rispettoso verso chi dedica tempo ed energie che il MUR garantisca tempi ragionevoli e certi per la valutazione delle proposte.

Inoltre, la percentuale di progetti finanziati con il FIS 2, nella categoria advanced, è stata meno del 3% (per l’esattezza 2,92%); per gli starting è stato del 10.66%, per i consolidator del 4.05%, il totale del success rate di tutti i settori è stato del 6,1% (dati aggiornati all’11 febbraio), molto al di sotto dei progetti finanziati dai bandi ERC, il cui successo si attesta intorno al 12% ed oltre per la stessa fascia di età professionale. Come nel caso dei PRIN, la valutazione dei progetti finanziati si basa su poche righe di stringati commenti, mentre i progetti non ammessi a finanziamento si devono accontentare dell’indicazione di non ammissibilità al finanziamento, senza poter beneficiare delle criticità evidenziate dai revisori, utili per migliorare la qualità del progetto stesso e magari ripresentarlo. Tutto ciò è profondamente diverso dalla consuetudine che prevede commenti ben articolati proprio ai progetti non finanziati per i bandi “Excellent Science”, siano essi ERC o MSCA, a cui il FIS si ispira.

È quindi comprensibile la contestazione degli studiosi per le valutazioni generiche dei FIS, per i tempi delle valutazioni e per la scarsa efficienza del sistema di valutazione.

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Sosteniamo pertanto la mozione della senatrice a vita Elena Cattaneo per una presa d’atto da parte del governo e un intervento del MUR per sanare queste mancanze; serve rendere il finanziamento alla ricerca stabile e strutturale. La ricerca del nostro Paese aspetta e merita di poter contare su un’Agenzia, o su un suo equivalente paragonabile ai modelli europei, che gestisca fondi pubblici su base competitiva, in modo autonomo e trasparente, ispirato a criteri e procedure di valutazione internazionalmente condivisi, con esiti chiari, espliciti e con tempi certi.

Siamo certi che i decisori politici coglieranno l’importanza di questi passi in un momento storico in cui è necessario consolidare i frutti dell’impegno straordinario rappresentato dal PNRR, impegno a cui università ed enti di ricerca pubblici hanno risposto condividendo energie, esperienza, infrastrutture e cultura scientifica frutto di decenni di lavoro svolto in condizioni spesso indegne di un grande Paese. I benefici di scelte coraggiose e innovative si estenderanno ben oltre il presente.

Firmatari
Antonio Musarò (Sapienza Università di Roma)
Elisabetta Cerbai (Università di Firenze)
Michele Simonato (Università di Ferrara)
Guido Poli (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano)
Thomas Vaccari (Università degli Studi di Milano Statale)
Marco Onorati (Università di Pisa)
Mattia Crespi (Sapienza Università di Roma)
Micaela Morelli (Università di Cagliari)
Fabio Benfenati (Università di Genova)
Girolamo Calò (Università di Padova)
Renato Bernardini (Università di Catania)
Antonella Scorziello (Università di Napoli)
Paola Fadda (Università di Cagliari)
Donatella Petretto (Università di Cagliari)
Massimo Stefani (Università di Firenze)
Silvia Piconese (Sapienza Università di Roma)
Alessandra Carucci (Università di Cagliari)
Marilena Formato (Università di Sassari)
Cristina Cabras (Università di Cagliari)
Luciano Colombo (Università di Cagliari)
Sara Landini (Università di Firenze)
Marco Tamietto (Università di Torino)
Luca Bonini (Università di Parma)
Maurilio Sampaolesi (Sapienza Università di Roma)
Duccio Cavalieri (Università di Firenze)
Giovanni Modugno (Università di Firenze)
Maurizio Battino (Università Politecnica delle Marche)
Bruno Mezzetti (Università Politecnica delle Marche)
Alessandro Reali (Università di Pavia)
Erasmo Carrera (Politecnico di Torino)
Nicola Bellomo (Politecnico di Torino)





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