“Questo non è un sacrario, è uno dei pilastri su cui abbiamo costruito la nazione. Per questo continuiamo a onorare questo patrimonio di memoria e lo difendiamo con la speranza che ricordi all’umanità il dramma delle guerre. La guerra ha strappato una generazione. Questi” soldati “non hanno avuto famiglia, figli, vita. Come oggi in Ucraina non ce l’avranno 2mila persone: 2mila persone in meno, rispetto a ieri, vivranno oggi in Ucraina. Sono ucraini e russi. Domani ci saranno altre 2mila” persone in meno e avanti così. “Lo stesso in Congo e in altre parti del mondo”. “Il dramma dell’umanità è che non impariamo mai”. Lo ha detto, oggi a Gorizia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo alla cerimonia di riapertura, dopo alcuni lavori di riqualificazione, del Sacrario militare di Oslavia, che custodisce le spoglie di soldati morti durante la Grande guerra.
Dopo aver deposto una corona d’alloro in onore ai caduti, Crosetto si è inginocchiato. “Rappresentando il governo e quindi l’Italia – ha precisato a margine – non posso che inginocchiarmi davanti i nomi delle persone che hanno contribuito a costruire lo Stato nel quale siamo. Non ce ne dimentichiamo. Sono morte centinaia di migliaia di italiani, giovani in queste terre. Ricordarci ogni giorno cosa significa sacrificare le vite dei giovani ci aiuta a evitare che in futuro tragedie come queste ritornino nella nostra nazione. Le abbiamo a poche centinaia di chilometri da qui e in questo momento stiamo cercando di farle finire”. Secondo il ministro “è fondamentale preservare luoghi come questi ed è assurdo, e mi sento ferito, quando altri luoghi poco lontano da qua rimangono lasciati deperire”. Un riferimento poi ai militari italiani all’estero, che sono “benvoluti” per il loro atteggiamento. Perché in Niger è rimasta l’Italia? “Non è per Giorgia Meloni o per il Colosseo, è perché si sono sentiti rispettati dai soldati italiani”. Questa è “una nostra peculiarità che deve essere messa a servizio delle altre nazioni”.
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