La
produzione industriale italiana continua a crollare: per il 23° mese
consecutivo si registra un calo, con un bilancio annuo negativo del
3,5% nel 2024 rispetto all’anno precedente. È il peggior dato
dalla crisi del 2008-2009, esclusi gli anni della pandemia
ovviamente. Il Governo Meloni, invece di intervenire, si limita a
cercare scuse e nel frattempo continua a tagliare le risorse per le
imprese: il fondo automotive è stato ridotto del 75% e i
finanziamenti per le politiche industriali caleranno drasticamente
dai 5,8 miliardi del 2024 fino a soli 1,2 miliardi nel 2027. Intanto,
i costi dell’energia stanno soffocando le aziende: “Anche sul
versante economico – sottolinea la segretaria Chantal Bomprezzi -
questa destra non sa che pesci pigliare e finge di non vedere
l’imminente desertificazione industriale del Paese“.
Se la
situazione nazionale non è affatto positiva, nelle Marche è
addirittura peggiore: “Per 28 mesi consecutivi, la nostra
regione è la maglia nera d’Italia per il calo delle imprese -
tuona Bomprezzi. Dal 31 ottobre 2022 al 31 gennaio 2025, le Marche
sono sempre ultime per calo di imprese attive; qui chiude una impresa
ogni 37 minuti!”.
Come
confermano i dati della Camera di Commercio (pagina Open data),
la nostra regione si distingue per le peggiori performance del Paese,
con picchi di calo anche di -5,17% (maggio 2024). Nello stesso
periodo (28 mesi), sono ben 32.795 le imprese che hanno cessato
l’attività, con una media di 1.171 cessazioni al mese: “Dietro
questi numeri impressionanti ci sono lavoratori, famiglie, drammi
economici e sociali che la destra regionale e nazionale continuano ad
ignorare. Occorre un piano serio ed efficace per risollevare la
nostra economia fatta di piccole e piccolissime imprese” propone
la Segretaria Dem.
Il
Partito Democratico delle Marche pone in evidenza come, di fronte a
questa situazione, la giunta Acquaroli rimanga immobile, incapace di
mettere in campo soluzioni concrete per arginare il tracollo
economico: “Mentre il Presidente della Regione si rifugia in un
silenzio imbarazzante, il tessuto produttivo marchigiano si sgretola
giorno dopo giorno. L’inazione del centrodestra è sotto gli occhi
di tutti e si somma alle scelte scellerate del Governo nazionale, che
prima ha deciso di escludere le Marche dalla Zona Economica Speciale
(la ZES si ferma in Abruzzo) e poi annulla anche la Zona Franca
Urbana per le imprese del sisma“.
Il
Partito Democratico denunciò questa grave discriminazione,
evidenziando come la nostra regione avesse tutti i requisiti per
rientrare nella ZES: il terremoto, l’alluvione, il crollo di Banca
Marche e la pandemia hanno lasciato cicatrici profonde sul
territorio, che avrebbe bisogno di incentivi concreti per attrarre
investimenti e rilanciare il lavoro.
Di ieri invece, la scelta del Governo Meloni di non rinnovare la Zona
Franca Urbana (ZFU) per le imprese del Cratere sismico: “Questo
no da parte della destra al potere – sostiene Bomprezzi – significa
che le agevolazioni fiscali per le aziende che ancora lottano per
restare in piedi dopo il terremoto del 2016 verranno eliminate”.
Il Partito Democratico aveva presentato un emendamento per prorogare
questa misura, ma la destra lo ha bocciato senza neanche discuterlo.
“È
chiaro – sottolinea la Segretaria PD – che il centrodestra ha voltato
le spalle alle imprese del cratere sismico, condannandole alla
chiusura. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si riempiono la
bocca con slogan sulla ricostruzione, ma nei fatti hanno deciso di
abbandonare queste aziende al loro destino”.
“Di
fronte a questo disastro – denuncia Chantal Bomprezzi – il Governo
Meloni e la giunta Acquaroli continuano a negare l’evidenza e a non
offrire soluzioni; nemmeno ci provano. Se la Presidente del Consiglio
è preoccupata per le prossime elezioni regionali, ha tutte le
ragioni di esserlo. I marchigiani hanno visto sulla propria pelle
l’incompetenza della destra, incapace di risollevare l’economia,
sostenere le piccole imprese e rilanciare il lavoro. Il Partito
Democratico continuerà a lottare per un’alternativa seria e
concreta, perché le Marche meritano molto di più di questo
disastro“.
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