Lentamente si spengono alcuni paesi del nostro Appennino. Lentamente muoiono i cinema, i cui edifici ormai vuoti rimangono appesi a un destino fumoso. Lentamente sfioriscono alcuni palazzi di enorme valore storico e culturale ridotti a carcasse che imputridiscono proprio nel cuore della città. È a queste narrazioni che ci porta (parte) della settimana di BolognaToday Dossier.
Siamo partiti dalla triste parabola di Palazzo Orsi, un tempo lussuosa dimora della famiglia di Guglielmo Marconi, oggi tempio dell’incuria. Gli antichi fasti, gli alloggi per studenti, i lavori rimandati, la caduta di calcinacci, i bivacchi di disperati. Noemi di Leonardo – chiedendosi come sia possibile lasciare marcire così un tal gioiello – ha ricostruito la storia del declino (e catturato le immagini) del fu splendido edificio del ‘500, bene storico, che versa in stato di semi abbandono…peraltro non in un posto dimenticato da Dio, ma solo a pochi passi dalle Due Torri.
Abbandonati in via definitiva, invece, il Capitol e numerosi altri cinema. È così che Bologna, sede di una delle cineteche più importanti d’Europa, inseguendo nuovi tendenze culturali e speculazioni immobiliari, perde qualche pezzo. Ce lo racconta Michele Maestroni, che ha tracciato la mappa dei grandi schermi che hanno chiuso i battenti e ora restano lì, tra insegne spente e accumuli di polvere, in attesa di trovare nuova vita, in qualche modo. Tuttavia tra la crisi del settore e la legge ‘salva cinema’, il destino delle ex sale cinematografiche, così come di quelle che ancora resistono, rimane incerto.
Dalla desolazione dei maxi schermi a quella dei borghi fantasma e delle frazioni con appena cinque residenti. È il viaggio di Dossier nei paesi del Bolognese che rischiano di sparire. Se infatti alcuni Comuni si allargano esponenzialmente, ce ne sono altri che si stanno spopolando. Esistono zone spettrali, dove non vive più nessuno, altre in cui un residente su tre ha più di 65 anni o dove i nuovi nati si contano quasi sulle dita di una mano. Stranieri, turismo e affitti agevolati possono rappresentare una risorsa. Ma non basta, come spiega l’approfondimento di Beppe Facchini.
Si spengono anche i motori, nella valle che si fregia di questo nome, avendo sfornato eccellenze planetarie. Ma anche qui il luminoso passato inizia ad adombrarsi. E la crisi dell’automotive sta mettendo in ginocchio diverse fabbriche bolognesi. Ce ne parlano nella loro inchiesta Noemi di Leonardo e Michele Maestroni, che mostrano come con il crollo del fatturato e del numero delle immatricolazioni, un’impresa artigianale su quattro è costretta a chiudere. Pesano la transizione ecologica e la concorrenza cinese. E in questi tempi duri sono diverse le lotte all’orizzonte degli operai del settore.
Cambiando registro, dopo aver mappato le zone di spaccio, approfondito i numeri preoccupanti del consumo di crack e la necessità di politiche di riduzione del danno, Dossier torna sul tema delle sostanze stupefacenti indagando sui costi delle droghe in città: dal prezzario, alle dosi giornaliere consumate, fino all’identikit degli assuntori. Tutti i dettagli nell’approfondimento a firma di Noemi di Leonardo.
Infine le nostre telecamere hanno esplorato i portici di Bologna, dove scorrono le vite invisibili dei senzatetto, che qui hanno i loro giacigli di fortuna. Tra redditi di cittadinanza spariti e dormitori invivibili, Nicola Maria Servillo ha raccolto le voci e le storie di clochard, di chi fra loro è riuscito a riabilitarsi e degli angeli che ogni giorno lavorano per portar loro coperte, cibo e – soprattutto – calore umano.
Per questa settimana e tutto, buona domenica e buona lettura su Dossier.
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