Le reazioni alla squalifica di Jannik Sinner. L’associazione di Djokovic: «Predilezione inaccettabile». L’ex Kafelnikov: «Io con lui non giocherei». Panatta: «Ingiusto, ma non un dramma»

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Le reazioni al patteggiamento tra Jannik Sinner e la Wada per il caso Clostebol. E in Italia c’è un coro che parla di ingiustizia

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L’associazione di Djokovic: «Sistema da cambiare»

«Non importa per chi va il tuo tifo, diverse cose sono ora chiare. Il sistema
non è un sistema, è un club.
Quello che dovrebbe essere una discrezione caso per caso è di fatto una copertura per accordi fatti su misura, trattamenti
ingiusti e sentenze inconsistenti». Così la Professional Tennis Players Association (Ptpa) di Novak Djokovic sul caso Sinner con una nota ufficiale pubblicata sui social. «Non sono solo le differenti decisioni per i differenti giocatori ma la mancanza di trasparenza. La mancanza di un processo. La mancanza di una coerenza. La mancanza di credibilità delle agenzie governative incaricate della regolamentazione del nostro sport e degli atleti. La mancanza di impegno da parte dell’Atp, Wta, Grande Slam, Itia e Wada nel riformare e creare un giusto e trasparente sistema nel futuro. Questa predilezione è inaccettabile per tutti gli atleti e mostra una profonda mancanza di rispetto per tutti sport e i suoi fan. E’ tempo di un cambiamento. E lo faremo».




















































Panatta: «Un’ingiustizia, ma tre mesi non sono un dramma»

«È la scelta più pratica, evita a a Jannik di saltare la stagione intera. Perderà qualche torneo, ma i più importanti, Roma, Roland Garros e Wimbledon potrà giocarli —  è il pensiero dell’ex campione del tennis azzurro Adriano Panatta, ai microfoni di Rainews 24 — . La trovo sempre un’ingiustizia, ma almeno si toglie di mezzo questo pensiero che da troppo tempo aveva nella testa». E, commentando la durata della sanzione, aggiunge: «Si allenerà, tre mesi non sono un dramma. La Wada ha voluto imporsi per dire noi esistiamo, per cui il principio della responsabilità oggettiva è stato ribadito, ma ho sempre detto che Sinner non c’entrava niente».  

Sandro Donati: «La Wada abbaia per salvarsi»

«Io avevo previsto che la Wada avrebbe abbaiato per poi trovare una soluzione per non mettersi in guai ulteriori». Lo ha detto Sandro Donati, ex allenatore di Alex Schwatzer, figura storica della lotta al doping in Italia,  ai taccuini dell’agenzia di stampa LaPresse: «La Wada era in grande imbarazzo, in una situazione contraddittoria e molto esposta perchè per la stessa sostanza, per quantitativi irrilevanti di Clostebol, sono stati squalificati tanti atleti. È chiaro che da una parte c’erano queste persone squalificate anche per più di due anni  —ha aggiunto — dall’altra un tennista forte e potente dal punto di vista mediatico come Sinner che giustamente ha difeso la propria posizione perché ai fini del doping era irrilevante. Rischiava di essere trascinati in una tribunale vero, non di quelli sportivi, e potevano esser guai. È una Wada minata da altri scandali, l’attacco della Navratilova è emblematico così come la posizione degli Usa che hanno ritirato i loro fondi con la motivazione per l’occhio di riguardo, a loro avviso, della Wada per i nuotatori cinesi».

L’Itia: «Confermata l’involontarietà della violazione di Sinner»

«Riconosciamo l’annuncio fatto dall’Agenzia mondiale antidoping (Wada) riguardo all’accordo raggiunto tra la Wada e Jannik Sinner per risolvere il ricorso della Wada — così l’International tennis integrity agency (Itia) in una nota dopo l’annuncio dell’accordo tra la Wada e il numero 1 al mondo, Jannik Sinner a seguito della doppia positività al Clostebol —.  Il processo originale è stato condotto in conformità con il Codice mondiale antidoping e il programma antidoping del tennis. Eravamo soddisfatti del fatto che il giocatore avesse dimostrato l’origine della sostanza vietata e che la violazione fosse involontaria».

Kafelnikov: «Io non scenderei mai in campo contro Sinner»

Va invece giù duro contro Sinner l’ex tennista Eugeny Kafelnikov: «Dopo gli ultimi sviluppi, se giocassi ancora, ogni qualvolta mi trovassi davanti Sinner mi rifiuterei di scendere in campo, non importa se è il primo turno o la finale — commenta il russo —. Ma temo che nessuno avrà il coraggio di farlo. La Wada è un’organizzazione sporca, se ti accordi con loro è perché sai d’essere colpevole. Se sei sicuro al 100% della tua innocenza, come lo era Sinner, perché accetti 3 mesi di squalifica? Non ha senso secondo me».

Wawrinka: «Lo sport non è pulito», Lopez: «Io credo a Jannik»

«È chiarissimo che non abbia fatto nulla per migliorare le sue prestazioni, è stato provato». L’ex tennista spagnolo Feliciano Lopez Diaz-Guerra replica così a un altro ex, lo svizzero Stan Wawrinka, che su X ha detto di «non credere più allo sport pulito»: «Si è preso la piena responsabilità per errori di altri e di conseguenza i 3 mesi di sospensione. Uno stop più lungo avrebbe reso lo sport più pulito? Non penso».

Henman: «Troppo conveniente lo stop tra uno Slam e l’altro»

«Mi sembra un po’ troppo conveniente», il piccante commento di un ex tennista, l’inglese Tim Henman, in un’intervista con Sky Sports Uk. «Sono convinto che Sinner non lo abbia fatto di proposito ma è un po’ troppo conveniente fermarsi tra uno Slam e l’altro. È una decisione che lascia l’amaro in bocca».

Nargiso: «Tempi corretti visto che la responsabilità è indiretta»

Proprio su questo l’ex giocatore azzurro Diego Nargiso, all’agenzia Adnkronos, commenta: «Credo che sia stata la cosa più giusta da fare, nel senso che è stato un ottimo modo di essere equilibrati e di accettare un errore che è stato fatto dal team. La Wada è stata comprensiva nel transare questa situazione perché sarebbe stato assurdo fermarlo nei momenti in cui, da aprile-maggio, ci sarebbero stati sia il Roland Garros che Wimbledon, visto che c’è una responsabilità, ma non diretta, sarebbe stato troppo severo perdere due grandi Slam per un giocatore che è il numero uno del mondo».

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Binaghi: «Rammarico per quello che gli hanno fatto passare»

«Resta il rammarico per tutto quello che ha dovuto passare e per tutto il tempo che Jannik ha dovuto trascorrere con questo macigno — è uno dei commenti del presidente della Federazione italiana tennis e padel, Angelo Binaghi —. Se non altro, questo sarà forse l’ultimo grande errore della Wada che, come sappiamo, ha già deciso di cambiare le regole che hanno costretto Jannik ad accettare un compromesso che anche se non riconosce alcuna sua responsabilità è veramente ingiusto».

Il dottor Casasco: «Sinner ha dimostrato di essere pulito»

«Sinner ha dimostrato non solo di essere un grande campione, ma anche una grande persona non avendo mai pensato di alterare i risultati. La sua forza, i suoi risultati sono frutto soltanto della sua capacità di essere un grande campione. Tornerà più forte di prima  — è il pensiero di Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana ed Europea, raccolto dall’agenzia LaPresse   — La stessa Wada riconosce che non c’è stata assolutamente la sua volontà di alterare le prestazioni tanto che gli ha riconosciuto la titolarità delle sue vittorie e dei premi acquisiti. Sinner ha dimostrato di essere un campione assolutamente pulito, trasparente ed esce da questa vicenda ancora più forte».

Associazione giocatori: «Poca trasparenza, sistema da cambiare»

«Non importa per chi tifi, ora alcune cose sono chiare. Il «sistema» non è un sistema. È un club. La presunta discrezione caso per caso è, in realtà, una mera copertura per accordi su misura, trattamenti ingiusti e decisioni incoerenti». Così la Professional Tennis Players Association (Ptpa), l’associazione mondiale dei giocatori di tennis, in un duro comunicato: «Non sono solo i risultati diversi per giocatori diversi. È la mancanza di trasparenza. La mancanza di processo. La mancanza di coerenza. La mancanza di credibilità nella zuppa alfabetica di agenzie incaricate di regolamentare i nostri sport e atleti», prosegue il sindacato che rimarca anche «la mancanza di impegno da parte di Atp, Wta, Grand Slams, Itia e Wada per riformare e creare un sistema equo e trasparente per il futuro. Questo pregiudizio è inaccettabile per tutti gli atleti e dimostra una profonda mancanza di rispetto per ogni sport e i suoi fan. È tempo di cambiare. E lo cambieremo».

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15 febbraio 2025 ( modifica il 15 febbraio 2025 | 17:49)

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