La deriva imperialista trumpiana, ora l’Europa riscriva il suo futuro

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Il ritorno del presidente americano e il presidente russo Vladimir Putin stanno costringendo il vecchia continente a decidere, qui e ora, quale futuro desidera. Ma deve trovare ciò di cui è più carente: la volontà politica di agire come una potenza coesa sulla scena mondiale

Il passaggio pacifico del potere presidenziale è una consuetudine politica negli Stati Uniti dalla fine del secondo mandato di George Washington, 228 anni fa. Nonostante una sanguinosa guerra civile negli anni Sessanta del XIX secolo, questa tradizione ha rappresentato nel tempo un segno di stabilità, che è valso agli Stati Uniti il titolo di più antica democrazia del mondo moderno. Con la crescita dell’influenza internazionale del paese, soprattutto dopo le due guerre mondiali del ventesimo secolo, il suo sistema di governo è diventato sempre più un modello per gli altri.

Ma lo status e il ruolo dell’America nel mondo sono destinati a cambiare con il secondo mandato di Donald Trump. L’occasione arriva quattro anni dopo che questi aveva cercato di ribaltare i risultati di un’elezione libera e democratica.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Trump ha già chiarito di volere molto più di un semplice avvicendamento di staff o cambio di politica a Washington. Il suo vero obiettivo, per quanto malcelato, è quello di trasformare il sistema statunitense da una democrazia a un governo di pochi ricchi e potenti – quello che l’ex presidente Joe Biden, nel suo discorso di commiato, ha giustamente definito una «oligarchia».

L’oligarchia nascente

Già si possono intravedere i contorni di una nascente oligarchia autoritaria. La stretta alleanza tra Trump, che presto sarà (di nuovo) l’uomo più potente del mondo, ed Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, rappresenta un segnale inequivocabile di questo cambiamento.

Musk ha contribuito alla campagna elettorale di Trump con finanziamenti per oltre 200 milioni di dollari, un investimento che ha già dato ottimi frutti. Entrambi credono che i ricchi e i potenti debbano governare, e che le loro prerogative abbiano la precedenza sullo stato di diritto e sulla governance costituzionale. Rifiutano di promuovere l’uguaglianza e sperano di vedere completamente eliminati i confini tra potere economico e politico, con dinastie al posto della democrazia.

Il servilismo della Silicon Valley verso Trump era prevedibile. Anche se molto probabilmente non hanno intenzione di consegnare le redini della Casa Bianca a Musk, gli altri giganti del settore tech condividono palesemente la stessa visione di un futuro oligarchico. L’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, ad esempio, ha organizzato una festa per l’insediamento di Trump insieme ad alcuni donatori miliardari repubblicani.

Se Trump riuscirà a realizzare questa trasformazione, la democrazia sarà in pericolo in ogni parte del mondo. Del resto, gli Stati Uniti, in virtù della loro impareggiabile forza politica, militare ed economica, sono sempre stati considerati il baluardo della democrazia. Pur non essendo mai stati un esempio perfetto di valori democratici, li hanno comunque promossi e protetti sulla scena internazionale più di qualsiasi altra potenza. Probabilmente, però, quei tempi sono finiti.

Il pericolo per l’Europa

Se anche l’Europa riuscisse a non farsi dividere dai nuovi oligarchi – un’impresa ardua, vista la fragilità dell’Unione europea dinanzi alla ripresa del nazionalismo – difficilmente riuscirebbe a rimpiazzare l’America. Realisticamente, cosa potrebbero fare gli europei se un’amministrazione neo-imperialista guidata da Trump costringesse la Danimarca a cedere la Groenlandia? La risposta, lo sappiamo tutti, è ben poco.

Gli europei non si aspettavano niente di buono da un’altra presidenza Trump. Pochi però, me compreso, avevano previsto la deriva imperialista di Trump prima del suo insediamento e le rivendicazioni territoriali revisioniste sostenute dalla minaccia di violenza nei confronti di un alleato della Nato. Questo sviluppo ha superato le mie aspettative più pessimistiche. Era già abbastanza grave che l’Europa dovesse affrontare da sola l’aggressione neo-imperialista della Russia. Ora, si ritroverà schiacciata tra due potenze neo-imperialiste.

Le minacciose dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, sul Canada e sul Canale di Panama (oltre alla proposta di un intervento militare in Messico) se non altro chiariscono a che punto è l’America. Nessuno potrà più farsi illusioni su ciò che significa il suo ritorno al potere.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Cos’altro serve agli europei per riconoscere le implicazioni del mutevole terreno geopolitico di oggi? Si è inaugurata l’era della politica di potenza. D’ora in avanti, il corso delle vicende mondiali sarà dettato dalle superpotenze dominanti, non da regole, norme o tradizioni.

Se l’Europa resterà aggrappata al concetto di stato nazionale sovrano, rischierà di essere relegata allo status di potenza intermedia, o peggio. Già alle prese con un declino economico e tecnologico, le sue società sempre più anziane finiranno alla mercé di potenze esterne che non hanno a cuore i loro interessi. L’Europa cesserebbe così di essere una potenza globale in grado di determinare il proprio destino.

Trump e il presidente russo Vladimir Putin stanno costringendo la vecchia Europa a decidere, qui e ora, quale futuro desidera. L’Europa dispone delle capacità tecnologiche, delle competenze e delle risorse finanziarie necessarie per difendere i propri interessi nel XXI secolo, ma questo non può compensare ciò di cui è più carente: la volontà politica di agire come una potenza coesa sulla scena mondiale.

Se gli europei vogliono assicurarsi un futuro, non possono più permettersi di parlarne e basta. Devono realizzarlo.


Joschka Fischer, ministro degli Esteri e vice-cancelliere della Germania dal 1998 al 2005, è stato leader dei Verdi tedeschi per quasi vent’anni.

Copyright: Project Syndicate, 2025.
www.project-syndicate.org

© Riproduzione riservata

Prestito personale

Delibera veloce

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link