incontro tra Governo, ODG e FNSI per definire buone prassi

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Il Governo, l’Ordine dei Giornalisti e la FNSI si sono incontrati a Palazzo Chigi per definire strategie di sicurezza e formazione per i giornalisti che operano in contesti di guerra e crisi.

Si è svolta il 15 febbraio 2025 a Palazzo Chigi una riunione di coordinamento tra il Governo, l’Ordine dei Giornalisti (ODG) e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI). L’obiettivo dell’incontro è stato la definizione di buone prassi per ridurre i rischi che i giornalisti e gli operatori dell’informazione affrontano quando operano in zone di guerra o in scenari di forte instabilità.

L’iniziativa è stata annunciata in precedenza dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di inizio anno, come parte di un impegno più ampio del Governo nella tutela della libertà di stampa e della sicurezza dei professionisti del settore.

Un tavolo di lavoro per la sicurezza dell’informazione

La riunione è stata presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e ha visto la partecipazione di figure istituzionali e rappresentanti del mondo del giornalismo, tra cui:

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  • Riccardo Guariglia, Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;
  • Carlo Bartoli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti (ODG);
  • Domenico Affinito, Segretario generale aggiunto vicario della FNSI;
  • Rappresentanti del Dipartimento per l’informazione e l’editoria;
  • Delegati delle Agenzie di intelligence, coinvolti per analizzare i rischi legati agli scenari di crisi e per valutare strumenti di protezione adeguati.

Durante l’incontro sono stati discussi strumenti concreti per migliorare la sicurezza dei giornalisti, con particolare attenzione alla formazione specifica, all’uso delle tecnologie di protezione e alle migliori strategie per minimizzare i pericoli nei contesti più delicati.

Nuove iniziative per la formazione e la protezione dei giornalisti

A seguito della riunione, il Governo ha annunciato che nelle prossime settimane saranno avviate ulteriori iniziativevolte a migliorare la sicurezza degli operatori dell’informazione. Tra queste:
Percorsi di formazione specifici per i giornalisti che operano in aree di crisi;
Seminari di approfondimento su strategie di protezione e gestione dei rischi in situazioni di conflitto;
Diffusione di tecnologie avanzate di sicurezza, disponibili su base volontaria, per consentire ai professionisti dell’informazione di operare con maggiore tutela.

Queste misure mirano a rafforzare la consapevolezza e la preparazione di chi si trova in prima linea nella raccolta e nella trasmissione delle notizie, riducendo il più possibile l’esposizione ai rischi.

L’impegno del Governo e delle istituzioni per la libertà di stampa

L’incontro tra Governo, ODG e FNSI rappresenta un passo concreto verso una maggiore tutela della libertà di stampa e della sicurezza dei professionisti dell’informazione. Il settore del giornalismo sta affrontando sfide sempre più complesse, soprattutto in un periodo caratterizzato da conflitti geopolitici, tensioni sociali e rischi legati alla disinformazione.

L’adozione di misure coordinata tra istituzioni e rappresentanti del settore è un segnale di attenzione nei confronti di una professione essenziale per la democrazia, che merita protezione e supporto.

In un mondo in cui la libertà di informazione è sempre più a rischio, queste iniziative possono fare la differenza nel garantire che i giornalisti possano svolgere il proprio lavoro in condizioni di maggiore sicurezza e con strumenti adeguati per affrontare le sfide del presente.

Statistiche sulla sicurezza dei giornalisti e riflessioni sul contesto attuale

Secondo i dati diffusi da Reporters Without Borders (RSF), nel 2024 almeno 85 giornalisti sono stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro, e oltre 500 sono stati arrestati in varie parti del mondo. Le zone più pericolose per i professionisti dell’informazione restano il Medio Oriente, l’America Latina e alcune regioni dell’Africa, dove la copertura di conflitti e il reportage su criminalità organizzata e corruzione espongono i giornalisti a gravi minacce.

In Italia, pur non essendoci un livello di rischio paragonabile a quello di paesi in guerra, il Viminale ha segnalato un aumento delle intimidazioni nei confronti di giornalisti e reporter investigativi. Solo nel 2024, l’Osservatorio sulla Libertà di Stampa ha registrato oltre 200 episodi di minacce e aggressioni, spesso legate alla cronaca giudiziaria, alla politica e alle inchieste su mafia e corruzione.

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L’importanza della protezione e del supporto istituzionale

L’incontro tra Governo, ODG e FNSI si inserisce in un contesto più ampio di necessità di protezione per chi opera nell’informazione, soprattutto in un’epoca in cui la disinformazione e la propaganda digitale rendono il giornalismo indipendente ancora più prezioso e vulnerabile. La definizione di protocolli di sicurezza e programmi di formazione avanzati rappresenta un passo fondamentale per garantire che i giornalisti possano continuare a svolgere il proprio ruolo senza essere esposti a minacce indebite o a pericoli evitabili.

La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia, e la sicurezza di chi racconta la verità sul campo è una responsabilità condivisa tra istituzioni, associazioni di categoria e la società civile. La speranza è che queste iniziative possano portare a un cambiamento concreto, garantendo maggiore tutela e consapevolezza per tutti i professionisti dell’informazione.

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