di Fabiola Graziano
Gli studenti e le studentesse della scuola primaria dell’istituto comprensivo “Cesare Consonni” di Arcene dicono no al bullismo con la prima edizione del “Torneo di calcio Antibullo”.
Giornata contro il bullismo
Andata in scena lo scorso venerdì in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, la manifestazione sportiva ha permesso a tutte le classi della scuola elementare arcenese di scendere in campo contro la violenza dei bulli, dando vita in palestra a una serie di partite a calcio tra maschi e duelli con il pallone tra femmine, dove i veri protagonisti sono stati il divertimento e il rispetto per gli avversari piuttosto che la vittoria finale.
“Se vi siete divertiti e se siete stati attenti che anche i vostri compagni si divertissero come voi – ha detto il dirigente scolastico Antonio Rapuano agli studenti al termine del torneo – allora vuol dire che avete fatto il possibile affinché tutti foste nella stessa condizione di stare bene. Significa che avete compreso che tutti abbiamo gli stessi diritti e che questi diritti vanno sempre tutelati, sia i nostri che quelli altrui. Con questa manifestazione abbiamo voluto dire no al bullismo, imparando a proteggere noi stessi e gli altri da episodi di bullismo. Non dovete mai essere attori di una situazione che fa stare male un’altra persona, bensì dovete intervenire quando vi rendete conto che un bambino tratta male un altro bambino, dovete riferirlo subito alle maestre, in modo da contribuire al benessere scolastico di tutti i vostri compagni”.
In campo contro ogni violenza
Tra l’esultanza per un goal segnato e la soddisfazione per un dribbling completato, il microfono è stato ceduto al sindaco Roberto Ravanelli, che ha invitato tutti i partecipanti a fare squadra contro gli atti di prepotenza e arroganza.
“Il bullismo è un atteggiamento negativo di tutti gli esseri umani – ha riferito – Può essere presente non solo tra bambini, ma anche tra adulti, e si verifica quando una persona più forte esercita delle azioni negative su una persona più debole. L’arroganza e la prepotenza fanno parte dell’animo umano, ma questo non vuol dire che bisogna rassegnarsi e accettarle nella nostra vita. Tutte le volte che siamo in presenza di un episodio di prepotenza nei confronti di un’altra persona bisogna segnalare e denunciare. A scuola la segnalazione può essere fatta alle insegnanti, ma è importante che i bambini sappiano che non devono sentirsi in colpa se fanno la spia. Con la loro segnalazione infatti, stanno aiutando non solo chi subisce un atto di bullismo, ma anche chi lo ha compiuto, perché in realtà gli stanno tendendo la mano e lo stanno invitando a modificare il proprio modo di essere e di comportarsi. Lo sport e il calcio sono degli ottimi strumenti per dire no al bullismo perché ci insegnano che in campo si può arrivare allo scontro, che a sua volta è consentito soltanto nel pieno rispetto delle regole, che è garantito dalla presenza di un arbitro. Se lo scontro viola le regole e l’avversario si fa male, allora l’arbitro interviene subito ammonendo o espellendo chi ha commesso il fallo. Speriamo dunque che ai ragazzi sia arrivato questo messaggio, che era lo scopo principale di questo torneo”.
L’importanza della gentilezza
Gli altri scopi poi, sono stati elencati dall’assessore allo Sport Stefano Allievi, affiancato per l’occasione da Claudio Allievi, vice-delegato della Lega Nazionale Dilettanti di Bergamo.
“Da un lato – ha aggiunto l’assessore – volevamo che tutti i bambini e tutte le bambine si divertissero, mentre dall’altro volevamo che capissero l’importanza della gentilezza in ogni azione compiuta nei confronti di un’altra persona, sia che si tratti di un compagno di squadra, sia che si tratti di un avversario. Inoltre, è stato davvero bello vedere così tante bambine giocare a calcio: bisogna sfatare il tabù che il calcio è uno sport solo maschile, perché in realtà il calcio è di tutti”.
Alle sue parole hanno fatto eco quelle della psicologa Alessia Goisis e quelle dell’imprenditrice locale Silvia Napolitano, che assieme a Ravanelli e Allievi hanno consegnato le medaglie ai partecipanti e le cinque coppe per “Il gesto più gentile”, che sono state assegnate ad Andrea per le classi prime, a Olivia per le seconde, ad Anna per le terze, a Filippo per le quarte e a Lorenzo per le quinte.
“La scuola e lo sport – ha sottolineato la dottoressa Goisis – ci hanno dimostrato che insieme possiamo fare grandi cose, soprattutto perché sono due palestre di vita che allenano a valori come il rispetto per l’altro. In una giornata come quella di oggi, unendo scuola e sport, siamo riusciti a lavorare insieme, a divertirci e a rispettarci, per cercare di stare bene e di trascorrere dei momenti positivi, combattendo le offese e gli atteggiamenti di prevaricazione, e imparando sia a schierarci dalla parte dei più deboli, sia a richiedere aiuto”.
“Sono contenta – ha chiosato Napolitano – di essere stata coinvolta in questo progetto, che insegna ai bambini a rispettare l’altro non solo a scuola e nello sport, ma anche nella vita di tutti i giorni. Rispettare gli altri è importante perché prima o poi tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno e questo qualcuno ci offrirà aiuto soltanto se noi lo abbiamo sempre rispettato. Nella vita, se si è buoni, si riceve bontà ”.
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