Suor Raffaella Petrini con il Papa – © Vatican Media/Ag.Siciliani
Nessuna sorpresa, perché la nomina era stata anticipata dal Papa lo scorso 19 gennaio nel salotto televisivo di Fabio Fazio, però l’ufficializzazione arrivata oggi ha pur sempre l’aura delle novità assolute: suor Raffaella Petrini dal 1° marzo diventerà la prima donna presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, nonché Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ossia l’organo legislativo e quello esecutivo che si occupano del funzionamento della più piccola entità statuale del mondo, come dimensione e popolazione. Dal 1° marzo perché in quel giorno compirà 80 anni l’attuale governatore, il cardinale spagnolo Fernando Vérgez Alzaga, della congregazione dei Legionari di Cristo, in carica dal 1° ottobre 2021.
Suor Petrini non è una neofita dell’amministrazione vaticana, essendo dal 4 novembre 2021 la numero due del governatorato, quindi il passaggio di consegne si svolge all’insegna della continuità, anche se il suo nome segna uno stacco simbolico non di poco conto, come la recente nomina di un’altra donna, suor Simona Brambilla, a capo del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
Nata a Roma il 15 gennaio 1969, suor Petrini appartiene alle Suore Francescane dell’Eucaristia, istituto religioso di diritto pontificio che ha la casa madre negli Stati Uniti, in Connecticut. Fu fondato nel 1973 da madre Rosemae Pender e madre Shaun Vergauwen, entrambe statunitensi, che insieme a una cinquantina di religiose delle Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua dopo una lunga riflessione su come rispondere al rinnovamento chiesto dal Concilio Vaticano II decisero di iniziare una nuova storia. Oggi l’Istituto conta un’ottantina di suore, presenti negli Usa, in Italia, Giamaica e Terra Santa. Hanno come missione «restaurare il senso del sacro, soprattutto della sacralità della vita umana, in un mondo che conosce la rottura tra sacro e profano» e vestono rigorosamente il loro abito marrone con un velo nero sopra il capo. «Indossiamo l’abito religioso e il velo per testimoniare il nostro impegno interiore di essere un “segno di contraddizione”, di essere donne totalmente donate alla missione della Chiesa nel mondo», specificano sul loro sito ufficiale. La fondatrice e prima superiora generale dell’Istituto, madre Rosemae Pender, è morta nel il 26 giugno del 2016, all’età di 94 anni, in un modo che colpì molti: durante la Messa celebrata nella casa madre a Meriden, in Connecticut, per ringraziare dei 75 anni di vita consacrata. Dopo aver rinnovato i voti con le altre consorelle, madre Pender presentò le costituzioni della congregazione durante l’offertorio al celebrante, l’arcivescovo emerito di Hartford, Henry J. Mansell, poi tornò a sedersi, si sentì male, fu portata in una stanza adiacente, le fu data l’estrema unzione e spirò.
Caratteristica delle Suore Francescane dell’Eucaristia è di avere mediamente un alto livello di istruzione e suor Petrini in questo non fa eccezione. Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università Luiss a Roma (specializzazione in relazioni industriali), una laurea e un dottorato in scienze sociali presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, sempre a Roma (laurea con una tesi su “Il contributo dell’hospice francescano alla cultura della solidarietà” e dottorato con tesi su “Salute, equità e cura nel fine vita”) e un master in “Science of Organization Behavior” alla Barney School of Business dell’Università di Hartford, in Connecticut. Ha insegnato dottrina sociale della Chiesa e sociologia sanitaria presso l’Istituto di Teologia Pastorale Sanitaria Camillianum di Roma, ed economia del welfare e sociologia dei processi economici presso la facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università San Tommaso.
Suor Petrini lo scorso ottobre ha guidato la delegazione vaticana che ha preso parte al prestigioso Global Standard Symposium di Nuova Delhi, sul tema “Catalizzare il cambiamento: i leader dell’industria e dei ministeri definiscono il futuro dell’innovazione”, e in quell’occasione tra l’altro ha ribadito la proposta della Santa Sede per la creazione di un’Agenzia internazionale che si occupi di sviluppare un quadro normativo e operativo sull’utilizzo pacifico dell’intelligenza artificiale. Oltre al nuovo incarico, la religiosa romana continuerà a far parte dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) e del Dicastero per i vescovi.
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