Sabato il cda di Cdp e Poste per le mosse del governo sull’azionariato Tim. Titolo a picco in borsa

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Il dossier Tim sarà sabato sul tavolo dei consigli di amministrazione di Poste Italiane e Cassa depositi e prestiti (secondo azionista della compagnia con il 9,8%, ndr). Una doppia convocazione per dare il via libera allo scambio azionario che cambierà la mappa dell’azionariato nel gruppo telefonico e in quello di Nexi. Il titolo Tim della società ha chiuso una settimana molto movimentata con un tonfo del 7,6%. Non piace al mercato l’intreccio azionario con Poste, premessa di un’alleanza più ampia, che qualcuno legge come una mossa del governo per sbarrare la strada ai fondi Cvc o ai francesi di Iliad, che nei giorni scorsi avevano palesato mire sul gruppo di tlc.

“L’operazione in sé non modifica gli assetti, ma notiamo i commenti del ministro Giorgetti in Parlamento che sembrano segnalare una posizione piuttosto fredda del governo sulle ipotesi circolate in queste settimane di progetti prospettati da CVC/Iliad” commentano gli analisti di Equita. Il 9,8% di Tim verrebbe trasferito a Poste (in cambio la Cassa riceverebbe il 3,8% di Nexi e un conguaglio in denaro), di cui peraltro Cdp è il primo azionista con il 35% e il Mef il secondo con il 29%.

L’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola ha spiegato che entrambi sarebbero dei partner con una valenza industriale e in particolare la collaborazione con Poste potrebbe partire da un’intesa commerciale con accordi distributivi di prodotti sulla rete di Poste per poi diventare strategico (con il consolidamento di Tim con Poste Mobile). Nell’immediato però toglie l’appeal speculativo che si era risvegliato nelle ultime sedute sul titolo.

I sindacati sono preoccupati: “Assistiamo ad un disastro dietro l’altro in un settore che sprofonda in una crisi sempre più grave” dichiara la Cgil e il timore è di “un ulteriore spezzettamento”. L’ad di Tim, Pietro Labriola ha chiarito di non aver avuto ancora nessun contatto ne con Iliad ne con Poste ma, secondo l’agenzia Bloomberg, avrebbe già un adivsor (UniCredit) che lo dovrebbe aiutare valutare le opzioni a disposizione dei pretendenti.

“In Italia, dopo Fastweb-Vodafone, si esploreranno altre combinazioni, dicono gli analisti di Mediobanca.- Dopo anni di forte concorrenza, lo spazio europeo delle Tlc sta lottando per finanziare gli investimenti in infrastrutture digitali e per remunerare gli azionisti. Il consolidamento non può essere rimandato: la nuova Commissione UE è destinata ad adottare una posizione più proattiva, sostenendo l’agenda di Draghi, aumentando gli impegni per l’innovazione e facilitando le autorizzazioni alle fusioni. Riteniamo che l’accresciuta rilevanza dell’IA sia un campanello d’allarme per i responsabili politici dell’UE, che riflette la necessità di attuare un consolidamento del settore per creare conglomerati in grado di competere su scala globale”.

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