CAPACCIO PAESTUM. Presunti appalti pilotati a Capaccio Paestum. Dopo la sentenza della Cassazione, che di fatto ha ‘confermato’ la competenza territoriale del Tribunale di Salerno, almeno per ora, nonché le misure cautelari per i sei imputati, le opposizioni politiche si scatenano contro il sindaco e presidente della Provincia sospeso, Franco Alfieri, invitato da più parti a rassegnare le missioni.
Antonio Iannone, senatore e commissario regionale FdI: “La Cassazione ha respinto il ricorso di Alfieri che pertanto rimane agli arresti. Sarà il processo a dire la verità sulle responsabilità personali, ma su quelle politiche siamo oltre la vergogna già da tempo: l’Ente Provincia e il Comune di Capaccio-Paestum (Salerno) sono sequestrati nelle mani di proconsoli del PD. La Schlein non fa un fiato in maniera diretta, il Commissario Regionale Misiani non va oltre le lavate di faccia e il PD locale addirittura avalla l’atteggiamento di sfida di Alfieri alla magistratura e alle Istituzioni. Se non possono imporre ad Alfieri di dimettersi dovrebbero chiedere le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri Provinciali e Comunali in modo da determinare il ritorno al voto. I cittadini non possono pagare le comodità del PD, il loro assente senso di responsabilità e di etica pubblica. Sono trascorsi quasi cinque mesi dall’arresto di Alfieri e il silenzio della Schlein è diventato assordante”.
Pino Bicchielli, deputato Noi Moderati: “La Corte di Cassazione conferma la misura degli arresti domiciliari per il presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri. Ora ci chiediamo, perché si attende ancora per le dimissioni. Ad oggi, constatiamo ancora l’imbarazzante silenzio del governatore Vincenzo De Luca che sceglie di non proferire parola quando sono i suoi fedelissimi ad essere sotto accusa. Ci aspettiamo un atto di dignità dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum e, indirettamente, da Palazzo Sant’Agostino: rassegnate le dimissioni e permettete a questi enti di ritornare finalmente liberi. Diamo ai cittadini nuovamente la possibilità di decidere da chi farsi governare”.
Aurelio Tommasetti, consigliere regionale Lega: “Sul caso Alfieri è arrivato il momento delle dimissioni. Gli ultimi sviluppi del processo sui presunti appalti pilotati ha visto il rigetto dei ricorsi anche da parte della Cassazione, che ha confermato le misure cautelari. In attesa delle motivazioni e restando garantista fino all’ultimo grado di giudizio, non si può più far finta di nulla. Alla Provincia di Salerno e al Comune di Capaccio Paestum serve una vera guida per uscire dalle sabbie mobili in cui navigano da quasi cinque mesi”.
Roberto Celano, segretario provinciale di Forza Italia: “Tre gradi di giudizio certificano la legittimità dell’arresto del Presidente Alfieri. Restiamo garantisti, attendiamo il processo che avrà i suoi tempi, ora, però, è necessario che le Istituzioni guidate da Alfieri tornino a funzionare in maniera regolare. Per molto meno (una semplice informazione di garanzia), il Presidente della Provincia di Caserta di FI si è dimesso da Sindaco e da Presidente di Provincia. È imbarazzante il silenzio del Pd salernitano e del Governatore, generalmente prolisso commentatore del venerdì anche delle vicende più marginali. È giunto il momento per Alfieri di “liberare” le Istituzioni e di consentire che Capaccio e la Provincia possano, dopo mesi di stasi, avere una guida democraticamente eletta. È giunto il momento che il Cilento si liberi, finalmente, dalle politiche clientelari, da un sistema di potere che ha devastato le finanze degli Enti governati, ha calpestato il merito, ha mortificato donne ed uomini, ha costretto tanti giovani liberi ad andar via dalla propria terra”.
Raffaele Pesce, consigliere comunale di opposizione di Agropoli: “La giustizia fa il suo corso, con fasi e gradi processuali. Dopo la pronuncia di ieri è improbabile che la politica locale, e non mi riferisco soltanto a quella agropolese, non viva delle accelerazioni, dei “turbamenti”. Come ho più volte detto però, le responsabilità politico-amministrative sono ben più gravi di quelle giudiziarie, così come ipotizzate. Grave la scelta del “comitatus”, del seguito, delle “nomine” alias investiture, pedine da mettere e togliere dalla scacchiera a piacimento, all’occorrenza, e soprattutto del metodo di gestione. Grave la conduzione della campagna elettorale, con l’ostentazione del vero potere e del vero candidato, e gli incontri e i comizi ad attestarlo inconfutabilmente. I processi si fanno nei Tribunali e noi siamo abituati a rispettare parti processuali ed istituzioni, come sempre. Molti, da oggi, però, perderanno l’ostentata sicumera, le certezze maturate in tanti anni, troppi… altri saranno pronti a rinnegare l’appartenenza, o i piaceri concessi, altri ancora continueranno a riunirsi all’ombra, ben saldi nel “sistema” (e nelle stesse stanze del potere) ma criticandolo e pianificando la notte dei lunghi coltelli, lavorando al “cambiamento” …solo dei nomi. Alcuni soltanto oggi si sveglieranno dal letargo e si ergeranno a paladini della giustizia, del rinnovamento. Noi Liberi e Forti contro questo strapotere, contro questa corazzata, ci siamo scontrati nelle scorse elezioni, da soli, senza avallo né aiuto di alcuna forza politico-partitica, ma solo la stima di tanti amici. Abbiamo poi seguito la via del rispetto degli elettori e della coerenza. Non abbiamo ricevuto e non riceviamo prebende, perché siamo uomini liberi, non ne chiediamo. Saremo ancora sul palco, senza essere tenuti per mano, ma confidando solo nelle mani che sbatteranno libere, mani amiche e dignitose, non questuanti della e dalla politica. La forza, contribuiranno a darcela i cittadini che amano Agropoli e il Cilento”.
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