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Nonostante l’aumento delle presenze turistiche, i dati forniti da Unioncamere mostrano una realtà che non quadra: il commercio di vicinato e il settore della ristorazione registrano una flessione, con un calo rispettivamente di 83 e 28 unità nel periodo compreso tra il 3° trimestre 2019 e il 3° trimestre 2024. Un trend che solleva interrogativi e impone una riflessione sulla reale capacità della città di convertire le presenze in valore economico per le attività locali.
Un’analisi di questa situazione è stata pubblicata alcuni giorni fa su un’accreditatissima testata locale on line e redatta dal suo direttore. Nel pezzo si legge: “Le potenzialità inespresse di Bisceglie affondano le radici in decenni di gestione dilettantistica del turismo, da sempre relegato ai margini del dibattito politico-amministrativo. Le partecipazioni alla BIT, sempre molto contestate e in tutta oggettività caratterizzate da scelte quasi incomprensibili, sono sempre sbilanciate su un’attenzione all’enogastronomia che sicuramente non guasta ma che non si accompagna ad un’offerta chiara in termini di target e specificità. Chi vogliamo che venga a Bisceglie? L’errore che si continua a commettere è quello di raccontare cosa si può mangiare a Bisceglie molto più di quello che si può vedere, motivo che resta predominante nella scelta di una destinazione”.
“Il panorama del commercio cittadino sposa pienamente questa riflessione e ritiene che l’assenza di una chiara definizione della vocazione turistica della città sia il principale ostacolo alla creazione di un modello di sviluppo sostenibile. È un problema che affonda le sue radici nel tempo, frutto di una mancanza di visione strategica protrattasi per decenni, che ha reso difficile tracciare un percorso chiaro e condiviso per lo sviluppo turistico della città. Non si tratta dunque di una criticità contingente, ma di una sfida storica che richiede un impegno collettivo e una prospettiva di lungo periodo per essere affrontata con efficacia.”
“La Città ha bisogno di una pianificazione turistica che non sia solo una risposta occasionale a eventi e stagionalità, ma una vera strategia di crescita – ha dichiarato Leo Carriera, presidente di Confcommercio Bisceglie –. Continuare ad affidarsi a iniziative frammentarie significa perdere opportunità di sviluppo. Occorre, al contrario, lavorare a un’identità turistica chiara e coerente. Promuovere Bisceglie senza una strategia ben definita significa continuare a proporre un’offerta disorganizzata e poco efficace, con il risultato che i turisti scelgono la città solo per il pernottamento senza realmente viverla e alimentare il tessuto economico locale”.
Non è fattibile pensare alla creazione di una destinazione turistica senza una strategia: la si costruisce con investimenti mirati, affidati a professionisti esperti e soprattutto pianificati con il coinvolgimento degli imprenditori locali che ben conoscono il territorio e la sua vocazione. I tavoli di concertazione vanno bene per condividere mission e strategie, ma risulta necessario conoscere il territorio, comprenderne le istanze e le metodologie per rendere Bisceglie una meta dall’importante attrazione turistica. Inoltre, come già ribadito nelle settimane scorse, l’introduzione di una tassa di soggiorno, se non è accompagnata da una programmazione seria e strutturata, non porta a risultati incisivi in termini di economia turistica. Gli operatori economici chiedono risposte, non misure isolate e prive di una visione d’insieme.
È importante sottolineare che la partecipazione di Confcommercio Bisceglie e Assolocali alla BIT di Milano non va interpretata come una condivisione di questo approccio frammentario, ma come un contributo concreto per portare la questione al centro del dibattito. La promozione del territorio non può essere limitata a iniziative spot come “Estate Biscegliese” o “Natale a Bisceglie”, le quali, pur avendo un concreto valore in termini di coralità e di appeal, non rappresentano una strategia di lungo periodo.
“La nostra partecipazione alla BIT di Milano è stata un segnale della nostra volontà di contribuire al dibattito e alla promozione del territorio, ma questo non significa che si possa continuare a improvvisare senza una strategia di lungo periodo – ha aggiunto Carriera –. Non si tratta di verve polemica, ma di una presa di coscienza necessaria per rispondere alle imprese che chiedono e pretendono risposte concrete. La crescita turistica di Bisceglie non può essere lasciata al caso“.
I commercianti e gli operatori del settore economico-produttivo cittadino mettono sul tavolo la disponibilità a contribuire a un vero piano di rilancio turistico, basato su una programmazione strategica che valorizzi Bisceglie come meta di esperienze, cultura e storia, capace di attrarre visitatori non solo per soggiornare, ma per scoprire e vivere realmente il territorio. Solo così il commercio locale e la ristorazione potranno trarre beneficio da un flusso turistico realmente strutturato.
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