Misure urgenti per affrontare emergenze nazionali e altre per dare impulso all’attuazione del Pnrr. Il decreto emergenze e attuazione Pnrr su cui il governo, oggi a Montecitorio, ha posto la questione di fiducia introduce una serie di novità. Su tutte, alcune disposizioni per la riqualificazione sociale e delle infrastrutture, con particolare attenzione al contrasto del degrado urbano, del disagio giovanile e della vulnerabilità sociale in alcuni dei quartieri più difficili d’Italia. E ancora: interventi per la gestione della crisi idrica in Sicilia, misure per la protezione civile, proroga per le agenzie che somministrano lavoro nei porti e promozione delle energie rinnovabili. Dopo una mattinata distinta dalla discussione generale in Aula, il governo – per bocca del ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – ha formalizzato la richiesta di fiducia sull’approvazione in prima lettura senza modifiche del ddl, alimentando le proteste dell’opposizione che ha lamentato un ricorso eccessivo della fiducia e la mancanza di dibattito parlamentare su questi argomenti. Si voterà lunedì, dichiarazioni di voto dalle 14 e prima chiama dalle 15.40.
Sulla riqualificazione sociale e infrastrutture, il decreto investe i Comuni o i quartieri di Rozzano (Milano), Alessandrino-Quarticciolo (Roma), Scampia-Secondigliano (Napoli), Orta Nova (Foggia), Rosarno-San Ferdinando (Reggio Calabria), San Cristoforo (Catania) e Borgo Nuovo (Palermo). Per coordinare gli interventi – sono stati stanziati 180 milioni di euro, da distribuire nel triennio 2025-2027 – sarà nominato un Commissario straordinario che elaborerà un piano straordinario di riqualificazione urbana di concerto coi Comuni coinvolti. L’obiettivo è migliorare la qualità di vita delle aree più degradate, offrendo opportunità a famiglie e giovani in difficoltà.
Per far fronte alla crisi idrica in Sicilia, il decreto prevede invece la costruzione di tre impianti di dissalazione a Porto Empedocle, Trapani e Gela capaci di trasformare l’acqua marina in potabile. Costo complessivo dell’operazione: 100 milioni di euro, finanziati un po’ con fondi nazionali e un po’ con risorse della Regione Siciliana. Quindi alcune disposizioni per la Protezione Civile, che rafforzerà il supporto al Giubileo 2025 di Roma in vista dell’arrivo di milioni di pellegrini, non solo nella Capitale. Sul fronte del lavoro, il decreto proroga invece di altri due anni l’operatività delle agenzie per la somministrazione del lavoro nei porti di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari. Le agenzie, grazie ad uno stanziamento di 10 milioni per il biennio 2025-26, continueranno a garantire un’indennità ai lavoratori che non riescono a trovare occupazione.
Sulle infrastrutture, il decreto trasferisce le funzioni del Commissario straordinario del Mose all’Autorità per la laguna di Venezia, mentre per quanto riguarda gli enti sportivi pubblici si interviene per garantire lo svolgimento delle elezioni per quegli enti che hanno anche natura di federazione sportiva – leggasi Automobile Club d’Italia (Aci e Unione Italiana Tiro a Segno) (UITS) – che dovranno quindi allinearsi alla normativa vigente per evitare conflitti di interpretazione sulle modalità elettorali e sui limiti di mandato. Infine la promozione delle energie rinnovabili: viene introdotto un sistema di garanzie per i contratti a lungo termine di compravendita di energia elettrica verde. L’obiettivo è incentivare l’utilizzo di energia rinnovabile, riducendo i rischi finanziari per gli operatori di settore. Il Gse (Gestore dei Servizi Energetici) assumerà il ruolo di “operatore di ultima istanza”, garantendo l’adempimento dei contratti anche in caso di insolvenza di una delle parti.
Protestano le opposizioni. Per il deputato Pd Claudio Mancini, il decreto “dovrebbe affrontare questioni di massima priorità per il Paese” come rigenerazione urbana delle periferie, lotta alla dispersione scolastica, emergenza climatica e idrica, attuazione del PNRR e disagio sociale. In realtà è l’ennesimo decreto omnibus, privo di una visione a lungo termine e utile più a produrre titoli dei giornali che a dare risposte concrete ai cittadini”. Secondo Daniela Torto, capogruppo M5S in commissione Bilancio, il decreto “non aiuta nessuno e non tutela niente“. Ma soprattutto “non risolve le vere emergenze del Paese: povertà educativa, periferie degradate, crisi ambientali, giovani senza prospettive”. Soddisfatta invece la maggioranza. Con il decreto emergenza e attuazione del Pnnr “lo Stato entra nelle periferie dando un supporto, dando opportunità ai giovani per cercare di limitare il disagio giovanile”, assicura Tiziana Nisini, deputata della Lega.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link