Negli ultimi giorni, diversi articoli e commenti hanno riportato l’attenzione su tre temi centrali per la città e il suo territorio: demografia, turismo e sviluppo economico. Si tratta di questioni strettamente connesse, che richiedono un’analisi obiettiva e priva di ogni pregiudizio. I dati sulla popolazione del nostro Comune sono allarmanti: dal 2019 al 2024 abbiamo perso oltre il 5% dei residenti e le proiezioni per i prossimi dieci anni indicano un possibile crollo fino a 15-16.000 abitanti. Le conseguenze di questo declino sono già evidenti nella riduzione dei servizi pubblici e privati. È dunque urgente aprire un dibattito su come contrastare lo spopolamento.
Turismo e crescita economica: un legame insufficiente
Chiaramente lo sviluppo economico è il primo passo per invertire questa tendenza. Tuttavia, il turismo da solo non è una soluzione sufficiente. È evidente non solo dalle sofisticate analisi economiche, ma dalla dura accettazione della realtà. L’esperienza dell’Umbria lo dimostra: nonostante una forte crescita turistica negli ultimi anni, la regione registra un calo demografico tra i più gravi d’Italia. Se non regolato e integrato in una strategia più ampia, “l’overtourism” può addirittura contribuire alla diminuzione dei residenti, come dimostra il caso di Venezia. Per Orvieto, il quadro è ancora più critico, con una crescita turistica di gran lunga inferiore rispetto alla media regionale. Lo vediamo sia nel confronto dei dati 2024 rispetto all’anno precedente, sia rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia, come da tabelle qui riportate.
Se il turismo non è sufficiente, quali possono essere le direttrici di uno sviluppo economico sostenibile e duraturo per Orvieto? È fondamentale rispettare la regola di domanda e offerta per individuare settori in cui la domanda sia in crescita e vi siano possibilità di investimento. Due ambiti meritano particolare attenzione: la formazione e i servizi per la popolazione anziana.
Formazione: un’opportunità da cogliere
Uno dei settori in maggiore espansione è quello della formazione, ma è essenziale concentrarsi su competenze realmente richieste dal mercato del lavoro. In Italia esiste una forte carenza di figure tecniche e STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), come evidenziato dal rapporto Confindustria 2024. Il governo sta investendo ingenti risorse in questo ambito: solo per gli ITS Academy sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro tramite il PNRR, con l’obiettivo di formare professionisti in transizione verde e digitale.
Dal 2025 è prevista una nuova fase di investimenti e valutazione degli istituti esistenti e di nuovi investimenti per ITS futuri. Orvieto è pronta a intercettare questi fondi? Esiste un progetto competitivo per la formazione? La città dispone delle infrastrutture adeguate? Lasciamo a voi la risposta.
Servizi per la popolazione anziana: una necessità e un’opportunità
Un altro settore strategico è quello legato all’invecchiamento della popolazione. L’età media degli abitanti di Orvieto è di 47,5 anni, superiore ai 46 anni della media nazionale, eppure mancano del tutto centri di residenza per anziani, sia autosufficienti che non. Inoltre, non si sta facendo nulla per attrarre aziende specializzate in beni e servizi destinati alla terza età.
La fascia di popolazione over 65 rappresenta oggi una delle principali detentrici di ricchezza e una componente attiva dell’economia. La creazione di strutture residenziali adeguate potrebbe garantire anche a chi ha minori risorse economiche l’accesso a servizi di qualità attraverso partenariati pubblici-privati. Senza contare le opportunità offerte dai fondi europei e nazionali per questo settore.
Politiche residenziali: un nodo irrisolto
Potremmo continuare a parlare di sviluppo economico ad oggi e nel futuro, di settori di investimento ricchi e promettenti. Ma è importante almeno accennare alla seconda variabile che incide negativamente sullo sviluppo demografico di Orvieto. Ossia l’assenza di politiche per i residenti. La residenzialità gioca un ruolo cruciale nel contrastare lo spopolamento. Orvieto, però, è una delle città con il carico fiscale più alto e priva di una vera politica abitativa. Non esistono progetti concreti per favorire l’accesso alla casa da parte dei giovani e delle famiglie, e solo un anno fa il Comune ha perso i fondi regionali destinati all’edilizia popolare.
Un altro elemento critico che incide sulla residenzialità è la mobilità. Il trasporto pubblico inadeguato rende il pendolarismo difficile e poco sostenibile, mentre la copertura della fibra ottica che dovrebbe favorire lo smart working è ancora largamente insufficiente. Il recente accordo con Fibercop prevede di raggiungere solo il 30% delle utenze nei prossimi due anni, ed i lavori non sono ancora iniziati! Infine, anche l’assenza di una politica culturale inclusiva e la mancata difesa del sistema sanitario contribuiscono a rendere la città meno attrattiva per i residenti.
Una visione lungimirante per il futuro di Orvieto
Il declino di Orvieto può essere fermato solo attraverso una strategia chiara, basata su sviluppo economico e politiche residenziali efficaci. Questi obiettivi richiedono una visione di lungo periodo e una capacità di intercettare le dinamiche economiche in evoluzione. Dopo sei anni la nostra Amministrazione Comunale non solo non offre nessuna risposta, né una visione, ma neppure opportunità di ascolto e confronto per i molti che di sicuro potrebbero intraprendere per un nuovo rinascimento di Orvieto. Non basta lodare la bellezza di Orvieto accapigliarsi sui biglietti venduti al Pozzo di San Patrizio: servono soluzioni concrete, investimenti mirati e una progettualità capace di riportare la città su un sentiero di crescita sostenibile.
Proposta Civica Orvieto
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