Dall’Ubertini al mondo: il collegio che esportava braccianti e tecnici ovunque

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La nascita dell’Istituto professionale per i Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale «Carlo Ubertini» di Caluso risale al 1867, quando fu insediato un Corso di agricoltura che si affiancava ai corsi preesistenti (listruzione elementare della durata di quattro anni, il ginnasio della durata di cinque anni e le scuole tecniche della durata di tre anni, a carico del Comune, più il convitto annesso), istituiti secondo quanto previsto dal Regio Decreto legislativo 13 novembre 1859 n. 3725 del Regno di Sardegna, noto come legge Casati.

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Già dal 1832 l’offerta formativa di Caluso presentava caratteristiche di completezza, anche tenuto conto del fatto che i residenti ammontavano a 6000 unità.

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La legge Casati non prevedeva, nelle competenze del ministro dell’Istruzione, l’istruzione professionale: il Regio Decreto 28 novembre 1861 assegnò infatti alla gestione del ministero per l’Agricoltura, l’Industria e il Commercio (istituito con legge del 5 luglio 1860), le scuole di operai, le scuole speciali di agricoltura, industria e commercio e gli istituti tecnici.

Fu quindi grazie all’iniziativa locale che nel 1867 fu avviato il corso di agricoltura.

L’Istituto Carlo Ubertini, oggi ospitato in un edificio risalente all’inizio degli anni Settanta del Novecento, era allora ubicato presso l’ex convento di San Francesco, situato a sud dell’abitato calusiese: «Il convento venne soppresso dal Governo Francese e venduto dal Demanio come risulta da verbale 19 giugno 1802, ed aggiudicato al signor Druetti notaio Giuseppe [da Rivarolo, erede della Cristina Farcito, distintissima famiglia di Caluso, nda] con atto sottoscritto Plancy, prefetto della Dora, l’anno 13° repubblicano, 19 fruttidoro, settembre 1804, cioè il convento dell’area di tavole 76, la chiesa di tavole 12, ed il giardino di tavole 125 e dal notaio Druetti vendutane una parte a Trucchi Antonio 1814, altra parte alla Baronessa Teresa Furno 1815, e parte passò al sig. Carlo Pettiti più tardi, e da costoro ceduto al Municipio 1832, che lo destinò per Collegio Convitto a lustro del paese» (1).

Successivamente, il Regio Decreto del 15 luglio 1890 istituì la Regia Scuola Pratica di Agricoltura per la Provincia di Torino, intitolata a Tommaso Valperga di Caluso, di durata triennale, che funzionò fino al 1924. Il primo di ottobre di quell’anno, la scuola pratica fu trasformata in Ente Consorziale autonomo, mantenendo il medesimo ordinamento didattico.

La Legge 15 giugno 1931, n. 889, trasformò la scuola consorziale pratica di agricoltura in Regia Scuola Tecnica ad indirizzo agrario, di durata biennale, con decorrenza 1° luglio 1932. Nello stesso anno, venne annessa la Regia Scuola di avviamento professionale Guido Gozzano, poiché la licenza da essa rilasciata costituiva titolo di ammissione alla scuola tecnica. Questo fu l’embrione della successiva trasformazione in Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, che avvenne con D.P.R. 30 settembre 1957, n. 1492.

Nel 1969 vennero istituiti, in via sperimentale, i corsi triennali post qualifica per il conseguimento del diploma di Agrotecnico (con legge 27 ottobre 1969, n. 754). A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, fu avviata una profonda innovazione con la maxi sperimentazione assistita Progetto 92, che fu, a partire dal 1992, trasformata in nuovo ordinamento. Oggi la scuola funziona secondo quanto previsto dal D.P.R. 87/2010 (la cosiddetta Riforma Gelmini).

Foto di gruppo dell’inizio del secolo scorso. Sullo sfondo, l’edificio

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Studenti da ogni parte d’Italia e dall’estero.           

Nell’archivio storico della scuola, oggi in fase di riordino, è presente un documento molto interessante: si tratta dell’Elenco dei Giovani che frequentarono la Scuola dalla sua fondazione all’anno 1909, in realtà poi compilato, a mano, fino all’anno 1920 compreso e riguardante 250 allievi. In esso sono registrati i nominativi degli alunni iscritti, il luogo di nascita e di residenza, gli studi fatti prima dell’ammissione e i titoli conseguiti in seguito ovvero le «Occupazioni coperte e tenute attualmente dai giovani». Da tale documento si evincono informazioni molto interessanti: gli alunni provenivano da ogni parte d’Italia e dall’estero.

Per quanto riguarda il Piemonte, risultavano 24 allievi di Torino città, ma sono citate tutte le località, dal Canavese (Caluso, Ivrea, Lessolo, San Maurizio, Cuorgnè, Rivarolo, Favria, Rivarossa, Nole, Baldissero, Valperga, San Giorgio, Castellamonte, Carema, Albiano, Rueglio) al resto della provincia (Novalesa, Settimo, Riva di Chieri, Santena, Pinerolo, Stupinigi, Racconigi, Luserna, Susa), alle Valli biellesi (Biella, Sordevolo, Sostegno, Mosso Santa Maria, Candelo, Vigliano, Castellengo, Grignasco), al Novarese (Novara, Isarno, Garbagna, San Grisante, Livorno Novarese, Omegna, Carpignano Sesia, Balocco, Torrione Novarese, Arona) e al Vercellese (Vercelli, Santhià, Gattinara, Tronzano, Livorno Vercellese, Moncrivello, Rive Vercellese, Serravalle Sesia), al Cuneese (Cuneo, Mondovì, Canale d’Alba, Savigliano, Fossano, Centallo, Dogliani, Bra), all’Astigiano (Asti, Vignale, Cocconato, Rocchetta Tanaro, Viale d’Asti) e all’Alessandrino (Alessandria, Valenza, Tortona, Casale Monferrato, Solero).

Per quanto concerne il resto d’Italia, provenivano dalle regioni limitrofe, in particolare dalla Valle d’Aosta (Aosta città e località varie), dalla Liguria (Genova, Cairo Montenotte, Gavi, Mele), dalla Lombardia (Milano, Varese, Angera, Lodi, Goito), dall’Emilia Romagna (Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Parma, Castelmaggiore, Campagnola, Fiorano, Fiorenzuola d’Arda, Nonantola) fino a Verona, Padova, Trento, Firenze, Roma, Benevento, Pozzuoli, Lecce, Umbertide in Umbria, Fabriano nelle Marche, Agira in Sicilia.

Dieci alunni, provenivano dall’estero: Modane (Francia), Alessandria d’Egitto, Lima (Perù), Buenos Aires, Rosario, San Francisco e Cordoba (Argentina).

Il documento indica anche gli studi compiuti prima dell’ammissione. Dall’analisi di essi emergono dati significativi: complessivamente 115 iscritti avevano conseguito la licenza elementare, un solo alunno aveva terminato la terza elementare, mentre 7 possedevano la quarta elementare. Alcuni iscritti provenivano dai corsi tecnici: 32 allievi avevano conseguito la licenza tecnica, 26 avevano effettuato solo il primo corso tecnico e 11 il secondo. Altri ancora provenivano da varie scuole agrarie presenti sul territorio italiano: 1 da Treviglio, 1 da Voghera, 1 da Cervarese, 1 da Lodi, 1 da Roma e 1 da Messina.

Una parte di studenti, anche se in numero esiguo, aveva frequentato il ginnasio e ben 8 ne avevano conseguito la licenza: 2 la prima, 2 la seconda, 11 la terza e 7 la quarta.

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Il lavoro svolto all’estero.

Ancora più interessante è l’analisi dei titoli «conseguiti in seguito e occupazioni coperte e tenute attualmente dai giovani». Il 10 per cento del totale degli iscritti, pari a 29, dopo aver terminato la scuola, si dedicò alla gestione delle proprietà di famiglia. Un numero considerevole emigrò all’estero, in particolare in America, sia settentrionale sia meridionale:

Carlo Barbaglia, di Romagnano Sesia, agricoltore in America meridionale; Augusto Calosso, di Lecce, agricoltore in America settentrionale; Luigi Demonte, di Racconigi, agricoltore in America meridionale; Tommaso Rossetti, di Pralormo, agricoltore in America meridionale; Lorenzo Monticelli, di Torino, agricoltore in America meridionale; Giacomo Antoniotti, di Sostegno, agente della tenuta di Watsouville in America; Francesco Bianco, di Torino, agricoltore in America meridionale; Rolando Molteno, di Caluso, agricoltore in America meridionale; Edoardo Mazzone, di Serravalle Sesia, agricoltore in America meridionale; Giuseppe Mondino, di Mazzè Canavese, fu occupato presso la fabbrica di cera Ferrando di Ivrea, in seguito espatriò per l’America; Mario Mania, di Carema, agricoltore in America meridionale; Giuseppe Rocca, di Torino, agricoltore in America settentrionale dove si occupa del commercio dei formaggi; Angelo Lattuca, di Parma, agricoltore in America meridionale; Francesco Savio, di Solero, agricoltore in America meridionale; Mario Siccardi, di Bra, coltivatore di piante fruttifere nel Brasile; Casimiro Lovera, di Torino, produttore di burro a Buenos Ayres; Battista Aime, di Centallo, agente di campagna a Santiago nel Cile; Scipione Caravario, di Caluso, espatriò nella Repubblica Argentina, agente di una fattoria.

Alcuni diplomati trovarono occupazione in altri paesi europei:

Giovanni Teppa, di Aosta, agente di una vasta azienda agraria di primo ordine in Grecia; Casimiro Salvetti, di Caluso, è impiegato in una fabbrica di automobili a Londra; Alessandro Diale, di Gattinara, si occupò di commercio nel Cantone Vallese in Svizzera; Mario Perotti Nigra, di Lessolo, impiegato quale contabile e viaggiatore presso un mulino di frumentone a Martigny-Ville in Svizzera; Filippo Rean, di Aosta, impiegato quale conduttore di treni di lusso tra Innsbruck e Cannes.

Altri invece lavorarono all’estero in continenti diversi e con occupazioni diverse:

Alfredo Mallarini, di Cairo Montenotte, in Tunisia fu enotecnico presso la Société Crété & C. a Crétéville. in seguito fu direttore della cantina sociale di Valenza; Emilio Trono, di Lessolo, si occupò di dirigere i lavori pubblici stradali in Francia, fu in seguito in America del nord e successivamente fu impiegato in Canada nelle miniere di carbon fossile; Ernesto Grosso, di Baldissero Canavese, si occupò dell’azienda agricola nella Colonia Eritrea, in seguito lavorò a Mornington Mills in Australia e poi si occupò di studi agrari nella Repubblica Argentina.

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L’inventario del materiale che costituisce l’archivio storico dell’Istituto è ancora in fase di lavorazione.

Ciò che si evince dall’esame dei primi documenti è, senza alcun dubbio, il ruolo che l’Istituto ha svolto, ancor oggi unico nel suo genere nel territorio canavesano, nella formazione degli studenti in ambito agrario sull’intero territorio nazionale.

 

 

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  1. C. Giacobbe Conte, Caluso. Cronistorico-corografico nei suoi rapporti colla storia, Torino 1884, p. 22.

 

 

 

Il lavoro svolto in Italia. L’impegno nei settori più diversi

Per quanto riguarda coloro che svolsero la propria attività lavorativa in Italia, molti si occuparono di importanti proprietà, con la funzione di agente o amministratore di beni, spesso di casate nobiliari o diressero importanti aziende nei più diversi settori:

Gioacchino Maranetto, di Castello Silvano d’Orba, agente al Castello di Silvano d’Orba; Mario Pajetta, di Angera (Como), agente del Conte Borromeo di Milano. In seguito passò alle dipendenze di Casa Borghi e contabile della Società Fabbriche Riunite Aceti ed Affini in Grumello del Monte; Serafino Pesando, di Montalto Dora, agente delle Fattorie della Mandria di Venaria Reale di proprietà del marchese Medici; Eugenio Goggi, di Novara, agente della nobil casa Malaspina in Volpedo (Tortona); Ainardo Vercellino, di Santena, scrivano presso lo stabilimento di ortocoltura Luigi Dominici di Torino, in seguito fu agente presso la contessa Teodolinda d’Onigo in Pederobba, provincia di Treviso; Secondino Buscaglione, di Castellengo (Biella), segretario della nobil casa Borromeo. In seguito fu fattore della nobil casa conte della Trinità di Arignano; Alberto Gallinatti, di Rivarolo Canavese, agente della Tenuta Morzano di proprietà della contessa Corbetta a Cavaglià Biellese, in seguito fu agente dei Tenimenti di S. E. il senatore Casana ex ministro della Guerra a Faule e Pancalieri; Camillo Lancina, di Milano, agente e contabile nelle Tenute del conte Collobiano a Carisio presso Santhià; Antonio Maccagni, di Piacenza, direttore dell’azienda agraria di Villa Borghese in Rottofreno; Adolfo Daniele, di Torino, fu impiegato in una azienda agricola della Svizzera, ritornato in Italia fu occupato nelle coltivazioni di viti del cav. Bich a Chambave di Aosta poi agente della contessa Corbetta nella tenuta di Morzano presso Cavaglià; Ferdinando Bertoldo, di Torino, impiegato nella ditta di pubblicità Vogliotti di Torino; Giorgio Debenedetti, di Canale d’Alba, proprietario col padre di un negozio di manifatture a Torino; Cesare Chabloz, di Verrayes (Aosta), addetto all’agricoltura e all’allevamento del bestiame a Diemoz in Val d’Aosta e proprietario di un caseificio con forte produzione di fontine; Bartolomeo Andreis, di San Maurizio, direttore di un mulino; Cesare Bertola, di Milano, direttore dello Stabilimento Orticolo Berti di Milano; Cesare Goffi, di Stupinigi, si stabilì in Alghero (Sardegna), dove si dedicò all’agricoltura, in particolare all’olivicultura e commercio dell’olio, in seguito costituì una società con i due fratelli per lo smercio dell’olio d’oliva; Andrea Borghesio, di Rivarossa Torinese, direttore delle Fornaci di Favria Torinese; Battista Liore, di Favria, prestò servizio nelle squadre antifilossere, in seguito fu segretario e contabile presso una ditta di Rivarolo Canavese.

 

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I lavori nella Pubblica Amministrazione. Gli incarichi di responsabilità 

È opportuno menzionare coloro i quali lavorarono nella Pubblica Amministrazione, ricoprendo incarichi diversi e anche a livelli di responsabilità:

Luigi Angioini, di Rodallo di Caluso, laureato in Chimica e Farmacia nel 1902 presso l’Università di Pavia, impiegato nella Cooperativa Farmaceutica di Milano; Pietro Geri, di Garbagna, collaboratore tecnico nello studio di ingegneria agraria G. Cotta in Novara, addetto alla direzione di quel Consorzio Forza Motrice ed Irrigazione, in seguito divenne direttore tecnico, segretario contabile e cassiere del Consorzio tecnico, eletto anche sindaco di Garbagna Novarese; Cesare Costa, di Scalenghe Canavese, segretario presso il Municipio di Scalenghe e presso la ditta Bocchiero di Torino; Torquato Baruffaldi, di Garzuolo, esattore comunale, in seguito fu agente della Banca Popolare di Bozzolo e segretario del Consorzio agrario di Mantova; Dante Bertola, di Pino (Varese), ottenne la borsa di studio assegnata dal Ministero al primo licenziato dalla scuola di Caluso, conseguì la licenza di Enotecnia a Conegliano, assistente presso l’enopolio militare di Torino, quindi presso la Cattedra Ambulante di Agricoltura in Reggio Emilia, fu nominato direttore della cantina sociale di Canneto Pavese; Emilio Perotti Nigra, di Lessolo, fu agente e contabile presso la Cereria Ferrando di Ivrea; Giuseppe Pidello, di Sordevolo, carabiniere; Cesare Barni, di Vignale, segretario della Società Viticultori di Casale Monferrato; Rodonino Francescoli, di Ara Novarese, brigadiere dell’Arma con sede in Milano; Alberto Reggiani, di Nonantola, agrimensore nella città di Modena; Giuseppe Morello, di Crova Vercellese, è militare nel 3° reggimento Genio-Telegrafisti in Firenze; Ernesto Carovini, di Valenza è perito agronomo presso il Tribunale di Chiavari; Giuseppe Gila, di Tronzano Vercellese, è addetto agli uffici della società Ticino in Novara; Ugo Costamagna, di Torino, ufficiale di artiglieria.





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