(AGENPARL) – Roma, 14 Febbraio 2025
Noi allevatori delle tre regioni interessate dal Piano del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) abbiamo dedicato tre anni d’intenso lavoro per preparare un’opposizione puntuale – e ben circostanziata – al piano di gestione territoriale proposto dal PNALM che, a nostro avviso, penalizza i diritti di godimento dei domini collettivi, alienando coloro che vivono con e del territorio (ad esempio noi allevatori estensivi). Fino all’ultimo minuto, abbiamo creduto che si sarebbe potuto stabilire una costruttiva e proficua comunicazione con le istituzioni, in primis il Parco, per la riscrittura partecipata di un piano territoriale, impietosamente calato dall’alto. Invece ci siamo trovati di fronte ad un muro di gomma, ad un totale rifiuto di ogni nostra legittima richiesta di coinvolgimento diretto, circa le sorti di quelle area protette che noi consideriamo parte integrante dei nostri territori di vita. La Regione Abruzzo si sarebbe dovuta pronunciare sulla richiesta di rigetto del ‘Piano per il Parco’ – presentata da noi allevatori del territorio – nonché sulle 53 osservazioni elencate con dovizia di particolari. Purtroppo, non l’ha fatto, approvando invece, in modo passivo ed acritico, il Piano per il Parco – senza mai rispondere alle nostre controdeduzioni presentate in modo esaustivo.
Con questo articolo, abbiamo deciso di rendere note all’opinione pubblica le nostre controdeduzioni, pubblicando integralmente la lettera, presentata il giorno 3 Febbraio, ai Consiglieri della Regione Abruzzo. La nostra speranza è che la Regione Lazio, unitamente alla Regione Molise, non commettano lo stesso errore di approvare un Piano per il Parco assolutamente illegittimo, per tutte le ragioni riportate qui in basso. Un ulteriore voto dei consiglieri di tali regioni, a favore del Piano per il Parco, sarebbe una sconfitta per tutti e un atto d’incuranza nei confronti di tutta la materia giuridica che regola gli usi civici, e non per ultimo, la legge 168 del 2017, secondo cui il regime giuridico dei beni collettivi resta quello “dell’inalienabilità, dell’indivisibilità, dell’ inusucapibilita’ e della perpetua destinazione agro-silvo-pastorale” (Art. 3, c. 3).
Oggetto: Provvedimento amministrativo n. 96/2024. Improcedibilità proposta di approvazione Piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per gravi irregolarità sostanziali, formali e di contenuti.
Al Sig. Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo Ai Sigg. Componenti del Consiglio Regionale d’Abruzzo.
Stimato Presidente / Egregio Consigliere,
con la presente, le Associazioni e il Comitato scriventi La invitano a considerare, con onestà intellettuale e con senso di responsabilità, il sincero grido di allarme dei cittadini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che, finora inascoltati, hanno sin dal dicembre 2022 messo a nudo e segnalato il dato oggettivo della improcedibilità della proposta di Piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, provvedimento amministrativo al primo punto all’ordine del giorno del Vostro consesso convocato per il 2 febbraio 2025.
Ebbene, una casa con fondazioni parziali non può reggere. Le fondazioni di un Piano sono le analisi tecniche sulle quali esso va sviluppato: un insieme di elaborati che ne costituiscono il quadro conoscitivo di base ossia le fondazioni del Piano. Il progetto di Piano per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise presenta un quadro conoscitivo gravemente carente, come una casa con fondazioni parziali che non può reggere; già solo per questo motivo, esso non è idoneo e non può essere approvato. Giusto per elencare le più macroscopiche carenze del quadro conoscitivo, appresso se ne citano alcune: 1 – Manca della carta degli usi civici; 2 – Manca del complementare piano pluriennale economico e sociale; 3 – Manca di recepire la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga.
1 – Manca la carta degli usi civici, obbligatoria ai sensi dell’art. 9 della L.R. 25/1988, che si applica anche al Piano del Parco in quanto, ai sensi dell’art. 12, comma 7, della L. 394/1991, esso “sostituisce … ogni altro strumento di pianificazione”.
Nella proposta di piano del PNALM manca detto elaborato di base e non vi è cenno alcuno a tutta la gamma dei diritti delle comunità locali in relazione ai beni civici e ai loro usi.
Quello che avrebbe dovuto essere uno dei contenuti primari è completamente assente.
Nei Piani degli altri Parchi Nazionali, compresi gli altri due Parchi Nazionali abruzzesi, le proprietà collettive, la materia degli usi civici e la necessità del rispetto dei diritti correlati non sono ignorati, perché mai le comunità locali del Parco Nazionale d’Abruzzo dovrebbero essere oltraggiate con tale discriminazione?
Nessuna verifica al riguardo è stata fatta dalla Regione a cui l’aspetto è stato più e più volte rappresentato, come per le tante altre illegalità che questa proposta di Piano porta con sé. Di recente, la 2a Commissione Consiliare, anziché interessare l’ufficio legale della Regione, prendendosi beffa di noi, ha “girato” la questione al medesimo Ente Parco il quale, ovviamente, si è dato ragione, anche avendo dovuto ammettere l’evidenza di non aver fatto la carta degli usi civici con la frase “Il fatto poi che non sia stata redatta una carta degli usi civici non significa che…”.
Se dietro non ci fosse un problema veramente serio, cioè il desiderio di cancellare ogni diritto democratico nell’ambito del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, la giustificazione dell’Ente Parco farebbe ridere. Come potrebbe mai il consesso del Consiglio Regionale ritenere ossequiata la Legge dato che, mentre si arrampica sugli specchi per giustificarsi, lo stesso Ente Parco ammette di non aver svolto l’adempimento obbligatorio per Legge?
Come potrebbe mai il Consiglio Regionale, come sembra abbia fatto la 2a Commissione Consiliare nell’affrettarsi a proporre per l’approvazione il pasticciato progetto di Piano del PNALM, riconoscere all’Ente di Gestione del PNALM la licenza di violare la Legge a proprio piacimento?
Come potrebbero non stridere fastidiosamente, anzi dolorosamente, negli orecchi di ciascun Consigliere, le seguenti testuali parole: “…la tutela ambientale è sovraordinata rispetto agli altri diritti dei cittadini.”? Parole raccapriccianti che non sono del dittatore nordcoreano ma sono parte della propria esposizione alla 2a Commissione Consiliare resa dall’attuale Direttore del PNALM, nella seduta del 18.07.2024, per affermare che l’Ente Parco, in nome della tutela ambientale, può instaurare la propria dittatura nell’ambito del territorio dell’area protetta.
Come potrebbero mai lor Signori Consiglieri considerare libero dalla ‘sindrome smaniosa di potere assoluto’ chi ragiona come sopra? E “dimenticare” che nella società civile vige il principio che la Legge è uguale per tutti, che tutti sono tenuti a rispettarla, Ente Parco compreso, e che i diritti dell’Ente Parco finiscono dove iniziano quelli degli altri: altri Enti, altri soggetti giuridici e, soprattutto altre persone? Persone a cui dare un buon futuro attraverso un buon Piano, che sia prima di tutto fatto secondo i canoni di Legge. Non si sta chiedendo altro se non il rispetto della Legge!
2 – La proposta di Piano del PNALM, viene presentata come se fosse completa anche se, tra le cose necessarie manca del complementare “piano pluriennale economico e sociale”, cosa esattamente contraria a quanto impone di fare l’art. 14, comma 2, della L. 394/1991, cioè di redigere “contestualmente all’elaborazione del piano del parco un piano pluriennale economico e sociale” per soddisfare l’ulteriore funzione obbligatoria di promuovere “le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività eventualmente residenti all’interno del parco e nei territori adiacenti” di cui all’art. 14, comma 1, della L. 394/1991.
L’assoluta necessità di dover redigere contestualmente “il piano del parco e il piano pluriennale economico-sociale”, si trae dalla testuale ripetizione dell’obbligo presente al comma 1 dell’art. 11-bis della L. 394/1991. Un obbligo così forte da essere ripetuto per ben due volte in due diversi articoli. La mancanza sarebbe grave in relazione a qualsiasi altro Parco Nazionale, ma è decisamente gravissima nel caso del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che, come a tutti noto, è in assoluto il più antropizzato.
La mancanza del complementare “piano pluriennale economico-sociale”, di fatto, decreta la mancanza di un altro elemento indispensabile per formare un adeguato quadro conoscitivo di base, senza il quale è ovvio che il progetto di Piano presentato, non avendo avuto alla base l’apporto delle informazioni riguardanti tutta la sfera delle dinamiche reddituali di coloro che risiedono all’interno dell’area protetta, non è stato sviluppato correttamente e non può essere approvato. Ci sono riprese audio-video e documenti scritti in cui l’attuale Presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise espone chiaramente che il piano pluriennale socio- economico si farà dopo l’approvazione di questa proposta di Piano del Parco.
Il Presidente dell’Ente Parco confonde l’attività di amministrazione della cosa pubblica con quella del giardino di casa sua, perché non ha rispetto per la Legge e intende decidere motu proprio. Ma anche per lui e per l’Ente Parco vale la Legge che dispone cosa c’è l’obbligo di fare e come e quando farlo, o di non fare e come e quando non farlo. Il Presidente non può decidere a suo piacimento, contro Legge.
Siccome la proposta di Piano del Parco è stata completamente redatta dal 2020 all’estate 2022 ed il piano pluriennale socio economico ancora non c’è e il Presidente ha stabilito da sé che verrà fatto in seguito, la violazione di Legge è palese, si è già consumata e porta la conseguenza di un Piano che non adempie il compito assegnato di promuovere “le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività” interessate.
Essendo l’attività dell’Ente Parco in violazione di Legge non la si può approvare; fare il contrario equivarrebbe a condividerne le responsabilità. E, in questo procedimento non è presente una sola violazione di Legge, ma se ne riscontrano così tante che è lungo e difficile richiamarle tutte con la dovuta chiarezza. Stupisce la posizione della Regione Abruzzo, in particolare quella dei Funzionari e dei Componenti della 2a Commissione Permanente del Consiglio Regionale che, nonostante la nota del Ministero dell’Ambiente N. SCN/1D/2001/6800 del 28.03.2001 con la quale si ribadisce l’obbligo di contestualità fra la redazione del piano pluriennale socio-economico ed il Piano del parco, riscontrata dal Direttore Regionale Territorio, Urbanistica, Beni Ambientali, Parchi, Politiche e Gestione dei Bacini Idrografici della Regione Abruzzo, con lettera Prot. n. 4385/01 del 03.05.2001, assicurando “la più fattiva collaborazione”, hanno licenziato favorevolmente siffatta proposta di Piano del PNALM come se in assenza assoluta del “piano pluriennale economico e sociale” lo si potesse proporre al Consiglio per l’approvazione. (Allegato A).
3 – La proposta di Piano del PNALM, non recepisce la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga della Regione, né contiene un proprio studio in tal senso, anche questo uno dei cardini indispensabili per formare un adeguato quadro conoscitivo di base e senza il quale è ovvio che il progetto Piano non può essere stato sviluppato correttamente e non può essere approvato. Ciò ai sensi dell’art. 12, comma 1, della L.R. 47/1992, che si applica anche al Piano del Parco in quanto, ai sensi dell’art. 12, comma 7, della L. 394/1991, esso “sostituisce … ogni altro strumento di pianificazione”. La cosa è particolarmente grave per l’assenza della giusta considerazione della reale presenza del pericolo di valanga che, in certi periodi dell’anno, incombe nelle zone montane, come decisamente è il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Triste a dirsi, i Dirigenti dell’Ente Parco che si sono fatti parte attiva nel promuovere questa proposta di Piano per il PNALM, in ogni sede ed occasione ed anche con molta insistenza e facendo dichiarazioni “forti”, i Sindaci, i Consiglieri e i Dirigenti dei Servizi dei Comuni interessati che hanno avallato questa proposta, come hanno fatto anche i Dirigenti e alcuni Politici della Regione, sembra proprio che non siano stati toccati dal dolore della morte di ben 29 persone causato in pochi attimi dalla valanga che ha spazzato via l’Hotel Rigopiano, in uno scenario praticamente identico a tutte le conformazioni ‘pendio innevato-canalone-ripiano di valle’ presenti nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e che, questi Signori, non abbiano capito la portata delle possibili conseguenze per la vita stessa delle persone e le responsabilità che possono derivare da un Piano che non considera anche questo aspetto.
Dal punto di vista procedurale, la formazione del provvedimento amministrativo “Piano per il parco” ai sensi dell’art. 12 della Legge Quadro sulle Aree Protette 394/1991 non è mai iniziata, in quanto i documenti che lo compongono non sono stati sottoposti al parere obbligatorio della Comunità del parco previsto dal comma 2 dell’art. 10 L. 394/1991 e non sono stati adottati dal Consiglio Direttivo come previsto dal comma 4 dell’art. 10 L. 394/1991. Poi, come segnalato nei molti documenti che abbiamo prodotto, ci sono tante e tante altre irregolarità procedurali che macchiano il procedimento, anche da parte della Regione che non ha svolto i compiti che la Legge 394/1991 le assegna. E’ del tutto evidente che se gli Uffici della Regione Abruzzo avessero fatto il loro dovere di istruire adeguatamente la pratica, si sarebbero accorti delle suddette mancanze di contenuti imprescindibili e delle irregolarità procedurali così gravi da essere anch’esse fatali per la validità del procedimento, come fatali sono le mancanze del quadro conoscitivo di cui sopra. La carenza d’istruttoria è stata denunciata da ben oltre 1000 firmatari nel marzo 2024 insieme ad altri aspetti di natura penale le cui indagini sono tuttora in corso (Allegato B).
Denunciata direttamente alla 2a Commissione Permanente del Consiglio Regionale d’Abruzzo con nota dell’11 luglio 2024 (Allegato C parte della nota in grassetto) l’introduzione fraudolenta a partire dal 10.02.2023, quale ulteriore allegato alla proposta di Piano, di un documento estraneo a quelli dichiarati come appartenenti ad essa e oggetto di pubblicazione, e visto che la cosa non è stata presa sul serio, benché si tratti di segnalazione di illecito penale che investe anche i funzionari regionali che hanno avuto in mano la pratica, di recente abbiamo depositato anche l’atto di denuncia formale del fatto alla Procura della Repubblica competente. Restiamo completamente delusi dalla noncuranza con la quale aspetti così delicati, relativi alla formazione legittima o illegittima di un provvedimento amministrativo importantissimo quale il Piano per il Parco, che secondo l’art. 12, comma 7, della L. 394/1991, “sostituisce … ogni altro strumento di pianificazione”, siano stati ignorati dalla Commissione Consiliare della Regione. Eppure risulta che la Regione è dotata di un ufficio legale interno e che può, all’occorrenza, consultare i professionisti del caso.
Invece, tutto ciò che la 2a Commissione Permanente del Consiglio Regionale ha fatto, è stato “girare” al medesimo Ente Parco una parte dei tanti motivi di improcedibilità fatti presenti affinché giudicasse se stesso: un comportamento davvero contrario ad ogni criterio di terzietà e giustizia. Soprattutto dopo aver detto di volerci vedere chiaro ed aver preso l’impegno di prendere la cosa sul serio, perché preoccupati del progressivo spopolamento delle aree interne. Ma se agli ultimi cittadini ‘eroici’ che vivono ancora nelle aree interne si fanno “regali” di questo genere, presto si convinceranno anch’essi ad andarsene. Se non si fa in modo che il Territorio e la Popolazione meravigliosi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise abbiano un Piano per la loro Area Protetta legittimo, competo, di buona qualità, condivisibile e condiviso, non ci si meravigli di un altro massiccio esodo. Le persone non se ne andranno perché desiderano lasciare i luoghi, che resteranno per sempre nei loro cuori, ma se ne andranno perché nel Parco saranno stati privati di diritti e dignità, che potranno facilmente ritrovare altrove.
Vi preghiamo di respingere la proposta di Piano del PNALM, che non ha nessun requisito per essere approvata, e il cui esito non può essere diverso se non il rigetto. Non Vi chiediamo niente di eccezionale, solo un ovvio atto dovuto per il rispetto della Legge: il rigetto della proposta in quanto gravemente fuori Legge. Così come lo abbiamo chiesto sin dall’11 dicembre 2022, più di due anni fa, sempre alla Regione Abruzzo in quanto competente per Legge, con l’atto di opposizione formale rimesso nei termini ma rimasto senza la risposta da parte dell’Ente regionale addetto. (Allegato D). Nella presente abbiamo solo messo a nudo i difetti della punta dell’hiceberg, ma sotto c’è tutta la montagna di altre illegittimità che l’Ente Parco ha commesso e che la Regione non ha voluto vedere. Addirittura, i nostri scritti più recenti in cui si analizzano dettagliatamente alcuni aspetti, come già accennato, la Regione li ha inviati all’Ente Parco anziché esaminarli con terzietà o farli esaminare con terzietà. E’ ovvio che se si chiede all’Ente Parco, con una dirigenza da anni abituata a fare a modo suo e non di Legge, se quello che ha fatto lo ha fatto bene, risponde di averlo fatto benissimo.
Così l’Ente Parco presentando al Consiglio Regionale come lucida la sua proposta, che in realtà è assai torbida, si prende beffa di codesto Spett.le Consesso e lo usa per far ulteriormente avanzare il suo illegittimo, carente e dannoso progetto di Piano. Dov’è finita, qui in Abruzzo, la funzione di controllo sul processo di formazione dei Piani Parco che la Legge 394/1991 affida alla Regione, se gli uffici regionali invece di esaminare gli atti prendono per buono “a scatola chiusa” tutto quello che l’Ente Parco gli passa? Se questo scambio di ruoli è lecito, perché l’Ente Parco non ha fatto tutto da sé, senza rivolgersi al Consiglio Regionale? E’ ovvio che lo scambio di ruoli è illegale.
Se questo è ovvio, è ovvio pure che il Consiglio Regionale abbia uno staff degno di fiducia che controlli quello che l’Ente Parco manda per l’approvazione, non un ufficio che si faccia dire dall’Ente Parco se quello che ha consegnato è legittimo o no. Questo modo di fare blando espone a condividere inconsapevolmente cose che coscientemente non si sarebbero mai avallate. Condividendo l’illegalità, automaticamente si farebbe un favore a chi l’ha infranta più e più volte in questo procedimento. Sarebbe un indebito favore all’attuale dirigenza dell’Ente PNALM, così sfacciata nel fare come le pare su tutti i fronti, senza considerare minimamente cosa richiede la Legge, così come non nasconde che, a suo vedere: “…la tutela ambientale è sovraordinata rispetto agli altri diritti dei cittadini” che sono i Vostri elettori, che sono da Voi rappresentati presso il Consiglio Regionale d’Abruzzo, e quindi la dirigenza del Parco si sente sovraordinata anche ai diritti di Voi Egregi Consiglieri e pensa di potervi chiedere qualsiasi cosa. Noi, invece, chiediamo solo il rispetto della Legge, null’altro, nessun favore. Restando a completa disposizione, si ossequia.
Iura Civium ad Bonum Naturae ETS; IL PRESIDENTE (Virgilio Morisi)
C-A-A-T. Comitato Allevatori e Agricoltori del Territorio; IL PRESIDENTE (Guglielmo Lauro)
APAC. Alleanza dei Pastori Aurunci e Ciociari; IL PRESIDENTE (Giuseppe Ferrari)
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