Io detenuto… caro Ministro Nordio le scrivo

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Io detenuto… caro Ministro le scrivo

Le Promesse ed i Proclami del Ministro Nordio sulle carceri

 

Caro Ministro Nordio il 2025 si è aperto con 10 suicidi nelle carceri italiani nel primo mese dell’anno, a cui si aggiungono altri 20 decessi per i quali certo un qualche effetto è determinato dal sovraffollamento (arrivato al 132%) e la cronica carenza e inefficienza sanitaria delle carceri, porta a 30 i morti di inizio anno  nei penitenziari.

Lei non trova di meglio che annunciare ottomila nuovi posti detentivi entro i prossimi due anni. Ottomila posti in più non coprono il fabbisogno attuale atteso che oggi sono presenti nelle carceri italiane 11mila detenuti in più rispetto alla capienza attuale degli istituti di pena .

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Nè valgono le aspettative incrociate: 8mila posti in più e riduzione dei detenuti a seguito delle misure assunte con il Decreto n.92 del 4 luglio 2024, convertito con la Legge n. 112 dell’ 8 agosto 2024, provvedimento che avrebbe dovuto, a suo dire, scarcerare 15 mila detenuti entro settembre/ottobre 2024. In vertà i detenuti sono aumentati anziché diminuire grazie anche al Decreto Sicurezza che ha introdotto ulteriori e aggiuntivi 16 mila anni di carcere contro persone, già detenute, alle quali sarà peraltro escluso l’accesso alle misure alternative. Una politica carceraria che si  muove nell’esatto opposto di quanto previsto dall’art. 27 della Costituzione e dall’Ordinamento Penitenziario vigente che nel corso degli anni pur avendo subito svariati rimaneggiamenti appare come l’ultimo baluardo per ostacolare il “buttiamo le chiavi”.

Lei annuncia ottomila nuovi posti detentivi entro i prossimi due anni..: ne prendiamo atto Ministro e nel frattempo ??  nel frattempo che lei e i suoi consulenti costruiate nuovi posti detentivi, che sarà di noi detenuti in celle sovraffollate, impestate da cimici, in cui manca l’igiene, scorre solo acqua gelida, e le docce funzionano a singhiozzo ?  Continueremo a vedere compagni provati e non assistiti psicologicamente a togliersi la vita disperati in una condizione che di umano ha nulla ?!

Signor Ministro i detenuti, sono cittadini verso i quali lo Stato ha assunto l’obbligo della custodia e della rieducazione…non possono essere ignorati e trattati peggio di ogni altro cittadino.

I detenuti delle carceri sovraffollate hanno attraversato il Covid senza che nessun governo abbia loro reso un minimo ristoro , come è stato offerto e reso ai cittadini in difficoltà colpiti dalla pandemia… abbiamo vissuto il sovraffollamento Covid isolati dal mondo senza contatti con i familiari e chiusi da ogni contatto con la società: ci era stato promesso un ristoro per il sovraffollamento e la condizione estrema patita in due anni di pandemia, l’aveva promesso il ministro Cartabia, ma nulla se ne è fatto…i successori hanno fatto orecchie da mercanti e i detenuti sono rimasti a guardare l’inasprimento delle condizioni, i compagni morire suicidi, gli agenti disperati cedere sotto l’usura psicologica, e promesse da “marinaio” del Ministro annunciato come il più garantista…ma ahimè anche il più distratto e incoerente.

Eppure c’è pure qualche ministro che, in veste di imprenditore, i ristori del Covid li ha illecitamente utilizzati, non li ha mai restituiti ed oggi siede incollata al suo scranno nella condizione in cui per molto meno normali imprenditori sono in carcere per bancarotta e falso in bilancio…

Signor Ministro Nordio, i suoi proclami hanno la credibilità delle promesse di pulcinella, lei sa bene che quanto annuncia non avrà seguito se non in minima parte ed in tempi che non sono compatibili con l’emergenza…ma certo Lei deve garantire e dimostrare l’inflessibilità dello stato che esegue la pena in nome della certezza della stessa; quindi nessun indulto, nessuna amnistia, nessuna garanzia …anche quando tali misure servirebbero solo da decongestionamento nel regime transitorio che dovrebbe portare alle soluzioni annunciate. Già prima erano le Caserme da riconvertire, ora gli ottomila nuovi posti detentivi, nel mezzo nuovi reati e inasprimenti di pena…

No signor Ministro, non sono gli ottomila nuovi posti, o le caserme dismesse riconvertite in ostelli detentivi …Lei lo sa, e proprio perché lo sa, la sua inerzia, la sua mendace presa di tempo, si disvelano come una terribile condotta da aguzzino.

Lei sa bene signor Ministro che non sono queste le soluzioni, Lei sa bene che questi strumenti esacerbano la condizione detentiva e umiliano la funzione costituzionale della pena, Lei sa bene che l’Italia è inadempiente rispetto alla Corte di giustizia europea, che più volte ci ha censurati e sanzionati, Lei sa bene che siamo prossimi ad una nuova condanna per condotta disumana nelle nostre carceri…

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Signor Ministro lei sa bene che la soluzione non può essere quella annunciata, ma quella di una profonda revisione del sistema penale, una revisione che passa prima di tutto dalla adozione di un nuovo Codice Penale che riscriva le pene, diversificandole rispetto alla unica pena detentiva della reclusione del Codice Rocco, il Codice a sbarre, Lei sa benissimo che solo un nuovo Codice Penale costituzionalmente ispirato ed informato al dettato Costituzionale (art. 27 Cost.) potrà risolvere una volta per tutte il problema carcere, Lei lo sa benissimo, per essere stato Presidente dell’ultima Commissione parlamentare per la Riforma del Codice Penale, per avere nel Cassetto il nuovo Codice penale e per questo lei è colpevole di non attuare la vera ed unica riforma da fare,  la riforma della pena e della esecuzione della pena. !

Signor Ministro, abbia il coraggio e l’onestà intellettuale di affrontare un dibattito serio, ponderato e umanamente ispirato, sul carcere e sulla detenzione, sulla pena costituzionalmente ispirata, abbia il coraggio di fare ciò che il suo status, la sua cultura, il suo ruolo istituzionale le impone, e di lasciare i Politici senza arte e parte le disquisizioni populiste sulla certezza della pena e sul “buttiamo le chiavi

Già le ho scritto questi pensieri in forma epistolare e formale con una lettera a lei indirizzata quale Ministro, non so neppure se l’abbia mai letta quella lettera, so per certo che non mi ha mai risposto… già perché un detenuto non merita l’attenzione di un Ministro ed una risposta alle domande poste…forse anche Lei è tar quanti pensano che un detenuto non ha neppure il diritto di farle le domande…

Ed allora le rinnovo l’invito con queta lettera pubblica: signor Ministro affronti il tema della Riforma del Codice (tiri fuori il Codice Penale licenziato dalla commissione parlamentare da lei presieduta) affronti il tema della pena costituzionalmente ispirate e la diversificazione delle pene, abroghi una volta per tutte l’unico residuo che ancora resiste dell’era fascista , il Codice Rocco, e liberi il principio costituzionale della pena come viatico di risocializzazione… farà un servizio prima di tutto allo Stato ed alla nazione tutta, regalerà ai condannati una speranza di umanità…

La sollecito con le parole di un prete della valle padana, diceva don Primo Mazzolari:

“La giustizia non basta. La giustizia è nelle mani di pochi, la misericordia è nelle mani di tutti. Essa, nelle nostre mani, non è che il giudizio dei giudici continuato sovra un pino di beatitudine – beati i misericordiosi – a compimento della giustizia stessa. Dove la giustizia si ferma, la misericordia continua. Un appello a vuoto, dirà qualcuno. Non c’è più misericordia si questa terra! Lasciate che io protesti contro questa  pessimistica dichiarazione. Finché ogni mattina vedrò aprirsi l’alba sulle tenebre della notte e sorgere il sole, finché spunterà una stella sul buio del cielo, finché vedrò aprirsi le nubi e scendere sulla terra arsa la pioggia e fermarsi la rugiada sulle erbe e sui fiori, finché sull’alito caldo del giorno passerà un filo di vento, la pietà esiste. …

Il cancello della prigione si chiude, la barriera è alzata, sicura, impenetrabile. La società può mangiare e divertirsi tranquillamente.

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Un recluso! Un’esperienza lontana, anche per me che ci sono stato, anche per un cristiano, che ha il rimprovero temendo della parola: “Io ero prigioniero e tu non mi hai visitato”.  …

Allora, alla domanda chi è il prigioniero? Non c’è più bisogno, per rispondere, ch’io lo chieda ai giudici, all’opinione dei benestanti, mi basta aprire il vangelo: “ io ero prigioniero …”. Una faccia del Cristo, come il malato, il senza casa, l’affamato, l’assetato, un suo volto, più durevole di ogni effige di lui e che durerà fino alla fine dei secoli, un segno di riconoscimento per chi lo cerca e si dice suo discepolo. “ero prigioniero …” non disse: ero ricco, ero felice, ero galantuomo. Ma Cristo, che ha fame, sete ed è ignudo, malato e pellegrino, è meno “infamante” di un Cristo “prigioniero”



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