gli europei devono affrontare “l’imperialista” Trump

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Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.

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L’appello di Borrell: gli europei devono affrontare “l’imperialista” Trump

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L’Unione europea deve prendere atto della nuova realtà geopolitica. Il presidente americano, Donald Trump, non solo sta abbandonando l’Europa e l’Ucraina, ma sta mostrando il suo vero volto: quello di “un imperialista” a cui l’Ue può far fronte, se resterà “unita” e se avrà la “volontà politica” di politica di pesare. E’ questo l’avvertimento che lancia l’ex Alto rappresentante, Josep Borrell, dopo che Trump ha annunciato l’avvio di negoziati immediati con il leader russo, Vladimir Putin, per mettere fine alla guerra ignorando gli europei e gli ucraini. “Un giorno gli Stati Uniti lasceranno il Vecchio Continente. La profezia del generale de Gaulle si sta realizzando”, dice Borrell in un’intervista al Mattinale europeo. Lo spagnolo non nasconde la sua inquietudine di fronte a “un momento di rottura, un cambiamento di epoca”.

L’Ue ha reagito con sgomento alla telefonata di mercoledì tra Trump e Putin. Il silenzio dei leader delle istituzioni comunitarie – Ursula von der Leyen, Kaja Kallas e Antonio Costa – è stato assordante. Solo ieri si sono iniziate a sentire timide reazioni da parte di Kallas, che è succeduta a Borrell come Alto rappresentante, e Costa, il presidente del Consiglio europeo. Entrambi hanno rivendicato un posto per l’Ucraina e per gli europei al tavolo dei negoziati.

Diversi leader europei si erano illusi che Trump avrebbe preso in considerazione le esigenze poste dall’Europa, o almeno accettato un “deal” per preservare gli interessi transatlantici. Molti di loro hanno voluto guardare con ottimismo al fatto che, prima e dopo l’inaugurazione, il presidente americano abbia sostenuto la necessità di ottenere “la pace attraverso al forza” in Ucraina. Le illusioni sono crollate mercoledì dopo la telefonata con Putin e il discorso del segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth alla Nato, nella quale ha annunciato il disimpegno degli Stati Uniti dall’Ucraina lasciando agli europei l’esclusiva responsabilità delle garanzie di sicurezza.

“Donald Trump è un imperialista puro, come nel XIX secolo, e qui sta il grande problema che dobbiamo affrontare”, ci ha detto Josep Borrell. “Tre persone, Donald Trump, Xi Jinping e Vladimir Putin, stanno determinando il nuovo ordine mondiale e dettando la nuova distribuzione del potere”, ha spiegato Josep Borrell. Durante l’intervista, l’ex Alto Rappresentante ha invocato più volte un “dovere di riserva”, ma ha invitato a sostenere i responsabili delle istituzioni europee incaricati della politica estera e della sicurezza nei loro sforzi per “rafforzare l’unità dell’Unione Europea”. “Donald Trump non tiene più conto degli alleati europei per cercare soluzioni alle crisi. Ignora l’Ue, la marginalizza”, ha deplorato Borrell.

“Senza coordinarsi con gli ucraini né con gli europei, Trump ha messo sul tavolo elementi di negoziato in modo gratuito, senza ottenere nulla in cambio. Li ha dati a Putin senza contropartita. La trattativa è squilibrata”, ha sottolineato l’ex dirigente europeo, citando il rifiuto americano dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, l’abbandono dell’obiettivo di tornare ai confini anteriori al 2014 con il recupero dei territori annessi con la forza dalla Russia, e il rifiuto degli Stati Uniti di inviare soldati americani in Ucraina per garantire la sicurezza in caso di accordo di pace. Tutti questi elementi sono stati annunciati martedì dal segretario alla Difesa, Pete Hegseth, durante la sua prima riunione con gli alleati presso la sede della Nato a Bruxelles.

“L’Unione Europea ha sempre detto che Vladimir Putin non deve vincere la guerra che ha scatenato in Ucraina. Trump sta offrendo a Putin una vittoria diplomatica e militare. Se Putin vince e se gli Stati Uniti abbandonano l’Europa, l’insicurezza aumenterà”, avverte Josep Borrell. “Putin non vuole solo un pezzo del territorio ucraino. Vuole controllare politicamente l’Ucraina, vuole che l’Ucraina sia come la Bielorussia”, sottolinea l’ex Alto Rappresentante, che ha dedicato gran parte del suo mandato a questa guerra. L’Ucraina ha ottenuto lo status di candidato all’adesione all’Ue e chiede di entrare nella Nato per beneficiare della sua protezione. Sarebbe anche il paese con l’esercito più forte dell’Alleanza, dopo gli Stati Uniti.

L’Europa deve rassegnarsi? “Noi europei abbiamo la capacità di affrontare questa attitudine imperialista, se lo vogliamo”, afferma Josep Borrell. “Abbiamo molti strumenti e attori a Bruxelles per farlo. Siamo in piena politica estera e di sicurezza comune, ed è il ruolo del presidente del Consiglio europeo”, ricorda lo spagnolo. “L’Unione Europea deve intervenire e sono certo che lo farà. La sua grande forza è la sua unità. Bisogna lavorare per questa unità. Perché se due o tre Stati membri sostengono la posizione di Trump, l’Ue non sarà più un’unione”, mette in guardia Josep Borrell.

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“Ho messo in guardia i leader mondiali dal fidarsi delle affermazioni di Putin sulla sua disponibilità a porre fine alla guerra”.

Volodymyr Zelensky.

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Geopolitica

Kallas rifiuta un “accordo sporco” e promette sostegno all’Ucraina anche senza Trump – L’Alto rappresentante, Kaja Kallas, ieri ha cercato di far sentire la sua voce a sostegno dell’Ucraina, dopo l’accordo tra Donald Trump e Vladimir Putin per negoziati immediati alle spalle degli europei. “Qualsiasi accordo alle nostre spalle non funzionerà”, ha detto Kallas. “Ogni facile soluzione è un accordo sporco che abbiamo già visto in passato con Minsk per esempio. E semplicemente non funzionerà”. L’Alto rappresentante ha assicurato che l’Ue continuerà a sostenere Kyiv, se Volodymyr Zelensky rigetterà un accordo negoziato tra Donald Trump e Vladimir Putin. “Se l’Ucraina decide di resistere, l’Europa sosterrà i principi, l’Europa sosterrà l’Ucraina, anche con il 20 per cento in meno se gli Usa decidono di ritirarsi”, ha detto Kallas. Restano da convincere una parte importante dei ventisette Stati membri. Kallas ha criticato sia Trump sia il segretario alla Difesa Pete Hegseth per le concessioni preventive a Putin sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato e le cessioni di territorio. “Non dobbiamo togliere niente dal tavolo prima ancora che i negoziati siano iniziati, perché gioca a favore della Russia ed è ciò che vogliono i russi. Perché gli diamo tutto ciò che vogliono prima ancora che i negoziati siano iniziati? E’ appeasement. Non ha mai funzionato”, ha detto Kallas.

Il silenzio di von der Leyen sull’accordo Trump-Putin – La portavoce della Commissione, Paula Pinho, ieri ha confermato che l’Ue non è stata informata dall’Amministrazione americana della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin sull’avvio dei negoziati sull’Ucraina. Ma la Commissione ha minimizzato il significato dell’accordo tra il presidente americano e il leader russo, definendolo “l’inizio di un processo”. Pur ricordando che non possono esserci negoziati senza l’Ucraina, la portavoce ha assicurato che “ci saranno sicuramente anche degli incontri”, ad esempio “nel contesto della Conferenza sulla sicurezza di Monaco”. Ursula von der Leyen da oggi sarà a Monaco con un numero consistenti di commissari, insieme al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e all’Alto rappresentante, Kaja Kallas.

Richieste a Costa di convocare vertice straordinario – Frans Timmermans non è più commissario europeo. E’ il semplice leader dell’opposizione nei Paesi Bassi. Ma di fronte all’accordo Trump-Putin sull’Ucraina ha ritenuto necessario lanciare un appello diretto a Bruxelles. “E’ urgente che un Consiglio europeo ne discuta”, ha scritto Timmermans su X, sottolineando che se “l’Europa non sarà seduta al tavolo”, sarà “nel menù di Putin”. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, per ora non ha intenzione di convocare un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo. Ieri Costa si è limitato a un messaggio sui social network attenendosi alla linea concordata con le grandi capitali. “La pace in Ucraina e la sicurezza dell’Europa sono inscindibili” e “la pace non può essere un semplice cessate il fuoco”, ha detto Costa. “La Russia non deve più essere una minaccia per l’Ucraina, per l’Europa, per la sicurezza internazionale. Non ci saranno negoziati credibili e di successo, né una pace duratura, senza l’Ucraina e senza l’Ue”.

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Tusk insiste sull’unità con gli Stati Uniti, Zelensky chiede coordinamento con gli europei – La Polonia ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue e ieri il suo primo ministro, Donald Tusk, si è attivato per coordinare una risposta europea chiamando Volodymyr Zelensky, i tedeschi Olaf Scholz e Friedrich Merz e lo svedese Ulf Kristersson. “Il messaggio è chiaro: Ucraina, Europa e Stati Uniti devono essere completamente uniti e impegnarsi in colloqui di pace”, ha detto Tusk. Zelensky ha spiegato di aver concordato con Tusk “che nessuna trattativa con Putin può iniziare senza una posizione unita da parte di Ucraina, Europa e Stati Uniti”. Il presidente ucraino ha sottolineato “la necessità di coordinare le posizioni di tutti gli europei per raggiungere risultati positivi per l’intera Europa”. Ma “l’Ucraina deve negoziare da una posizione di forza, con garanzie di sicurezza forti e affidabili, e l’adesione alla Nato sarebbe la più conveniente per i partner”, ha spiegato Zelensky.

Baltici e nordici non rinunciano alla Nato per l’Ucraina – I ministri della Difesa dei paesi Baltici e Nordici non vogliono rinunciare all’adesione dell’Ucraina alla Nato, malgrado l’opposizione del segretario alla Difesa di Donald Trump, Pete Hegseth. “Non rendiamo i negoziati facili per Putin”, ha avvertito l’estone Hanno Pevkur: “Per noi la più forte garanzia di sicurezza per l’Ucraina rimane l’appartenenza sia all’Ue sia alla Nato”. “Non prevedo che l’appartenenza della Nato in quanto tale sia fuori dal tavolo per l’Ucraina”, ha detto lo svedese, Pal Jonson: “Il futuro dell’Ucraina è dentro la Nato, ovviamente una volta che avrà riempito tutte le condizioni”. Anche Kaja Kallas è intervenuta sulla questione. “L’adesione alla Nato è la garanzia di sicurezza piu’ forte che esista e, in realtà, è anche la più economica. Se diciamo che non ci sarà l’adesione alla Nato, ma altre garanzie di sicurezza, allora tutti devono rispondere a una domanda: quali sono realmente queste garanzie di sicurezza?”, ha detto l’Alto rappresentante.

Il futuro dell’Alleanza Atlantica in discussione – Donald Trump ha suscitato sgomento con il suo annuncio di voler avviare negoziati diretti con Putin senza coinvolgere gli alleati della Nato e l’Ucraina. “Per la Francia le cose sono abbastanza semplici e chiare. O rientriamo nei parametri delle discussioni che ci permettono davvero di portare la pace attraverso la forza o, al contrario, sarà la pace attraverso la debolezza”, ha detto il ministro delle Forze Armate, Sébastien Lecornu, durante l’incontro con i suoi omologhi dell’Alleanza. “La pace attraverso la debolezza, purtroppo, potrebbe portarci a situazioni di sicurezza drammatiche, o addirittura all’eventuale allargamento del conflitto, senza dimenticare, ovviamente, il deplorevole impatto che questo potrebbe avere su altri concorrenti”, ha avvertito il ministro francese, citando Pyongyang, Teheran e Pechino. “Fondamentalmente, questo è un incontro che solleverà la questione del futuro dell’Alleanza. Si dice che questa sia la più importante, la più solida Alleanza militare della storia. Questo è storicamente vero. La vera domanda è: sarà ancora così tra 10 o 15 anni?”

L’ossessione di Trump per la Cina – Gli Stati Uniti si disimpegnano militarmente dall’Europa perché devono essere pronti ad affrontare la Cina. E’ questo quello che ha detto Pete Hegseth per giustificare il nuovo posizionamento degli Stati Uniti. “Ci troviamo di fronte a un importante concorrente strategico: la Cina comunista, che ha la capacità e l’intenzione di minacciare il nostro territorio e i nostri interessi fondamentali nell’Indo-Pacifico. Gli Stati Uniti danno la priorità alla deterrenza di un conflitto con la Cina nel Pacifico, riconoscono la scarsità di risorse e fanno i necessari compromessi per garantire che la deterrenza non fallisca”, ha spiegato l’americano ai ministri della Difesa della Nato, secondo il resoconto di un partecipante. La Cina è un’ossessione per Donald Trump e motiva tutte le azioni decise dal suo ritorno alla Casa Bianca, in particolare i suoi progetti sulla Groenlandia, ricca di terre rare, poco protetta su una rotta marittima strategica, proprio come il Canale di Panama. Trump ha iniziato una guerra commerciale e industriale con la Cina e sta tornando all’offensiva con i suoi alleati europei per costringerli a schierarsi con lui contro Pechino, ci ha detto un funzionario europeo.

Metsola, primo leader dell’Ue a Gaza – La Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, è entrata ieri a Gaza attraverso Rafah, il punto di ingresso per gli aiuti umanitari dove opera una missione di assistenza alle frontiere dell’UE (EUBAM). Metsola è il primo capo di un’istituzione dell’Ue ad entrare a Gaza dopo il 7 ottobre. La presidente del Parlamento europeo è in visita ufficiale di due giorni in Israele e nei Territori palestinesi occupati. “In questo momento critico per la regione e per il mondo, ho voluto venire qui per sottolineare e vedere con i miei occhi il ruolo cruciale dell’Europa nel fornire aiuti umanitari a Gaza. L’Europa è pronta a intensificare il suo impegno e a fare tutto il possibile per contribuire a garantire il mantenimento del cessate il fuoco e dell’accordo per la liberazione degli ostaggi, per aprire la strada a maggiori aiuti e per una pace duratura”, ha dichiarato. Roberta Metsola ha visitato anche Re’im, il sito del festival Nova, dove migliaia di giovani sono stati massacrati durante l’incursione dei combattenti di Hamas il 7 ottobre 2023. È stata poi ricevuta dal Presidente di Israele, Isaac Herzog. La presidente del Parlamento europeo si recherà oggi a Ramallah per incontrare Hussein al-Sheikh, Segretario generale del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, e Reem Al Hajajra, candidata al Premio Sakharov 2024 e direttrice di Women of the Sun. Roberta Metsola era stata il primo capo di un’istituzione europea a visitare l’Ucraina dopo l’inizio della guerra.

Digitale

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Il codice di condotta sulla disinformazione entra nel Dsa – La Commissione e il Comitato europeo per i servizi digitali ieri hanno approvato l’integrazione del Codice di condotta volontario sulla disinformazione nel quadro del Digital Services Act (Dsa). “Questa integrazione renderà il Codice un punto di riferimento per determinare la conformità delle piattaforme al Dsa”, ha spiegato la Commissione in un comunicato. Il rispetto degli impegni assunti con il Codice farà anche parte della valutazione annuale indipendente a cui le grandi piattaforme sono sottoposte ai sensi del Dsa. Tra i firmatari del Codice ci sono Google, Meta, Microsoft e TikTok. Il Codice di condotta prevede – tra le altre cose – di ridurre gli incentivi finanziari per chi fa disinformazione, introdurre sistemi di etichettatura più efficace per riconoscere la pubblicità politica, e contenere gli account falsi, l’amplificazione dei bot, i deep fake dannosi e altri comportamenti manipolativi. “Queste misure combattono i rischi della disinformazione, rispettando pienamente la libertà di parola e migliorando la trasparenza”, spiega la Commissione.

Germania

Un altro attentato piomba nella campagna elettorale – A nove giorni dalle elezioni legislative federali, un attentato a Monaco per opera di un rifugiato afgano di ventiquattro anni è destinato a surriscaldare la campagna elettorale. “Almeno 28 persone sono rimaste ferite ieri quando un’automobile guidata da un richiedente asilo afgano è piombata su un corteo sindacale. Il sospetto, che era conosciuto alla polizia per furti e reati legati alla droga, è stato arrestato “Probabilmente è stato un attacco”, ha detto il premier della Baviera e leader della CSU, Markus Soeder. Il tema dell’immigrazione e della sicurezza ha dominato la campagna elettorale, in particolare dopo l’attentato di dicembre in un mercato di Natale a Magdeburg in cui sono morte sei persone. “Dovremo applicare legge e ordine. Tutti devono sentirsi sicuri di nuovo nel nostro paese. Qualcosa deve cambiare in Germania”, ha scritto su X i leader della CDU, Friedrich Merz, favorito dai sondaggi. Ma i grandi beneficiari potrebbero essere il partito di estrema destra AfD e la sua leader Alice Weidel, a cui i sondaggi attribuiscono oltre il 20 per cento delle intenzioni di voto. “Deve continuare così per sempre?”, è stato il commento Weidel su X. Anche il cancelliere uscente, Olaf Scholz, ha indurito i toni.

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Accade oggi

  • Consiglio europeo: il presidente Costa partecipa alla 61esima Conferenza sulla sicurezza di Monaco

  • Commissione: la presidente von der Leyen partecipa alla 61esima Conferenza sulla sicurezza di Monaco, insieme ai commissari Ribera, Virkkunen, Kallas, Sefcovic, Suica, Hoekstra, Kubilius, Lahbib e Zaharieva

  • Commissione: la vicepresidente Minzatu partecipa al Forum ministeriale dell’Ocse a Parigi

  • Commissione: la commissaria Suica incontra il premier iracheno, Mohammed al-Sudani e il presidente dello Yemen, Rashad Mohammed Al-Alimi

  • Commissione: il commissario Serafin nei Paesi Bassi

  • Eurostat: stima sul Pil e sull’occupazione nel quarto trimestre; dati sulla popolazione nell’Ue al primo gennaio 2024; dati sulla produzione di gioielli nel 2023



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