Caro bollette, Tajani annuncia l’intervento del Governo in CdM lunedì. I commenti di Associazioni consumatori e Cgil

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Roma – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annunciato che lunedì il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – che ieri al Question Time in Senato aveva annunciato intervenire – porterà, forse, in Consiglio dei ministri il decreto sul caro bollette. Soddisfatte le associazioni dei consumatori.

“Bene, non possiamo che essere contenti che il Governo si stia ravvedendo, anche se con un anno e 11 mesi di ritardo, visto che ha cominciato a togliere gli sconti dall’aprile 2023. Meglio tardi che mai! Ora, però, servono atti seri e concreti visto che il gas lo stiamo pagando il 78,7% in più rispetto ai tempi pre-crisi, ossia confrontando i prezzi del Servizio di tutela della vulnerabilità di gennaio 2025 con quelli di gennaio 2021” ha affermato Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Bisogna ripristinare i crediti di importa per le imprese, per evitare che l’inflazione torni a decollare, mentre per le famiglie bisogna abbassare l’Iva sul gas, se non al 5% come ha fatto Draghi, almeno al 10 per cento. Quanto alle famiglie in condizioni economicamente svantaggiate vanno ripristinate le soglie Isee introdotte da Draghi, ossia 15.000 euro contro i 9.530 euro attuali” ha concluso Vignola.

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“Attendiamo con ansia di leggere il contenuto del decreto sul caro-bollette, e poi faremo le nostre valutazioni nel merito. Ciò che è certo è che il taglio della tassazione, come il ripristino degli sconti Iva sul gas, non può rappresentare la soluzione al problema delle tariffe energetiche, considerato che oggi tra luce e gas la spesa si attesta sui 2.237 euro a famiglia” ha sottolineato il Codacons, commentando le affermazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

“Finalmente il governo sembra accorgersi del problema delle bollette energetiche e, seppur in ritardo, è pronto ad adottare misure per sostenere le famiglie – afferma il presidente Carlo Rienzi – Non vorremmo però si trattasse solo di una riduzione della tassazione sulle fatture energetiche degli italiani, perché è evidente che tale misura sarebbe un palliativo insufficiente: allo scadere degli sconti ci ritroveremmo di nuovo nella stessa situazione odierna. Per tale motivo una eventuale riduzione dell’Iva sul gas non basta: servono misure strutturali davvero efficaci per contrastare le speculazioni che, puntualmente, si verificano sui mercati dell’energia, e per impedire che i consumatori paghino il prezzo dei giochi al rialzo praticati dagli speculatori energetici” – ha concluso Rienzi.
 
“Ci fa piacere che il Governo si sia finalmente reso conto, dopo mesi e mesi di inerzia e allarmi inascoltati, del caro bollette. La Cgil – ha scritto in una nota – chiede da tempo misure specifiche per combattere l’aumento dei costi dell’energia e per tutelare i cittadini e le cittadine da rincari e speculazioni, e per questo, con Spi, Filctem e Federconsumatori, ha avviato nel 2024 una campagna con incontri e centinaia di assemblee in tutta Italia per informare e assistere lavoratrici, lavoratori, pensionati e pensionate. Ora attendiamo che all’annuncio seguano fatti, possibilmente all’altezza dell’emergenza, e ci prepariamo ad una nuova tappa della mobilitazione, con un’iniziativa nazionale a Pisa il prossimo 20 febbraio”.  È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.
 
“Nel nostro Paese – sostiene il dirigente sindacale – si paga la bolletta più alta d’Europa e circa 2,2 milioni di famiglie sono in una condizione di povertà energetica. Dipendiamo dall’importazione di gas e siamo per questo esposti ad una speculazione giocata sulla pelle di famiglie e imprese. Queste ultime perdono competitività e l’incremento dei prezzi si traduce in meno investimenti, meno innovazione e meno crescita”.
 
“Gas ed energia elettrica sono beni primari – ricorda Gesmundo – ma senza interventi di regolazione dei mercati e protezione degli utenti, cittadini ed imprese sono abbandonati a un sistema privo di regole e controlli. Le pratiche commerciali scorrette peggiorano la situazione, sia per gli utenti, con contratti fatti sottoscrivere con tecniche aggressive e ingannevoli, sia per i lavoratori, poiché la filiera promozionale troppo spesso, nella catena di appalti e subappalti, alimenta un lavoro povero, precario, svilente”.
 
“Per questi motivi la nostra campagna prosegue, e ci auguriamo che gli annunci del Ministro dell’Economia si traducano in provvedimenti concreti. Quando è il mercato l’unico riferimento per le scelte politiche, quando il governo si disinteressa delle reali condizioni dei cittadini, si lascia mano libera ai più forti e si alimenta l’esclusione sociale. Noi crediamo invece – conclude Gesmundo – che ai problemi sociali si debba rispondere con tariffe sociali”.                                                                                                                       
 






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