Roma, i medici di base protestano contro la Regione

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I medici di base di Roma contro la Regione e il ministero. Mentre la Capitale e tutto il Lazio vanno incontro a una progressiva riduzione di questi professionisti, soprattutto nelle aree più periferiche e complesse, la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma lancia la mobilitazione. 

E lo fa con una lettera aperta, distribuita ai cittadini attraverso 10mila ricette-promemoria colorate con un qr code che rimanda al messaggio con cui i medici di base danno inizio alla loro protesta. 

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L’accusa: “Medici lasciati soli”

“Vogliono togliervi il vostro medico di fiducia – esordisce la lettera -. Perché? Perché siamo l’ultimo argine alla privatizzazione del sistema sanitario nazionale. Come voi, anche noi medici di famiglia siamo stanchi e preoccupati. La situazione della sanità pubblica è ormai insostenibile e il diritto alla salute sembra un privilegio riservato a pochi”. 

I medici parlano di liste di attesa ormai “insostenibili”, che spingono i cittadini a rivolgersi al privato: “Mentre i costi per i cittadini aumentano – è l’accusa – i fondi destinati alla sanità pubblica sono dirottati verso strutture private, e ospedali lasciando i medici di famiglia a fronteggiare in solitaria i problemi dei pazienti”.

Le proposte dei medici

Uno stato di cose contro cui la Fimmg ha avanzato una serie di proposte, che sarebbero però rimaste sempre inascoltate: “Da tempo – spiegano – chiediamo esami di primo livello direttamente nei nostri studi, senza ulteriori costi: spirometria, elettrocardiogramma, monitoraggio 24h della pressione arteriosa, tamponi, ecografie, etc. Quanto potremmo alleggerire il sistema e sfoltire le liste d’attesa? I fondi sono già stanziati, eppure non ci permettono di partire, preferendo dirottare le prestazioni (a pagamento) su privati e farmacie”. 

Una delle conseguenze della carenza dei medici di base a Roma, che rischia di aggravarsi ancora di più, è la presa d’assalto dei pronto soccorso. Da qui la seconda proposta della Federazione dei medici di medicina generale che chiedono di “estendere l’organizzazione delle Unità di cure primarie (Ucp), con un medico presente dalle 10 alle 19 dal lunedì al venerdì per le urgenze fuori orario di ricevimento, a tutti i medici di famiglia del Lazio, cosa che ora non è e non ci è permessa”. 

Investimenti e “sburocratizzazione”

I medici chiedono, inoltre, investimenti sulla qualità dell’assistenza, una “reale sburocratizzazione” e l’implementazione del sistema vaccinale: “Al momento – chiarisce la Fimmg – possiamo somministrare solamente i vaccini Covid, antinfluenzali e anti-pneumococco. Possiamo fare di più: i vaccini per il fuoco di sant’Antonio (Herpes Zoster), il Papillomavirus (Hpv), il virus respiratorio sinciziale e tanti altri sarebbero sicuramente più accessibili e accettati se fossero somministrati in un ambiente familiare dal vostro medico di fiducia”.

Le accuse alla Regione

La lettera si chiude con una serie di accuse a ministero e Regione, colpevoli, per i medici di: accorciare la durata delle prescrizioni, cambiare il catalogo regionale delle prescrizioni, comprare pochi vaccini e “voler trasferire tutti i medici nelle case di comunità”. 

“Vogliamo un sistema sanitario pubblico che metta al centro le persone, non le logiche di bilancio – concludono i medici – non gli interessi dei gruppi privati che vedono la sanità territoriale come il prossimo affare, e dei piccoli e grandi ras della politica locale e nazionale che pensano ai loro bacini elettorali”.

L’opposizione: “Rocca ascolti i medici”

La protesta ha ricevuto l’appoggio di diversi esponenti dell’opposizione: la consigliera dem Eleonora Mattia ha fatto sapere di aver presentato una richiesta di audizioni in commissione Sanità alla Pisana “affinché il presidente Rocca apra al più presto un confronto con tutte le sigle di rappresentanza dei medici di medicina generale, oltre che con i direttori delle Asl, e le forze politiche, in modo da ascoltare le loro istanze e individuare soluzioni adeguate volte a garantire un giusto riconoscimento al loro prezioso lavoro e, allo stesso tempo, il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini del Lazio”. 

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Saldo e stralcio

 

Mentre Carmine Barbati (Lista civica Gualtieri), vicepresidente dell’Assemblea capitolina, accusa: “La riforma della medicina di base priverà un milione e mezzo di cittadini del medico di base entro il 2026, come denunciato dal presidente dell’ordine dei medici Antonio Magi. In tutto questo, il presidente della Regione Rocca continua a snobbare le rappresentanze dei medici di famiglia, lasciando inattuato il contratto di lavoro e non convocando mai gli organismi previsti dalla normativa contrattuale”. 

 



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