Rating turistico, Umbria in bassa classifica: cosa si può migliorare

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di Chiara Fabrizi

Il rating turistico boccia l’Umbria. La classifica generale delle regioni elaborata da Demoskopika, tenendo parzialmente conto di sette indicatori, colloca la regione al 15esimo posto con un valore di 97,4, ovvero oltre 12 punti sotto la Toscana (109,6) che guida il ranking con Trentino Alto Adige (108) e Sicilia (104,6). L’analisi diffusa martedì mattina contiene altre classifiche, dalla reputazione social alla qualità dell’offerta culturale, che segnalano punti di forza e soprattutto di debolezza del settore turistico dell’Umbria, che rappresenta ormai una colonna dell’economia regionale, come certifica anche l’impennata clamorosa dei posti letto dal 2000 a oggi.

Il risultato peggiore l’Umbria lo ottiene con l’indice di visibilità turistica (Ivt), che fornisce una misura quantitativa della presenza online delle destinazioni turistiche regionali, basandosi sul numero di pagine indicizzate dal primo gennaio al 31 dicembre 2024 sul motore di ricerca Google relative alla keyword “vacanze” seguita dal nome della destinazione. Qui l’Umbria si piazza in 17esima posizione con un punteggio di 93,6 che è lontanissimo dai risultati che ottengono le migliori, ovvero Piemonte (127,6), Lombardia (119,8) e Veneto (116,2).

Altro rating basso l’Umbria lo riceve sulla qualità dell’offerta culturale misurata attraverso le recensioni online registrate da Tripadvisor per le attrazioni culturali. Malgrado la Galleria nazionale dell’Umbria e i musei di Alberto Burri, malgrado cattedrali, borghi e rocche da cartolina, l’Umbria si piazza 12esima con una valutazione di 96,8, che è anche in questo caso è marcatamente lontana dalle migliori performance regionali, che premiano invece altre due piccole regioni. Al primo posto della classifica c’è infatti la Basilicata (117,8) seguita dalla Lombardia (117,6) e dal Molise (113,7).

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Umbria decima, quindi in risalita fino a metà classifica, per popolarità della destinazione (Ipd), indicatore che si ferma a 96,5 ed è misurato analizzando l’andamento del termine “nome destinazione” rilevato da Google trends e filtrato nella categoria “viaggi”. Qui a dominare è la Toscana (133,3) seguita a notevole distanza da Calabria (111,6) e Sardegna (110,5), tutte regioni ad altissima vocazione turistica.

Stesso risultato, cioè decimo posto, per la reputazione social (Sri), che è però calcolata misurando la sola presenza istituzionale di ciascuna regione sui principali canali social e quindi normalizzando i follower totali rilevati dalle pagine social ufficiali (Instagram, Facebook, X, YouTube, TikTok) degli enti e delle agenzie regionali del turismo di ogni regione. In questo casa l’Umbria ottiene 98,2, vale a dire oltre 20 punti in meno del Trentino Alto Adige (121,3), che stacca di molto Friuli Venezia Giulia (107,1) e Emilia Romagna (106,2), rispettivamente seconda e terza.

L’Umbria, invece, si difende sull’offerta turistica, che rappresenta una media ponderata della reputazione complessiva per proposta culturale, ricettività e ristorazione. Qui l’Umbria ottiene un rating di 102 che vale l’ottavo posto, mentre sul podio ci sono ancora il Trentino Alto Adige (119,3) e Toscana (114,4) più Lazio (113). L’indicatore precedente, essendo frutto di una media ponderata, apre la strada agli ultimi due rating, che sono anche quelli su cui l’Umbria ottiene i migliori risultati. Il piazzamento più alto riguarda la qualità della ristorazione, valutata attraverso le recensioni online di Tripadvisor e The Fork, e di cui si è lungamente riferito ieri come elemento di grande attrazione turistica della terra della norcineria e del tartufo, del Sagrantino e dell’olio extravergine. Tant’è che a tavola l’Umbria ottiene 112,6 risultando seconda e pure di poco soltanto alla Toscana (113,5). L’ultimo indicatore misura la qualità dell’offerta ricettiva attraverso le valutazioni ricevute dalle strutture attive su Booking, Expedia e Tripadvisor e che piazzano l’Umbria al sesto posto con 107,2 a fronte del solito primo posto del Trentino Alto Adige (114,1), Sicilia (112,3) e Toscana (110,1).

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