presentata a norma dell’articolo 150, paragrafo 5, e dell’articolo 136, paragrafo 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti:
B10‑0101/2025 (The Left)
B10‑0104/2025 (Verts/ALE)
B10‑0117/2025 (Renew)
B10‑0120/2025 (S&D)
B10‑0122/2025 (PPE)
B10‑0123/2025 (ECR)
Sebastião Bugalho, Miriam Lexmann, Željana Zovko, Vangelis Meimarakis, Wouter Beke, Isabel Wiseler‑Lima, Ingeborg Ter Laak, Tomáš Zdechovský, Mirosława Nykiel, Jessica Polfjärd, Luděk Niedermayer, Jan Farský, Andrey Kovatchev, Inese Vaidere
a nome del gruppo PPE
Yannis Maniatis, Francisco Assis, Hannes Heide
a nome del gruppo S&D
Adam Bielan, Arkadiusz Mularczyk, Joachim Stanisław Brudziński, Carlo Fidanza, Bert‑Jan Ruissen, Michał Dworczyk, Emmanouil Fragkos, Alberico Gambino, Małgorzata Gosiewska, Mariusz Kamiński, Marlena Maląg, Bogdan Rzońca, Waldemar Tomaszewski, Sebastian Tynkkynen, Aurelijus Veryga
a nome del gruppo ECR
Jan‑Christoph Oetjen, Oihane Agirregoitia Martínez, Petras Auštrevičius, Malik Azmani, Dan Barna, Benoit Cassart, Olivier Chastel, Engin Eroglu, Karin Karlsbro, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Urmas Paet, Marie‑Agnes Strack‑Zimmermann, Hilde Vautmans, Lucia Yar
a nome del gruppo Renew
Catarina Vieira
a nome del gruppo Verts/ALE
Merja Kyllönen
a nome del gruppo The Left
RC-B10-0101/2025
Risoluzione del Parlamento europeo sul protrarsi della detenzione e il rischio della pena di morte per persone accusate di blasfemia in Nigeria, in particolare il caso di Yahaya Sharif-Aminu
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Nigeria,
– visti l’articolo 150, paragrafo 5, e l’articolo 136, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che il 10 agosto 2020 il cantante nigeriano Yahaya Sharif-Aminu è stato citato in giudizio dinanzi a un alto tribunale della sharia nello Stato di Kano, dove è stato processato senza rappresentanza legale e condannato a morte per impiccagione in ragione del testo di una canzone asseritamente contenente commenti denigratori sul profeta Maometto; che la sua famiglia ha subito vessazioni e persecuzioni in seguito al suo arresto;
B. considerando che nel gennaio 2021 l’Alta corte dello Stato di Kano ha ordinato un nuovo processo e che nell’agosto 2022 la Corte d’appello lo ha confermato, affermando nel contempo la costituzionalità delle leggi della sharia sulla blasfemia, il che comporta il grave rischio che la condanna a morte venga confermata; che nel novembre 2022 Sharif-Aminu ha presentato ricorso dinanzi alla Corte suprema, ma la procedura è ancora in sospeso; che, secondo quanto riferito, si trova in condizioni critiche in carcere, in quanto il suo stato di salute è deteriorato e non ha sufficiente cibo, indumenti e medicinali;
C. considerando che altri cittadini nigeriani continuano a essere arrestati per blasfemia;
D. considerando che le leggi nigeriane sulla blasfemia violano gli impegni internazionali assunti dal paese in materia di diritti umani, la Carta africana e la Costituzione nigeriana; che le accuse di blasfemia spesso comportano molestie, violenze e linciaggi; che la Nigeria è uno dei sette paesi in cui si può essere condannati a morte per blasfemia;
E. considerando che ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, di religione e di credo;
1. esorta le autorità nigeriane a rilasciare immediatamente e incondizionatamente Yahaya Sharif-Aminu, a ritirare tutte le accuse a suo carico, a garantire la sua sicurezza e il diritto a un giusto processo nonché a garantire che riceva cibo, indumenti e cure mediche in misura adeguata; invita la Corte suprema della Nigeria a garantire una procedura di ricorso rapida ed equa; chiede che vengano rilasciate tutte le altre persone accusate di blasfemia;
2. ricorda che le leggi sulla blasfemia sono una chiara violazione degli obblighi internazionali in materia di diritti umani, in particolare il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, e sono contrarie alla Costituzione nigeriana, che garantisce la libertà di religione e di espressione;
3. esorta le autorità nigeriane a difendere i diritti umani in tutto il paese, provvedendo affinché il diritto federale e statale e la sharia non neghino ai cittadini nigeriani la protezione cui hanno diritto in virtù della Costituzione nazionale e delle convenzioni internazionali; sottolinea che la Nigeria deve dare il buon esempio abolendo le leggi sulla blasfemia, compreso l’insulto religioso contemplato nel diritto penale, che mettono sistematicamente in pericolo le minoranze religiose, violano le libertà fondamentali e alimentano la violenza settaria;
4. esorta la Nigeria a imporre una moratoria nazionale sulle esecuzioni e ad adoperarsi per abolire completamente la pena di morte;
5. esorta il governo nigeriano a combattere l’impunità che circonda le accuse di blasfemia penalizzando i responsabili di accuse false e consegnando alla giustizia gli autori dei linciaggi;
6. invita l’UE e i suoi Stati membri a sollevare presso le autorità nigeriane casi specifici, a menzionare le preoccupazioni legate alle violazioni dei diritti umani e alle leggi sulla blasfemia, e a garantire l’osservazione diplomatica dei procedimenti giudiziari quando avrà inizio il processo di Sharif-Aminu presso la Corte suprema; elogia l’assoluzione di Rhoda Jatau e il rilascio di Mubarak Bala;
7. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, al Servizio europeo per l’azione esterna, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché al governo e al parlamento della Nigeria.
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