Disavanzo regionale, l’invito del Consiglio al Governo: credito per il Molise – isNews

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Da concedere anche in più annualità, per abbattere il debito e rendere più efficiente la sanità pubblica


CAMPOBASSO. Deficit regionale, il Consiglio regionale, presieduto da Quintino Pallante ha discusso oggi la proposta di deliberazione, a firma del consigliere di Costruire Democrazia Massimo per l’annullamento in autotutela della delibera concernente il piano di rientro dal disavanzo di amministrazione ancora da ripianare al 31.12.2022.

Stesso argomento, ma diversa lettura, per la mozione di maggioranza, primo firmatario il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Vincenzo Niro, relativa alla delibera consiliare sulla Determinazione delle modalità di ripiano del maggiore disavanzo di amministrazione realizzato aseguito delle risultanze di cui alla legge regionale 19 settembre 2023, n. 4 (modifiche al Rendiconto generale 2021 e 2022

Il primo punto è stato illustrato dal presidente della Prima Commissione Roberto Di Pardo che ha evidenziato il parere negativo espresso. A seguire l’intervento del consigliere Romano, che sull’argomento ha presentato un emendamento. Quindi il voto sui due argomenti, con l’approvazione, a maggioranza, solo della mozione del centrodestra.

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In particolare, con l’atto di indirizzo approvato, il Consiglio regionale ricorda come la Regione Molise sia assoggettata al commissariamento da parte del Governo per il rientro dal disavanzo sanitario, a far data da luglio 2009. Da allora si sono susseguiti di diversi commissari e sub-commissari alla sanità.

Ancora l’Assemblea rileva come la gestione commissariale, quand’anche nelle persone dei presidenti della giunta regionale, non agisce in nome e per conto dell’ente commissariato, ma è un organo di diretta emanazione del Governo, il quale, utilizzando i propri poteri sostitutivi, che trovano fondamento nell’art. 120 della Costituzione, si sostituisce all’Ente – di fatto, esautorandolo – quand’anche la necessità dettata dal raggiungimento degli obiettivi di stabilità e consolidamento della finanza pubblica.

Sottolineato poi che malgrado le buone intenzioni e le lodevoli iniziative delle gestioni commissariali, il disavanzo sanitario rimane enorme e in costante aumento. Disavanzo che ormai a tutti gli effetti è divenuto strutturale ed estremamente assorbente le risorse regionali, pregiudicando gli spazi operativi a livello finanziario e programmatico dell’ente.

Quindi il riferimento alla sentenza n. 219/2013 della Corte Costituzionale, che precisa che “l’attività del commissario, inserendosi nell’ambito del potere sostitutivo esercitabile dallo Stato nei confronti della Regione, è perciò direttamente imputabile al primo” e che “durante la vigenza del piano di rientro, neppure il legislatore regionale può interferire con esso. Anzi, l’art. 2, comma 80, della legge n. 191 del 2009 obbliga il Consiglio regionale a modificare, sospendere o abrogare norme regionali che siano di ostacolo all’attuazione del piano, e comunque dall’astenersi dal produrne di nuove”.

Di seguito si sottolinea come la stessa Corte Costituzionale sia intervenuta con sentenza n. 168 del 2021, con la quale, da un lato ha evidenziato che l’ente commissariato non può adottare provvedimenti (né iniziative legislative) che possano anche essere solo potenzialmente in contrasto con la gestione commissariale; per altro verso – attesa la celerità con cui una gestione commissariale dovrebbe risolvere il problema di cui è stata investita – la stessa sentenza ha sottolineato l’evidente anomalia di un commissariamento pluriennale, che non abbia raggiunto i propri obiettivi in tema di livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e di equilibrio finanziario della sanità.

Da qui, considerando che è impossibile al momento, procedere all’abbattimento del debito sanitario dal debito complessivo della Regione e ritenuto che ora quello è un debito da quantificarsi, possa, in realtà, essere ritenuto una possibile posta attiva da parte ente regionale vantato nei confronti dello Stato su cui poter programmare, impegna il Presidente della Giunta Regionale, a conclusione della verifica dei flussi in entrata e uscita della gestione sanitaria, ad interloquire con il Governo Nazionale, affinché quest’ultimo adotti gli opportuni provvedimenti, volti al riconoscimento di un credito vantato dalla Regione nei confronti dello Stato, da soddisfare anche in più annualità, così da poter programmare e realizzare interventi indispensabili per il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario nonché dell’efficienza ed efficacia della sanità regionale.

Con la mozione approvata l’Assemblea dà quindi mandato al presidente della Giunta, affinché adotti tutti gli atti necessari e consequenziali all’impegno ricevuto.

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