Aprilia è terra in mano alla Mafia che gestisce estorsioni, usura, spaccio di droga e traffico dei rifiuti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Due anni fa in consiglio comunale la banda del sindaco Principi ci accusò di scrivere “baggianate” ma la storia, come sempre, ci ha dato ragione. Chi era contro il sistema andava punito

APRILIA – Prima di addentrarci in quel mondo schifoso che la Direzione distrettuale antimafia sta pian piano ripulendo nel Pontino occorre fare due passaggi importanti.

Il primo sulla politica vergognosa che ha governato per oltre dieci anni il territorio sotto l’egida di Antonio Terra che poi ha lasciato il testimone in eredità a Lanfranco Principi finito in manette.

Facemmo una delle nostre solite campagne mediatiche e fummo accusati delle peggio cose oltre ad essere naturalmente più volte minacciati.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Dopo la nostra battaglia è arrivata la Direzione distrettuale antimafia che non solo ci ha dato ragione ma è andata ben oltre.

Il secondo passaggio lo faremo sullo stato attuale della città di Aprilia dove la prefettura ha nominato un commissario prefettizio straordinario con i più ampi poteri per sostituire l’amministrazione sciolta per infiltrazione mafiosa, Paolo D’Attilio.

Ristorante Giovannino controllato dalla mafia apriliana: non chiude, sarà amministrato dal Tribunale

L’ala imprenditoriale della mafia apriliana aveva investito anche nella ristorazione, mettendo le mani su un marchio storico del lido di Latina, quello del locale “Giovannino a Mare” di Foce Verde, sequestrato su mandato del Tribunale di Roma e finito sotto la gestione di un amministratore giudiziario.

Gli approfondimenti investigativi avviati parallelamente dalla stessa Dia, dai Carabinieri e dalla Polizia, hanno consentito di verificare che il ristorante era dal 2019 sotto il controllo del latinense Antonio Fusco detto Marcello, tramite una serie di persone di fiducia con ruoli chiave nelle società coinvolte, col supporto iniziale di Marco Antolini. Quest’ultimo è stato arrestato nell’ambito dell’appendice investigativa che ieri ha portato all’esecuzione di altre otto misure cautelari, inserito in precedenza nell’inchiesta madre “Assedio” con un ruolo di primo piano nella costituzione come nella gestione dell’associazione mafiosa autoctona apriliana.

Invece il primo ieri è stato risparmiato dai nuovi arresti, ma nell’operazione di luglio era finito ai domiciliari, per un caso di usura, proprio per la sua contiguità ai boss del nord della provincia: nel caso del ristorante alla marina entrambi sono ora indagati, insieme a tre donne che si sono alternate nella conduzione di una società satellite, per il reato di fittizia intestazione delle attività commerciali con l’aggravante di avere agevolato l’associazione mafiosa. Le società coinvolte sono state sequestrate, ma quella che controlla il ristorante è stata continuerà a portare avanti la gestione sotto il controllo dello Stato.

L’indagine sul controllo occulto di Giovannino a Mare, coordinata dai pubblici ministeri Luigia Spinelli e Francesco Cascini della Dda di Roma, è nata a cavallo degli arresti dell’operazione “Assedio” di inizio luglio, quando i carabinieri del Nucleo Investigativo del tenente colonnello Antonio De Lise e i poliziotti della Squadra Mobile del primo dirigente Guglielmo Battisti hanno deciso di verificare la gestione del ristorante, essendo a conoscenza del fatto che era frequentato assiduamente da Antonio Fusco detto Marcello, riconosciuto da molti nel capoluogo come il reale titolare del locale.

E non solo era identificato tra i soggetti contigui alla mafia apriliana, ma era ritenuto anche come un personaggio di un certo spessore, perché sebbene fosse reduce dall’assoluzione nell’inchiesta Alba Pontina, comunque era emerso che avesse avuto l’ardire di affrontare a muso duro gli affiliati del sodalizio mafioso della famiglia di Armando Di Silvio detto Lallà per difendere un ristoratore suo amico da un’estorsione.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Gli investigatori di Polizia e Carabinieri hanno scoperto che proprio Marcello Fusco, col sostegno iniziale di Marco Antolini, era entrato nella gestione di Giovannino attraverso la società Plastic srl con sede ad Aprilia, che assumeva i dipendenti del ristorante per poi fornire al locale la forza lavoro. I due imprenditori in odore di mafia erano riusciti a spuntare un accordo con l’erede della famiglia che aveva fondato l’attività, figlio e nipote delle effettive titolari del ristorante (morto prematuramente a giugno), a quanto pare senza riconoscere loro un canone, limitandosi a impiegare l’uomo, e per un certo periodo la madre, con mansioni di cuochi.

Tra i ranghi della società principale del ristorante, nell’aprile del 2019, l’inizio della gestione “apriliana” era stata sancita dall’ingresso della cognata di Antolini con una procura per il compimento di atti di gestione. L’altra società è stata amministrata nel tempo da tre diverse donne, tutte prestanome di Antolini e Fusco, quest’ultimo dipendente stesso della Plastic. Materialmente il ristorante era gestito da una donna di fiducia di Fusco, anch’essa dipendente della srl apriliana. Secondo gli inquirenti avevano investito 200.000 euro nel locale e ne potevano trarre dei benefici.

Mafia apriliana, l’attentato a Tesei ordito dal clan per estorcere denaro

Patrizio Forniti, Luca De Luca, Luigi e Antonio Morra, Marco Antolini: sono loro ad aver ordito l’attentato nei confronti dell’azienda Tesei Bus di Aprilia, con lo scopo di ottenere dall’imprenditore Urbano Tesei soldi per le spese legali degli affiliati al clan mafioso. E’ questa una delle novità dell’ordinanza eseguita questa mattina dalla direzione distrettuale antimafia, dai carabinieri di Latina e dalla squadra mobile del capoluogo pontino.

Lanfranco Principi

L’indagine è una diretta emanazione dell’operazione Assedio, che lo scorso luglio aveva portato all’arresto anche dell’allora sindaco di Aprilia Lanfranco Principi e che ha fatto emergere il sospetto della presenza in città di una mafia autoctona, guidata da Patrizio Forniti. L’operazione odierna si concentra su alcuni episodi e li identifica come estorsioni ai danni di alcuni imprenditori. In questo caso, Urbano Tesei, vittima di due attentati presso la sua azienda di via Nettunense. In un primo caso, il 9 gennaio 2020, fu rinvenuto un ordigno esplosivo sul cancello d’ingresso. Il 3 giugno successivo, poi, venivano lasciato due proiettili nel parcheggio della ditta Nuova Tesei Bus.

Secondo le intercettazioni e il lavoro d’indagine i responsabili degli episodi sono gli appartenenti al sodalizio criminale guidato da Forniti. L’obiettivo era quello di costringere Urbano Tesei a richiedere la protezione del gruppo in cambio della consegna di somme di denaro “non meglio quantificate” che venivano consegnate a Luca De Luca e destinate al pagamento delle spese legali degli affiliati al clan.

Le intercettazioni poi mostrano come gli appartenenti al sodalizio criminale convincono Tesei di aver risolto loro il problema con chi aveva posizionato l’ordigno esplosivo (una bomba a mano, residuato bellico, senza potenzialità, scrivono gli inquirenti, ma comunque destinata a intimidire). In realtà sono stati proprio loro a posizionarlo, sostiene l’antimafia, per convincere l’imprenditore a ottenere protezione e dunque a elargire somme di denaro sempre più consistenti.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Mafia apriliana, nuove accuse al clan Forniti: i nomi degli arrestati

Sono in tutto otto le persone arrestate nell’operazione congiunta delle forze dell’ordine, condotta dal Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia insieme al Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) di Roma e con il supporto dei comandi locali, che questa mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma.

Custodia cautelare in carcere per Patrizio Forniti 52 anni, Luca De Luca 68 anni, Marco Antolini 56 anni, Luigi e Antonio Morra 65 e 37 anni, Nabil Salami 36 anni mentre due persone sono agli arresti domiciliari: Giuseppe Carannante 61 anni e Andrea Sultan Mohamed 39 anni

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, detenzione e porto abusivo di armi, nonché di intestazione fittizia di imprese e partecipazioni societarie. L’operazione è il frutto di un’indagine avviata nel 2021 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di Roma, che rappresenta la prosecuzione dell’operazione Assedio del 3 luglio 2024, inchiesta culminata  con la nomina del Commissario Prefettizio per il Comune di Aprilia e l’avvio di verifiche su possibili infiltrazioni mafiose.


Aprilia premiata a dicembre da Legambiente per la raccolta differenziata (nei campi e lungo le strade vicinali, ndr)

In tutto questo grandissimo caos manca ancora un tassello nella maxi inchiesta della Dda e della Dia sull’infiltrazione mafiosa ad Aprilia e riguarda i rifiuti. La tanta, troppa attenzione che gli amministratori avevano per il mondo dei rifiuti. Consigli comunali volti a tutela del territorio (dicono). In realtà dietro c’è dell’altro e lo dimostra come in alcuni casi il bersaglio di questi personaggi sia sempre stato quello di lasciare il business agli “stranieri” che hanno riempito capannoni di rifiuti tossici e pericolosi.

L’ultima beffa, perché di beffa parliamo, è il premio che Legambiente ha consegnato al commissario prefettizio Paolo D’Attilio alla fine dello scorso anno.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Poco meno di tredici milioni e mezzo di euro per il servizio di raccolta differenziata più altri 400mila euro per la gestione del verde pubblico urbano. Sono queste le cifre che, nelle scorse ore, l’ente comunale di Aprilia ha impegnato in favore della società Progetto Ambiente per l’anno 2025. Rispetto all’annualità precedente l’importo cresce di poco più di centomila euro, un importo che non dovrebbe modificarsi fino al 2027. L’azienda municipalizzata di via delle Valli si conferma strategica per la città del nord pontino e, soprattutto, con numeri, relativi alla raccolta differenziata, in crescita.

Il commissario avrebbe fatto bene a non ritirare quel premio. Già perché la realtà di Aprilia è questa che non vogliamo commentare ma lasciare alle fotografie scattate ieri la realtà dei fatti.

Dottor Paolo D’Attilio vada a farsi un giro per la città, semmai la conosca davvero.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link