Si svolge oggi, mercoledì 12 febbraio, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde a interrogazioni sulle iniziative, anche in sede europea ed internazionale, a tutela della libertà di comunicazione e informazione, in relazione alla recente vicenda dell’utilizzo di programmi informatici “spia” a danno di giornalisti e attivisti della società civile (Graziano – PD-IDP); sulla recente vicenda dell’utilizzo di programmi informatici “spia”, in particolare al fine di tutelare giornalisti, attivisti e membri della società civile (Silvestri – M5S).
“Il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque, in questi giorni, lo ha direttamente accusato di aver spiato i giornalisti. Come tutti hanno potuto constatare, finora il Governo non ha spiato giornalisti, ma se mai li ha portati in salvo”. Così al question time della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sul caso dello spyware Graphite. “Come tutte le intelligence del mondo, anche i Servizi italiani, al fine di contrastare le organizzazioni terroristiche o criminali, in nome della sicurezza nazionale da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall’azienda Paragon Solutions“. Le agenzie di intelligence, sottolinea, “rispettano nel modo più rigoroso la Costituzione e le leggi e, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 124. Questo rigoroso rispetto vale anzitutto verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell’Autorità delegata, del Copasir e della magistratura”. “Va dato atto che la società Paragon Solutions ha garantito la fornitura del servizio, in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso in questi giorni alcun contratto nei confronti dell’intelligence. Tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione” ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sul caso dello spyware Graphite. “La puntuale e costante applicazione della legge 124/2007 non esclude la disponibilità ad aggiornare la legislazione medesima, se necessario. Compete in ogni caso all’autorità giudiziaria accertare l’origine delle vulnerabilità denunciate. I Servizi italiani sono pronti a dare tutto il loro supporto. Puntuale risposta agli interrogativi sollevati da questa vicenda è stata fornita al Copasi ieri dal direttore di Aise, audito dal Comitato, e altre ne verranno nelle prossime settimane, qualora sia richiesta l’audizione di altri appartenenti all’intelligence”. Così al question time della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sul caso dello spyware Graphite.
Il ministro Ciriani ha risposto anche per il ministro degli esteri Antonio Tajani. “La posizione del Governo è molto chiara: l’unico orizzonte possibile resta quello dei due popoli, due Stati che convivano in pace e sicurezza. Altre soluzioni non ce ne sono. Per questo, continuiamo a mantenere stretti contatti con la nuova amministrazione americana, con i partner europei e con tutti i principali partner regionali, a partire da Egitto e Giordania”. Lo ha detto ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, a nome del ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un question time alla Camera su Gaza e il piano Trump per il futuro della Striscia. “Certamente Hamas non può tornare a controllare la Striscia. La popolazione di Gaza ha già pagato un prezzo troppo alto per la sua follia terroristica. Come è stato ribadito nei giorni scorsi al ministro israeliano Sa’ar, la priorità è sostenere in ogni modo il consolidamento del cessate il fuoco, a cui si accompagna il forte impegno per la ricostruzione materiale e sociale della Striscia”, ha aggiunto Ciriani. “Soltanto un Governo palestinese forte potrà tornare a esercitare la propria sovranità su Gaza, anche con il supporto di una missione internazionale a guida araba sotto l’egida delle Nazioni Unite, cui siamo pronti a partecipare”. Lo ha detto ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, a nome del ministro degli Esteri Antonio Tajani, al question time alla Camera. Ciriani ha aggiunto che “il ridispiegamento della Missione europea Eubam Rafah è un primo passaggio importante, consentendo all’Autorità nazionale palestinese di tornare ad esercitare la sovranità su una porzione del territorio della Striscia, ossia quella del valico di Rafah che è uno snodo fondamentale per l’accesso degli aiuti umanitari. I nostri carabinieri impiegati nella missione Eubam sono già operativi a Rafah. Anche il loro impegno, nel quadro dell’azione del Governo, è cruciale per tenere viva la prospettiva due popoli, due Stati, l’unica in grado di garantire due diritti: quello di Israele a vivere in pace e sicurezza e quello del popolo palestinese ad avere una patria”, ha aggiunto.
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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a promuovere, con riferimento alle prossime consultazioni referendarie, la più ampia partecipazione e informazione dei cittadini, anche attraverso l’introduzione della possibilità di votare presso il domicilio per i cosiddetti fuori sede (Magi – Misto-+Europa); sulle iniziative normative per garantire, già a partire dalle prossime consultazioni referendarie, l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza per coloro che, per motivi di studio, di lavoro o di cura, abbiano temporaneo domicilio in una regione diversa (Richetti – AZ-PER-RE); sull’attuazione del Protocollo con l’Albania in materia migratoria, con particolare riferimento all’ipotesi di trasformare i centri già esistenti in centri di permanenza per il rimpatrio (Faraone – IV-C-RE).
Il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, risponde a interrogazioni sulle iniziative per accelerare la realizzazione dei progetti del Pnrr e per il rinnovamento strutturale del Paese (Lupi – NM(N-C-U-I)M-CP); sullo stato di attuazione degli interventi nell’ambito dei contratti istituzionali di sviluppo (Bignami – FDI); sulle iniziative, anche in sede europea, volte ad assicurare, nell’ambito del processo di transizione ecologica, la compatibilità finanziaria delle misure e la tutela delle filiere produttive (Giglio Vigna – Lega).
Piantedosi: ‘Il governo lavora a soluzioni sui centri in Albania’
“Il Governo è al lavoro per mettere in campo soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania che fanno parte di un impianto polivalente. Infatti, oltre a un hotspot ed a un luogo di trattenimento per le procedure accelerate di frontiera, è già oggi presente in Albania un centro di permanenza per il rimpatrio, il cui utilizzo, proprio per questo, non determinerà nessun onere aggiuntivo”. Così al question time della Camera il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il progetto Albania, dunque, aggiunge, “andrà avanti nella convinzione che il contrasto al business criminale legato all’immigrazione irregolare, che si avvantaggia anche dell’uso strumentale delle richieste di asilo, è prioritario per governare il fenomeno migratorio nel rispetto degli obblighi internazionali ed europei.
“Al di là di ogni legittima opinione, è bene prendere atto che si tratta di un’iniziativa che piace all’Europa“. Così al question time della Camera il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo sui centri per migranti in Albania. Il progetto, ha spiegato il ministro, “ha riscontrato l’immediato e forte interesse da parte di 15 Paesi europei e anche della stessa presidente della Commissione europea che ha espressamente sottolineato l’importanza di continuare a esplorare l’idea di sviluppare hub di rimpatrio fuori dall’Unione europea. Ho avuto un’ulteriore conferma della particolare attenzione riservata al progetto nel recente Consiglio Ue degli Affari interni che si è tenuto a Varsavia lo scorso 30 gennaio. In quella occasione, infatti – ha ricordato – nel corso del confronto sui possibili sviluppi in ambito migratorio, la posizione italiana da me delineata è stata largamente condivisa, al punto che il documento di discussione della Presidenza polacca contiene un esplicito riferimento proprio al Protocollo come valido esempio di cooperazione innovativa con un Paese terzo”. La Commissione europea, ha aggiunto, “guarda con favore a ogni iniziativa di rafforzamento del sistema dei rimpatri, come dimostra la preannunciata proposta di una nuova direttiva Rimpatri, fortemente auspicata da tutti i Paesi europei”.
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