Legge sul fine vita, Giani: “Dalla Toscana forte messaggio di civiltà”. Ceccarelli: “il confronto più alto, sofferto e partecipato dell’intera legislatura”

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La legge sul fine vita è stata approvata da parte del Consiglio regionale con 27 voti a favore, 13 contrari, nessun astenuto. I commenti.

Il commento del presidente dopo il voto odierno dell’Assemblea legislativa toscana: “Colmiamo una lacuna e compiamo per primi un salto in avanti rispetto ad altre Regioni e allo stesso Parlamento. Oggi dalla Toscana arriva un forte messaggio di civiltà”.

Il presidente Eugenio Giani commenta l’approvazione odierna della legge sul fine vita da parte del Consiglio regionale (27 voti a favore, 13 contrari, nessun astenuto).

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“Colmiamo una lacuna e compiamo per primi un salto in avanti rispetto ad altre Regioni e allo stesso Parlamento che era stato chiamato dalla sentenza della Corte costituzionale a pronunciarsi”, aggiunge il presidente sottolineando che la nuova legge, che ha visto l’iter avviato da un’iniziativa popolare, “fissa procedure, tempi, disciplina, fino al costo dei farmaci e alle modalità con cui da un punto di vista della commissione scientifica si valutano gli elementi fissati dalla Corte: l’irreversibilità della patologia, lo stato di dipendenza da macchinari per vivere, la piena coscienza della scelta”.

“La legge si pone con assoluta legittimità nel percorso indicato dalla Consulta per un fine vita medicalmente assistito”, prosegue Giani che ringrazia i consiglieri per la compostezza e la profondità del confronto e conclude auspicando che “il Parlamento trovi in questo passo della Toscana un impulso a legiferare su una questione delicata e complessa che tocca da vicino la vita dei cittadini”.

Fine vita. Ceccarelli (Pd): “Nessuna legge bandiera e zero pressioni per approvare. Abbiamo scelto di non voltarci da un’altra parte”.

E’ il confronto più alto, sofferto e partecipato dell’intera legislatura”. Si è aperto con queste parole l’intervento in Consiglio del capogruppo del Pd Vincenzo Ceccarelli, in chiusura del dibattito sulla proposta di legge sul tema del fine vita, approvata oggi dal Consiglio regionale.

“Colgo l’occasione per tranquillizzare tutti coloro i quali in questi giorni hanno evocato interventi coercitivi dall’alto, dalla segreteria nazionale o chissà da dove, per costringere i consiglieri del nostro Gruppo a votare questa legge. La verità è che nessuna coercizione è stata, ovviamente, utilizzata a nessun livello. E sono lieto che si sia respinta la questione pregiudiziale, perché questo ha consentito che si potesse svolgere questo dibattito così alto e partecipato. Del resto la Toscana ha una storia di grande civiltà, quando si parla di diritti, anche se questa legge , come abbiamo spiegato più volte, non interviene sui diritti, ma solo sulle modalità organizzative che consentiranno al servizio sanitario di svolgere il proprio ruolo nel dare attuazione ad una sentenza della Corte Costituzionale, un secondo dopo che una persona, capace di intendere e di volere, ha deciso di ritenere insopportabile il dolore di vivere, così come la legge nazionale gli consente già oggi. La legge che approviamo – prosegue Ceccarelli – nasce da una iniziativa popolare, emendata grazie al grande lavoro fatto in commissione, per renderla del tutto rispettosa della Costituzione. Del resto già il Veneto aveva ritenuto che la potestà legislativa regionale era legittima, anche se la legge poi non era stata approvata. Noi abbiamo scelto di non voltarci dall’altra parte di fronte al dolore delle persone e non c’è alcuna pretesa autonomia che la Toscana pretende di avere, bensì il semplice esercizio della potestà legislativa concorrente che tutte le regioni hanno. E’ vero che se le regioni decidono autonomamente avremo 20 regimi potenzialmente diversi, ma oggi le differenze sono già in atto tra ogni singola Asl. Grazie a questa legge – conclude Ceccarelli – garantiamo a chiunque di poter avere parità di trattamento e mettiamo a carico del bilancio regionale i costi e le complessità di questa dolorosa procedura, lasciando libertà di coscienza al personale sanitario. Il dibattito sul valore della vita riguarda tutti noi. Questa legge rappresenta una scossa che diamo al Parlamento. Ora non resta che augurarci che arrivi l’attesa legge nazionale, che farà venir meno la necessità di quelle regionali”.

Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle, in un post pubblicato su Facebook: “Questa legge non è una minaccia alla vita, ma un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni”

“La legge sull’assistenza sanitaria nel fine vita è ora una realtà in Toscana. L’approvazione di questo provvedimento rappresenta un passo fondamentale per il riconoscimento della dignità e dell’autodeterminazione di chi affronta una malattia irreversibile. Il dibattito è stato profondo e, in molti momenti, emotivamente difficile. Ognuno di noi ha votato con responsabilità, interrogando prima di tutto la propria coscienza, al di là delle appartenenze politiche. Questa legge non è una minaccia alla vita, ma un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni nei confronti di chi chiede una risposta chiara e certa per vedere rispettata la propria dignità. Si tratta di un passo in linea con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, che nelle sentenze 242/2019 e 135/2024 ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione nel fine vita. Un ruolo decisivo è stato svolto dall’Associazione Luca Coscioni, promotrice della legge di iniziativa popolare che ha dato il via al processo istituzionale in Regione Toscana. Fondamentale anche il contributo dei suoi straordinari volontari, come Felicetta Maltese e Filomena Gallo, il cui impegno instancabile ha reso possibile questa discussione e l’approvazione della legge. Questo risultato è un omaggio a Gloria e a tutte le persone che hanno lottato per anni affinché questo diritto venisse riconosciuto. Abbiamo portato avanti questa battaglia con determinazione, senza lasciare spazio a compromessi, sotterfugi giuridici o voti segreti. Oggi, la Toscana compie un atto di civiltà.”

Fine vita, Michelotti – Amorese (FdI): “Legge Toscana disumana e incostituzionale

“Oggi, con l’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito, la Toscana ha toccato il punto più basso della sua storia. La terra di Dante, di Santa Caterina da Siena, di San Bernardino, culla di una civiltà anche religiosa, oggi ha aderito alla cultura dello scarto e della morte. Fratelli d’Italia non può accettare una legge simile. Da sempre ci battiamo, e sempre ci batteremo, contro questa anti cultura, con rinnovata fermezza, il nostro sì alla vita, dal concepimento alla morte per cause naturali. Questa legge disumana appena approvata potrebbe comportare, per un’ampia platea di donne e uomini, a sentirsi spinta verso la morte; pensiamo alle persone sole con gravi malattie, agli anziani, ai fragili. Chiederemo l’intervento del governo, affinché esamini con cura tutti gli elementi di conclamata incostituzionalità di questa legge. Come avevamo già avuto modo di sottolineare infatti, la Regione non è competente su questa materia, sulla quale lo è invece lo Stato e a confermarlo è l’articolo 117 della Costituzione. Ricordiamo che se ogni regione italiana legiferasse autonomamente, ci troveremmo nel peggior caos normativo”.

Lo scrivono, in una nota, il deputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti e il deputato Alessandro Amorese.

Suicidio assistito, un pericoloso arretramento etico: diciamo SÌ alla vita, alla speranza e alla cura.

“La vita è un valore inviolabile, che deve essere tutelato con determinazione. La legge regionale sul suicidio assistito rappresenta un passo indietro sotto il profilo etico e sociale, trasformando un dramma umano in un iter burocratico.”

È quanto ha dichiarato il Consigliere Regionale della Lega Salvini Premier Marco Casucci, intervenendo nel dibattito sul tema del Suicidio medicalmente assistito, Legge approvata nella seduta odierna del Consiglio Regionale.

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“La risposta alla sofferenza non può essere la morte, ma il potenziamento delle cure palliative, dell’assistenza domiciliare e del sostegno psicologico e spirituale. Il nostro dovere come istituzioni è offrire speranza e dignità, non normalizzare la resa di fronte al dolore.”

Il Consigliere ha sottolineato il rischio di banalizzare il valore della vita, ribadendo che

“non possiamo accettare una deriva in cui il suicidio assistito venga presentato come una scelta di civiltà. La vera civiltà è stare accanto ai più fragili, non abbandonarli a una legislazione che li spinge a sentirsi un peso.”

“Invece di aprire la strada a una cultura dell’abbandono, la Regione Toscana dovrebbe investire nelle cure e nel sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. L’impegno primario deve essere rivolto a rafforzare il sistema sanitario, investendo in cure palliative di eccellenza, assistenza domiciliare e sostegno psicologico e spirituale per chi affronta il dolore e la disperazione”,

ha concluso il Consigliere Casucci.



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