è la prima Regione italiana a regolare la procedura del fine vita

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Assistenza per i sovraindebitati

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Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato, con emendamenti, la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita Liberi subito promossa dall’associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10mila firme. Con il voto odierno la Toscana è la prima Regione italiana a introdurre una regolamentazione sulla procedura con la quale le persone che vogliono accedere al suicidio assistito possono far domanda all’Asl, e su tempi e modalità di risposta della commissione preposta a verificare la sussistenza dei requisiti fissati dalla Consulta affinchè l’aiuto al suicidio non costituisca reato.


La proposta di legge è stata illustrata all’aula dal presidente della Commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd), che ha lavorato sul testo in questi mesi, concentrandosi su varie questioni, nel tentativo di superare i problemi di legittimità e di fattibilità che erano stati segnalati, proponendo alcune modifiche sostanziate negli emendamenti, puntando a un testo con carattere procedimentale, meramente organizzativo, per rimanere nella cornice della potestà legislativa concorrente delle Regioni.

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Cosa succede ora?

La Corte Costituzionale ha sollecitato un intervento legislativo del Parlamento in materia, tutt’ora assente, e alla fine tramite due sentenze (una del 2019 e una seconda più recente, la 135 del 2024) ha fatto un intervento di tipo manipolativo additivo, per cui sono stati enucleati i requisiti in possesso dei quali si può procedere al suicidio medicalmente assistito. Attualmente quindi in Italia quando i malati si sono rivolti ai tribunali il procedimento è stato autorizzato in virtù delle sentenze della Corte Costituzionale, e le singole Aziende sanitarie, che hanno l’obbligo di ottemperare, si sono mosse in autonomia. «A livello nazionale e regionale – ha detto Sostegni – non siamo intervenuti, ma sulla base della sentenza della Corte costituzionale, quando vi sono state richieste di pazienti, sono intervenuti i direttori generali delle tre Aziende sanitarie, ognuno con modalità diverse. Adesso, con la legge, stabiliamo una procedura omogenea su tutta la regione, garantendo un’assistenza sanitaria uniforme in questi casi difficili».

Cosa prevede la legge

Oltre a fissare il carattere meramente organizzativo della legge regionale, si stabilisce che il costo di medicinali e attrezzature necessari per il suicidio, ora a carico dei familiari, sia sostenuto dal sistema sanitario stabilendo una prestazione extra Lea. Il costo non dovrebbe superare complessivamente i 10 mila euro l’anno. Si ribadisce la volontarietà della partecipazione del personale medico e sanitario alle varie fasi dell’iter. La proposta di legge così come presentata ha l’obiettivo di garantire alle persone malate che intendono accedere al suicidio assistito la necessaria assistenza sanitaria «nel rispetto dei principi stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019, garantendo che il diritto all’erogazione del trattamento è individuale e inviolabile, e che non può essere limitato, assoggettato a condizioni o altre forme di controllo ulteriori e diverse da quelle previste dalla proposta di legge».

Prevede quindi di individuare i requisiti di accesso alla pratica, la verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalle sentenze della Corte Costituzionale. Il testo prevede l’istituzione di una Commissione medica multidisciplinare nelle Asl, dispone che le strutture sanitarie debbano garantire il supporto, l’assistenza e i mezzi necessari al completamento della procedura, disciplina la procedura e i tempi (complessivamente venti giorni), prevede la gratuità delle prestazioni sanitarie. Secondo l’atto possono accedere al suicidio medicalmente assistito le persone affette da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputano intollerabili; tenute in vita da trattamento di sostegno vitale; pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli; che esprimono un proposito di suicidio formatosi in modo libero e autonomo, chiaro e univoco.

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