“Negozi chiusi in centro, serve una pianificazione socio-economica che aiuti Viterbo a diventare una città a misura di turista”

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Economia – Il presidente di Confesercenti, Vincenzo Peparello: “Sono anni che chiediamo un piano urbanistico-commerciale che unisca il centro e la periferia, bisogna intervenire”

di Federica Focaracci

Viterbo – “Giù le saracinesche in centro, serve una pianificazione socio-economica che aiuti Viterbo a diventare una città a misura di turista”. Parola di Vincenzo Peparello, presidente di Confesercenti Viterbo.

Decine di serrande abbassate, cartelli con scritto “Affitasi locale”, insegne tolte e commercianti desolati costretti a chiudere attività che hanno gestito per anni a causa dei costi di gestione troppo alti. Negli ultimi anni, hanno chiuso quasi un centinaio di negozi. A parte le vie principali, le altre sono vuote. Questo è il centro storico della città di Viterbo. Una città con una storia medievale e tanto potenziale culturale tramutato in degrado e abbandono.

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Viterbo – I negozi chiusi in centro


Sono diversi mesi che nel centro storico, chiudono negozi. Uno dietro l’altro. Nei giorni scorsi, lungo corso Italia, ha chiuso i battenti lo storico ottico Sorrini dopo 155 anni di attività e gestione tramandata di generazione in generazione. E poi, anche Old Town in via Roma, un piccolo imprenditore che cercava di andare avanti con prodotti selezionati e Calzedonia, il negozio di abbigliamento hanno abbassato le saracinesche.

Vincenzo Peparello, presidente di Confesercenti, commenta la chiusura delle attività commerciali in centro, lo spopolamento e lancia un appello per contrastare questo fenomeno e far risalire l’economia.

“Bisogna rimettere in campo un progetto per i centri storici, per le imprese, per il riposizionamento dello sviluppo socio-economico – ha detto -. La strategia iniziale da intraprendere era di istituire dei “centri commerciali naturali”. È importante riportare al centro dell’attenzione un progetto con una programmazione unica che aiuti a diventare la città di Viterbo a misura di turista oltre che una città d’arte e cultura europea”.

Viterbo - I negozi chiusi in centro

Viterbo – I negozi chiusi in centro


“Non bastano restauri o iniziative culturali per far rivivere il centro e non c’è un modello preciso da seguire – ha affermato il presidente di Confesercenti -. Dal punto di vista socio-economico, bisogna ambire a un riposizionamento del cuore della città e riproporre delle attività che si sono oramai estinte. Se pensiamo al rilancio del centro storico, bisogna pensare e ideare un progetto a misura di turista partendo dai servizi di viabilità che si offrono a chi viene in visita nella nostra città”.

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“Al di là della concorrenza online e degli outlet, le attività commerciali limitrofe si organizzano, in termini di tempistica, prima con i saldi e giornate a tema sconti come il Black Friday rispetto a quelle posizionate in centro e qui influisce anche l’attrattività degli esercizi commerciali – ha continuato Peparello -. Sentendo gli operatori, in molti si lamentano dei parcheggi”.

Viterbo - I negozi chiusi in centro

Viterbo – I negozi chiusi in centro


“Molte aziende sono interessate all’aumento dei costi di gestione, al calo dei fatturati, alla concorrenza, alla grande distribuzione che si colloca al margine della città – ha specificato -. La grande distribuzione, inoltre, ha avuto successo e gran sviluppo per il risparmio economico dovuto dai prezzi convenienti”.

“Dai centri commerciali artificiali bisogna prendere spunto per i parcheggi”, ha sottolineato e suggerito. Il posteggio vicino all’ingresso è un punto a favore per gli esercizi della grande distribuzione perché i clienti scelgono dove fare gli acquisti tenendo conto del traffico e della comodità. E di questo, Vincenzo Peparello ne è convinto.

Vincenzo Peparello

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“Non ci meravigliamo che ogni giorno un negozio chiude, ahimè. È chiaro che qualcuno non riesce a portare avanti un’attività e a malincuore è costretto a chiudere i battenti. Non è semplice – ha ribadito – soprattuto quando non si vede una ripresa nell’immediato ma prevalgono inflazione, costi di gestione in aumento e crisi di settore. Bisogna avere una programmazione unica dedicata al commercio”.

“Questo problema, purtroppo, non si registra solo a Viterbo. È comune – ha detto Peparello -. Lo spopolamento delle città, la chiusura delle aziende, la desertificazione dei centri storici. Come organizzazione, abbiamo presentato un progetto per dare una risposta a questa “emorragia” e desertificazione che riguardano non solo le piccole realtà, ma anche i capoluoghi. Bisogna intervenire tutti insieme, ognuno assumendosi le proprie responsabilità e invertire questo trend negativo”.

Viterbo - I negozi chiusi in centro

Viterbo – I negozi chiusi in centro


Per questo, Vincenzo Peparello consiglia di “riportare interesse all’interno dei centri storici con attività facendo una pianificazione dei servizi disponibili e quelli su cui investire per portare Viterbo a misura di turista”. Se c’è movimento, c’è turismo e se c’è turismo, c’è economia.

C’è un aspetto positivo, però. Dove i negozi chiudono, ce ne sono altri che alzano le saracinesche. Qualche attività commerciale sfida la sorte e tenta una nuova apertura in centro. “Sono per lo più extracomunitari che aprono negozi etnici”, ha spiegato Peparello.

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“Nei primi 9 mesi dell’anno 2024 hanno chiuso 326 imprese del settore nella Tuscia. 207 le nuove imprese del settore. I primi tre trimestri segnano un -1,6% rispetto alla fine del 2023 – come ha spiegato il presidente di Confesercenti riportando i dati della Camera di Commercio -. Un dato in controtendenza rispetto al totale delle imprese che nella provincia di Viterbo per lo stesso periodo mettono a segno una crescita del +0,5%. A fine settembre 2024 le imprese del commercio nella Tuscia sono 7334”.

Federica Focaracci


Viterbo - I negozi chiusi in centro

Viterbo – I negozi chiusi in centro

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10 febbraio, 2025





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