I Servizi segreti contro Lo Voi. Ed è braccio di ferro al Csm

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In un sabato di pioggia battente sulla Capitale, le nuvole più cupe paiono addensarsi su piazzale Clodio, dove si trovano gli uffici del procuratore Francesco Lo Voi. Il clima che si respira è teso, pesante, quasi da accerchiamento. Alle frecciate quotidiane da parte del centrodestra di governo – dopo la comunicazione dell’indagine a carico della premier Giorgia Meloni, dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e del sottosegretario Alfredo Mantovano per favoreggiamento e altre ipotesi di reato nel caso Almasri – si sommano ora quelle partite da Palazzo Bachelet, dove ha sede il Consiglio superiore della magistratura. Sabato infatti i consiglieri laici in quota centrodestra Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Felice Giuffrè ed Enrico Aimi hanno chiesto al Csm di aprire una pratica in Prima commissione per l’avvio di una procedura di trasferimento dello stesso Lo Voi per incompatibilità ambientale-funzionale e di trasmettere gli atti alla Procura generale per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari. Un affondo innescato dal caso di un documento con informazioni sul capo di Gabinetto della premier, trasmesso dagli 007 dell’Aisi alla Procura di Roma, ma poi incluso dalla stessa Procura in un insieme di atti inviati ai legali del quotidiano Domani, che l’ha pubblicato. Per i consiglieri, l’accaduto ha «seriamente compromesso i rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie dell’intelligence». A loro dire, «risulta essere stato compromesso l’affidamento, da parte delle Agenzie, circa l’effettiva tutela del segreto degli atti trasmessi in Procura». Gli stessi consiglieri nei giorni scorsi avevano chiesto l’apertura di un’altra pratica su Lo Voi in relazione al caso Almasri. Mentre venerdì un consigliere indipendente, Andrea Mirenda, ha chiesto l’apertura di una pratica a tutela di Lo Voi, perché «irriso» dalla premier per il fascicolo aperto sulla liberazione del generale libico.

Gli 007 e il caso Caputi

Nei mesi scorsi, il capo di Gabinetto di Palazzo Chigi, Gaetano Caputi, aveva sporto denuncia in Procura dopo la pubblicazione di alcuni articoli sul Domani che lo riguardavano. L’indagine che ne era scaturita aveva accertato alcuni accessi dell’Aisi (l’agenzia per la sicurezza interna) alla banca dati Punto Fisco in merito a Caputi. Il procuratore Lo Voi aveva scritto al Dis (il Dipartimento che coordina i servizi di intelligence) per conoscere la ragione di quegli accessi._E la risposta era arrivata in un documento «riservato», poi incluso dalla Procura negli atti inviati agli avvocati di alcuni giornalisti del Domani indagati e infine pubblicato dallo stesso quotidiano. Ciò, per il Dis, avrebbe comportato la violazione della legge di riforma dei servizi, che impone all’autorità giudiziaria di curare la conservazione di tali atti «con modalità che ne tutelino la riservatezza, garantendo il diritto delle parti nel procedimento a prenderne visione senza estrarne copia».

La denuncia del Dis a Perugia

Venerdì il Dis ha sporto denuncia presso la Procura di Perugia, competente per le indagini su magistrati che operano a Roma. E lunedì toccherà al procuratore Raffaele Cantone esaminare l’esposto e decidere sull’apertura di un fascicolo al fine di valutare se Lo Voi abbia violato o no la legge diffondendo il documento dell’Aisi. «Attendo le sedi opportune», fa sapere il procuratore di Roma, che a fine febbraio potrebbe essere convocato dal Copasir e che invece, a livello giudiziario, potrebbe impostare la propria difesa su un piano procedurale.

Segnali di dialogo fra l’Anm e la premier

Intanto, dopo 9 ore di trattative, il Comitato direttivo centrale dell’Anm ha eletto la nuova Giunta e il nuovo presidente, il 62enne procuratore aggiunto di Torino Cesare Parodi, esponente della corrente conservatrice Magistratura Indipendente (come Lo Voi). «Chiederò in tempi brevi un incontro con il governo – è il suo primo annuncio -. Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura». Tuttavia, aggiunge, «lo sciopero è stato deliberato, non è stato revocato. Tutto ciò che accadrà nei prossimi giorni sarà condiviso con la Giunta, sicuramente non è stato revocato». Un’apertura al dialogo che Palazzo Chigi raccoglie in serata: «Desidero inviare a nome mio e di tutto il Governo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi e ai membri della Giunta eletta oggi – fa sapere in una nota serale la premier, rispondendo positivamente all’appello -. Accolgo con favore la richiesta di un incontro col Governo che il presidente Parodi ha avanzato. E auspico che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della giustizia nella nostra nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura». Un’apertura che placa per un attimo i venti di tempesta, ma di cui non si può ancora pronosticare l’esito. «Non abbiano la pretesa di ritenere di fare una legge perfetta, perché il miglioramento arriva anche dal confronto – considera il sottosegretario Mantovano -. Spero che la contrapposizione si possa superare. Non vogliamo fare una riforma contro i magistrati, ma una riforma per i cittadini». E il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si augura «che non ci siano mai scontri all’interno dei corpi dello Stato e tra i corpi dello Stato, così come tra poteri. Auspico dei grandi tavoli di pace. Non credo che ci sia una guerra in corso, ma penso che sia utile stemperare gli animi». Dal canto loro, sul caso Almasri le opposizioni continuano a rivolgersi alla premier: «Meloni è senza onore – incalzano i leader di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte – venga alle Camere, non scappi dal Parlamento».

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