Gli comprano il Suv dopo l’annuncio online, ma l’assegno è falso. L’auto ritrovata prima che passasse il confine

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Pescantina

Il grazie di un veronese alla Polizia, che ha ritrovato il mezzo: «Ero rimasto senza auto e senza soldi»

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Vende un’auto sul web, viene truffato da un delinquente con una serie di stratagemmi ma grazie alle indagini della Questura, e in particolare dalla Squadra Mobile di Verona, riesce ad entrare nuovamente in possesso della propria vettura dopo mille peripezie. Per Marco Sommacampagna, 52 anni, operaio di Pescantina, sono stati mesi vissuti in un incubo.

La truffa sull’auto venduta online

La vicenda inizia nell’aprile 2024 quando l’uomo, dopo pochi mesi dall’acquisto, per problemi economici, decide di vendere il Suv su una nota piattaforma per la compravendita online di auto.

Tra i vari contatti, l’uomo è attirato da uno che appariva particolarmente interessante: «L’acquirente, che aveva modi affabili, si definiva un imprenditore di Rimini (poi si rivelerà falso, ndr), intenzionato a comprare la mia auto come regalo alla moglie, con nessuna richiesta di sconto e pagamento con assegno circolare e passaggio di proprietà a mie spese», racconta l’operaio di Pescantina. «L’accordo sembrava trasparente: l’unica condizione che avevo posto era che il deposito dell’assegno avvenisse contestualmente al passaggio di proprietà».

I due si sono incontrati il 24 aprile 2024 e sono andati in banca insieme per depositare l’assegno. Qui il primo campanello d’allarme: essendo un giorno prefestivo gli sportelli della filiale erano chiusi e il versamento dell’assegno nello sportello automatizzato non andava a buon fine, dando segnale di errore. Un funzionario della banca cortesemente ha telefonato all’ufficio postale che aveva emesso l’assegno, ricevendo conferma della sua autenticità, ma in realtà non era così. «Convinto della buona fede dell’acquirente, ho deciso di rimandare il deposito. Nel frattempo ci siamo recati in un’agenzia di pratiche auto, dove abbiamo finalizzato il passaggio di proprietà e la consegna dell’auto. A questo punto ho visto il mio Suv per l’ultima volta, prima del lieto fine». 

La notte successiva Marco riceve un messaggio del servizio di sicurezza della casa automobilistica della sua vettura che segnala un tentativo di furto con la manomissione del sistema Gps. «Ho ignorato la notifica, pensando a un errore. Il giorno dopo, però, la verità è emersa in tutta la sua gravità: al momento di incassare l’assegno, mi è stato comunicato che era falso. E della mia auto, ormai non più mia, nessuna traccia». Sconvolto, l’uomo è andato in Questura a Verona per denunciare la truffa. Gli agenti della Squadra Mobile hanno subito individuato che le generalità dell’acquirente erano fasulle: dal codice fiscale, alla carta d’identità falsa, all’assegno. Tutti i documenti erano fedeli all’originale ma in realtà falsificati. I malviventi avevano orchestrato ad arte il raggiro, realizzando perfino un’intercettazione telefonica nella comunicazione tra gli istituti di credito per la verifica dell’assegno, per rendere più verosimile l’operazione. 

Così è iniziata una meticolosa indagine della Squadra Mobile, che è riuscita a risalire ad alcuni potenziali esecutori della truffa. Sommacampagna da alcuni fotogrammi ricavati dalle telecamere di sicurezza delle banche è riuscito a riconoscere l’autore della frode. Nel frattempo grazie alle indagini si era risaliti a ulteriori passaggi di compravendita dell’auto, finita nelle mani di un ignaro acquirente finale. Grazie alla scheda Sim del veicolo, non completamente disattivata, gli inquirenti sono riusciti a localizzare la vettura, che si trovava in un’area doganale nei pressi del porto di Genova, pronta per essere imbarcata.

«Ho subito avvisato il servizio di sicurezza del costruttore, che ha attivato le procedure di blocco. La polizia è intervenuta rapidamente, riuscendo a sequestrare il veicolo prima che sparisse oltre confine. Poi, finalmente, l’auto mi è stata restituita», prosegue l’uomo truffato. «Ho vissuto un periodo drammatico. Ero rimasto senza auto, senza soldi e con tante spese da sostenere. La polizia e in particolare gli agenti della Sezione 4 della Squadra Mobile di Verona mi hanno salvato la vita con il loro intervento e un senso del dovere encomiabile. Gli sarò per sempre grato, così come ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato in questi mesi così difficili». 

Ora il Suv è nel garage di casa, ma l’intenzione è di venderlo nuovamente: «Stavolta mi rivolgerò a un concessionario per non incappare in brutte sorprese», conclude Sommacampagna, che avverte: «A chi compra un’auto consiglio di fare sempre molta attenzione, anche quando sembra filare tutto liscio, specialmente oggi con i sofisticati sistemi tecnologici che ci sono, per non incappare in disavventure come la mia».

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