“Non possiamo pensare di chiudere la Neurologia”, un reparto “che è quasi costantemente pieno”, dice Massimo Uberti, direttore generale dell’Usl della Valle d’Aosta. Il tema è caldo perché con l’apertura del nuovo ospedale di comunità al Jb Festaz di Aosta, prevista al momento per il prossimo 1° luglio, i sette infermieri e gli undici operatori socio sanitari che avevano accettato di trasferirsi dalla struttura all’ospedale regionale Umberto Parini di Aosta, permettendo così la riapertura della Neurologia, torneranno al loro posto di lavoro originario. Forse con un po’ di dispiacere.
“L’accordo è questo – spiega Uberti – ma rispetto a quell’intesa che avevamo stipulato con i sindacati, la Regione e la struttura più di un anno fa, il personale ha inviato una lettera dicendo che avrebbe gradito rimanere a lavorare in ospedale da noi. Questo gesto per noi è un bel successo, anche perché questa operazione era partita con un po’ di timore”. Nel frattempo, “abbiamo incontrato il Jb Festaz, la Regione e i sindacati e stiamo ragionando per trovare una soluzione – prosegue il direttore generale -. Come previsto il personale rientrerà al Jb Festaz e si aprirà un problema per noi o viceversa. La cosa certa è che o a noi o a loro serve del personale e con la Regione stiamo cercando di capire cosa è meglio fare considerando che la Neurologia deve restare aperta e che l’ospedale di comunità deve aprire”. E precisa: “Una soluzione va trovata e, in assenza di altri accordi, l’impegno è che il personale torni al Jb Festaz. Nessuno si fa al guerra o si ruba il personale, soprattutto non sulla testa delle persone”.
Un prima risposta potrebbe arrivare dal concorso per infermieri che sarà indetto al più presto, anche per coprire altre esigenze. “Vediamo quanti partecipanti ci saranno e sulla base di questo ne riparleremo. Siamo ancora in una fase di stallo”, afferma Uberti, che esclude l’eventuale chiusura del reparto di Neurologia. “In qualche modo lo terremo aperto, forse a scapito di qualcos’altro. Noi assumiamo tutti quelli che riusciamo, facciamo le campagne per reclutare più persone possibili e poi con il personale che abbiamo facciamo le scelte”.
“È un reparto che ha un’attività basilare e cura patologie importanti come l’ictus, le demenze e l’epilessia. Abbiamo fatto una gran fatica per riaprirlo dopo il Covid cercheremo ogni soluzione possibile – rimarca il Guido Giardini, alla guida della Neurologia -. Abbiamo 12 letti e ricoveriamo principalmente dal Pronto Soccorso. Le patologie pi importanti sono l’ictus, che rappresenta quasi l’80% dei ricoveri, seguono l’epilessia e le neoplasie cerebrali e le malattie degenerative come il Parkinson e l’Alzheimer. Uno degli obiettivi è anche l’apertura dei 4 letti della stroke unit all’interno del reparto ma anche per questi ci vorrà del personale e dovranno essere fatti dei ragionamenti”. Riguardo al personale “in prestito” dal Jb Festaz, “è stata un’ottima chance averli con noi e lo è ancora adesso perché garantiscono un’attività importante per la sanità valdostana. Il dopo non dipende da me”.
A ricordare il carattere temporaneo dell’accordo sul trasferimento del personale è Patrick Thérisod, direttore del Jb Festaz. “L’intesa specifica in maniera molto chiara che tutto il personale che ha accettato di lavorare in Usl e il personale che ha continuato a lavorare in struttura ma prima operava nel nucleo Rsa Uap (trasformato nell’ospedale di comunità ndr) ritornerà a lavorare all’ospedale di comunità al termine dei lavori in maniera integrale, con gli stessi numeri precedenti”, dice.
Per Thérisod, “non ci sono i principi giuridici” per valutare l’ipotesi che il personale rimanga al Parini. E la lettera firmata dagli infermieri e dagli oss per rimanerci? “È stata una cortese manifestazione di disponibilità che non si può perfezionare perché c’è un tema amministrativo che richiede che l’assegnazione provvisoria, lo strumento che ha permesso al personale di spostarsi, si debba perfezionare con il rientro del personale in sede – spiega il direttore del Jb Festaz -. Al di là di questo, per noi il personale è indispensabile per permettere all’ospedale di aprire. Sul futuro della Neurologia, hanno avuto il tempo per fare le valutazioni”.
Insieme agli infermieri e agli oss, c’è anche il nodo dei medici che andranno a lavorare all’ospedale di comunità. “Stiamo perfezionando la convenzione con l’Usl per l’esercizio dell’ospedale di comunità ed è plausibile che l’Usl metterà a disposizione delle competenze ma non state ancora definite con chiarezza perché bisogna aspettare il perfezionamento di questa convenzione”, conclude Thérisod.
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