AVELLINO- I giudici della Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno concordato con la decisione del Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino del luglio scorso, che aveva confermato il sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Avellino il 22 maggio 2024, finalizzato alla confisca diretta o per equivalente della somma costituente profitto del reato di riciclaggio, provvisoriamente contestato al commercialista P.V e ad una sua familiare. Si addebita all’indagata di avere operato in modo da impedire l’individuazione della provenienza delittuosa delle somme ricevute dal figlio V.P utilizzandole per l’acquisto di un bene immobile. Allo stesso la Procura di Avellino contesta di avere distratto, nella qualità di rappresentante legale della società Lavoro e Sicurezza, la somma di oltre due milioni di euro,accreditata il 18 gennaio 2023 sui conti della società, per effetto di una richiesta di finanziamento destinata alla realizzazione di 15 unità mobili, da concludersi entro il 30 giugno 2023, impiegandola invece per scopi personali.
Uno dei motivi di ricorso proposti dalla difesa, gli avvocati Vincenzo Di Vaio e Alberto Biancardo era legato al rapporto non pubblico del finanziamento, erogato dalla banca con garanzia del privato. Per cui non ci sarebbe stato il reato di malversazione di erogazioni pubbliche, come invece sostenuto dal Riesame. I giudici della Cassazione hanno invece riconosciuto che “La fattispecie di cui all’art. 316-bis cod. pen., nella formulazione attuale, applicabile ai fatti in contestazione in ragione della data di consumazione, punisce «Chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo comunque denominate, destinati alla realizzazione di una o più finalità, non li destina alle finalità previste». La pronunzia richiamata dal ricorrente in effetti ha affermato, in tema di legislazione emergenziale volta al sostegno delle imprese colpite dalla pandemia da Covid-19, che non è configurabile il reato di cui all’art. 316-bis cod. pen. nel caso in cui, successivamente all’erogazione, da parte di un istituto di credito, di un finanziamento assistito dalla garanzia a prima richiesta rilasciata da…, ai sensi del d.l. 8 aprile 2020, n. 23, convertito con modificazioni dalla legge 5 giugno 2020, n. 40, gli importi erogati non vengano destinati alle finalità cui detto finanziamento è destinato per legge (Sez. 6 , n. 22119 del 15/04/2021,Rainone, Rv. 281275 – 01), ma detta pronunzia è rimasta isolata, come correttamente osservato dal Tribunale, ed è stata superata da altro maggioritario orientamento, secondo cui, quando successivamente all’erogazione, le somme percepite siano utilizzate per finalità diverse da quelle previste “ex lege”, è configurabile il delitto di malversazione ai danni dello Stato, attesa la natura non assistenziale dell’erogazione e la sussistenza di un vincolo di destinazione”.
L’INDAGINE
Le indagini dei militari delle Fiamme Gialle del Gruppo Avellino, agli ordini del maggiore Silverio Papis, erano nate da una Sos (segnalazione di operazioni sospette della Uif della Banca d’Italia). Il Fondo di Garanzia previsto per le piccole medie imprese dalla ex legge 662-896 di circa due milioni e centomila euro che sarebbero dovuti servire per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature per realizzare quindici presidi medici nelle aziende clienti. Per cui a gennaio del 2o23 c’era stato il via libera al finanziamento. Ma dalle verifiche delle Fiamme Gialle e’ emerso che anche che non c’era nessuna giustificazione tale e soprattutto non c’era nessuna traccia delle opere a cui faceva riferimento il finanziamento, che erano vincolanti rispetto all’erogazione dei due milioni di euro. I militari del Gruppo Avellino delle Fiamme Gialle hanno ricostruito invece come quel denaro era stato trasferito con diverse operazioni bancarie ad altri soggetti, tutti indagati in concorso con il commercialista. Bonifici, prelievi in contanti, tutte le operazioni che secondo le accuse sono state messe in atto per far scomparire il denaro ottenuto con il finanziamento del Fondo di Garanzia di circa due milioni (per la precisione 2.068.000) nell’ambito dei finanziamenti dell’ottanta per cento sui fondi per le piccole e medie imprese.
575mila euro per un immobile, acquistato dai familiari del commercialista con tre assegni versati dopo un bonifico da parte della Lavoro & Sicurezza Srls nel gennaio del 2023. La giustificazione era legata ad una quota per i soci dopo l’assemblea. Altri duecentomila euro per un’altra familiare, con una motivazione legata a consulenze.
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